Baritalia Talks, tutti i grandi protagonisti e le date

Baritalia Talks è la nuova iniziativa di Baritalia by Bargiornale nata per trasferire on line parte della nostra offerta formativa. Un modo per raggiungere – in attesa dei consueti eventi live di Baritalia – più persone e creare un canale moderno e diretto di comunicazione tra grandi speaker del mondo del bartending e operatori. I webinar, due per azienda partner di Baritalia, si svolgono a cadenza settimanale, ogni lunedì dalle 15.30 alle 16.30. Un’ora di racconti, testimonianze, dibattiti e realizzazione di drink dal vivo pensate per un pubblico di professionisti. Scopri i protagonisti

  • “Altro…”

    Il debutto dei Baritalia Talks è avvenuto il 22 giugno con “Dal Messico a Barbados: cultura e miscelazione attraverso il Mar del Caribe”, a cura di Francesco Pirineo (ambassador di Tequila Ocho) e Michele Tuveri (ambassador di The Real McCoy Rum) in rappresentanza dell’azienda partner Compagnia dei Caraibi. Il 29 giugno abbiamo ospitato il webinar “La miscelazione secondo Bruno Vanzan” in partnership con Organics by Red Bull. Il 6 luglio avremo un altro super ospite per Coca-Cola Hbc Italia. Stiamo parlando di Alexander Frezza de L’Antiquario di Napoli con il suo webinar “La rivoluzione della Bollicina”. Lunedì 13 luglio ci sarà per Campari Academy Luca Casale, Campari Academy Coordinator, che presenterà l’intervento dal titolo “Easy mix: rinfrescanti, facili e veloci”. Proseguiremo con un protagonista assoluto della scena Tiki in Italia come Jonathan di Vincenzo per Organics by Red Bull. E dal 7 settembre si ricomincia con un vero parterre de roi di relatori: Tommaso Cecca che, per Campari Academy, ci racconterà il suo Camparino in Galleria; Emanuele Russo (14 settembre) per Compagnia dei Caraibi. Per Nonino avremo due star internazionali come Simone Caporale, in collegamento il 21 settembre da Londra e il 28 settembre da New York Sam Ross, autore di modern classics come il Paper Plane e il Pennicilin. Proseguiremo il 5 ottobre con Baritalia talks with Coca-Cola Hbc Italia e tanti altri super ospiti. Il programma è in continuo aggiornamento. Quindi il consiglio è di stare sintonizzati sul nostro sito. I webinar saranno trasmessi sulle nostre pagine Facebook @redazione.bargiornale e @baritaliabybargiornale e sulla nostra pagina Instagram @redazione_bargiornale.

    Tutti i webinar saranno disponibili sui nostri social solo 24 ore, ma potrete scaricarli successivamente dal nostro sito dedicato https://premium.bargiornale.it
    Oltre ai video troverete foto, presentazioni, ricette dei cocktail presentati e altri contenuti extra.

    Baritalia Talks è condotto da Stefano Nincevich di Bargiornale.

Ultimo Tocco, il delivery progettato dai food designer

Il delivery è stato un canale di vendita interessante per gli esercenti nel periodo del lockdown. Tanto che ora se ne sono interessati anche i food designer. È nato infatti Ultimo Tocco, un delivery di design, dove i piatti consegnati a domicilio sono caratterizzati da tecniche di preparazione moderne e speciali metodologie che prevedono due tempi differenti per la preparazione e la successiva finitura del cibo. Il progetto – di Affettami Srl, startup innovativa che si occupa di R&D e Food Innovation – parte da un’idea di due pluripremiati Food Designer, Paolo Barichella e Mauro Olivieri. Che hanno messo in essere un vero e proprio laboratorio produttivo dove i cibi vengono preparati, confezionati in buste o sac à poche, per essere consumati a distanza di luogo e di tempo, con ricette (attualmente una trentina, principalmente di primi piatti) pensate per essere completate dal consumatore stesso con il suo “ultimo tocco”. Il tutto può essere ordinato on line (il servizio per ora è attivo su Milano) e consegnato tramite Glovo.

  • “Altro…”

    In menu una trentina di proposte

    In carta ci sono piatti innovativi o tradizionali, dai Sorrisi (pasta ripiena) fichi e formaggio di capra ai Paccheri pomodoro e basilico, alle immancabili Lasagne emiliane, alla Piadesign al pesto genovese, fino ai risotti (alla Milanese, alla Trevigiana, ai funghi porcini…). E a proposito dei risotti, Paolo Barichella sottolinea: «Sappiamo tutti che il risotto è un piatto “difficile” per la tenuta in cottura. Noi non usiamo riso parboiled, ma riso Carnaroli, che grazie alle tecniche di preparazione e alla qualità del riso selezionato riesce a mantenere il “dente”. Si tratta di riso italiano che proviene dal Distretto Rurale Riso e Rane del Parco del Ticino, cucinato, idratato a bassa temperatura e abbattuto chicco per chicco. A casa non c’è che da rigenerarlo per un paio di minuti al microonde o in padella e mantecare».

    Appetizer e aperitivi destrutturati

    Oltre ai primi piatti, nella carta di Ultimo Tocco ci sono anche i Toc, piccoli cestini di pasta frolla neutra (né salata né dolce) da riempiere con creme – ad esempio pomodoro e basilico, alla carbonara, al sugo di arrosto – pensati come antipasto o come accompagnamento all’aperitivo. E per l’aperitivo è stato ideato l’Aperol Spritz “destrutturato”: Prosecco Mionetto Sergio, in esclusivo formato da 37,5 cl, da gustare abbinato a cucchiai da finger food riempiti di Jelly Aperol e decorati con scorza di arancia naturale. Non mancano poi i DesignDessert da rifinire al momento, come le praline di cioccolato da riempire con gel all’Aperol, al mojito, alla grappa invecchiata in botti di rovere e una piccola selezione di vini bianchi e rossi in pratico formato oneglass (“bottiglia” a strappo in cartone, dose bicchiere da 100 ml) da abbinare alle pietanze. A proposito di questo nuovo progetto, i due designer affermano «… Se il design è l’arte di usare la scienza con ingegno e creatività, noi Food Designer ci sforziamo per fare in modo che questi principi possano essere applicati anche nel settore alimentare. Progettare nel Food Design significa proporre soluzioni alimentari efficaci in un contesto dove il prodotto sia funzionale all’esigenza dell’utente in diversi momenti e situazioni di consumo. La tecnologia alimentare deve essere la materia di base per il Food Designer che osserva, valuta i nuovi contesti, le nuove esigenze generate dal lungo periodo e gli effetti causati sulla società e le sue abitudini e prevede scenari diversi, nuove variabili ambientali, nuovi bisogni, vincoli e stili di vita con lo scopo progettare e implementare nuovi modelli». M.B.

Giacomo Gastronomia

Giacomo Milano, quando il ristorante apre gastronomia ed e-commerce

C’è il ristorante, che data dal 1958. E poi il Bistrot, la pasticceria, la Rosticceria, il Caffè… Il business del gruppo Giacomo Milano ha una connotazione sempre più multicanale e contrasta la congiuntura economica a suon di nuovi progetti e aperture. È di questi giorni infatti la notizia che ha aperto Giacomo Gastronomia in zona Amendola, pdv numero otto del gruppo, tutti differenti per tipologia di offerta e connotazione, ma allo stesso tempo collegati e sinergici fra loro.

  • “Altro…”

    Prodotti di nicchia e cantina con 500 etichette

    Nella nuova Gastronomia la fanno da padroni salumi e insaccati, formaggi e latticini d’eccellenza, sott’olio e carni selezionate; molti i prodotti di nicchia, scelti tra una ristretta cerchia di piccoli produttori italiani. E una cantina con una selezione di ben 500 etichette tra vini rossi, bianchi e bollicine. Da Giacomo Gastronomia inoltre si possono acquistare (e ordinare per consegna a domicilio) anche le specialità di Giacomo Pasticceria e i piatti della Rosticceria come pollo allo spiedo, lasagne, parmigiana di melanzane e molto altro.

    Drink e panini da asporto

    Non solo. Le novità riguardano anche una nuova tipologia di offerta che parte dalla Rosticceria di via Sottocorno. Si tratta di Farciti e miscelati, una linea di panini farciti e di cocktail d’asporto pronti da assemblare. Il format prevede una nuova drink list esclusiva e una selezione di panini farciti, tutto disponibile con servizio take away o in consegna a domicilio. La drink list comprende i cocktail più amati, una selezione di gin&tonic, una selezione di drink a bassa gradazione alcolica e 5 signature drink di Fabrizio Tozzi (bar manager di Giacomo) ispirati agli iconici locali di Giacomo: Da Giacomo, il Bistrot, Arengario, il Gastronomico. Quanto ai panini, molte le specialità, fra cui la classica schiacciata o il pane multicereali imbottiti con i migliori prodotti e ricette italiani come le polpette al sugo, la tartare di vitello o di gamberi, l’astice alla catalana, parmigiana di melanzane, ma anche focacce tonde alla romana con salumi, patè, formaggi e la Pizzetta alla Giacomo.

    La novità dei cocktail “milanesi” e dell’e-commerce

    Anche nel ristorante Giacomo Arengario c’è la novità della nuova linea di cocktail ispirata alla milanesità: Il milanese imbruttito (Campari, sciroppo allo zafferano e prosecco); Il bauscia (base di Cognac, triple sec, succo di limone, zucchero); Sta su de doss (vermouth rosso, amaro Tosolini, soda); Taac (mirtillo bianco, succo di limone, zucchero); F*&fatturato (amaro di betulle e ribes, liquore al bergamotto, acqua tonica agli agrumi). Ultimo, ma non certo per importanza, il varo di Giacomo e-commerce: in perfetta sintonia con le nuove abitudini della clientela, è stato avviato il servizio di consegna a domicilio e ora il gruppo ha deciso di implementarlo arricchendo la sua offerta e ora, dal sito nella sezione e-commerce, è possibile acquistare i piatti e le specialità firmate Giacomo. M.B.

Cantiere Hambirreria di Lecce apre Gintonicheria e pasticceria DolCi

Cantiere Hambirreria di Lecce è uno spazio dalle mille anime che si articola su 800 metri quadri. Comprende birreria, ristorante, palco per live show e altro ancora. Le ultime novità, introdotte per il rilancio dopo il periodo di chiusura forza dei locali, sono la GinTonicheria e il laboratorio di pasticceria DolCi. GinTonicheria e dedicato agli amanti del Gin Tonic. Oltre 150 selezioni di gin, più di 20 tipologie di toniche in un angolo caratteristico ed esclusivo on the rooftop a cielo aperto dove fermarsi a bere un gin tonic personalizzato. È la prima GinTonicheria in città e ospiterà momenti di degustazione in collaborazione con i brand più amati dalla sua clientela. L’altro nuovo spazio, all’interno di Cantiere Hambirreria è DolCi. Scopriamolo.

  • “Altro…”

    DolCi è un laboratorio di produzione dolciaria artigianale in stile americano. È aperto come take-away la mattina e offre il servizio al tavolo dalle 18.30 in poi. «Ci siamo ispirati – dice il team management composto da Daniele Vetrugno, Andrea Vetrugno e Erica Patisso – alla pasticceria creativa, alle vertiginose e golosissime vetrine di cui ci siamo innamorati tra un viaggio e l’altro negli States. Da oggi il Cantiere può finalmente celebrare la conquista del suo piccolo laboratorio dolciario con tante nuove costruzioni rispetto al passato. Con un marchio di fabbrica ben identificativo, DolCi, vuole segnare l’inizio di nuovi lavori in casa Cantiere, una scommessa dal nome semplice che in cinque lettere racconta già tutto della sua filosofia, alla ricerca della perfezione artigianale». Oltre alle torte e alle classiche monoporzioni l’angolo “sweet” comprenderà proposte fit (“viva le proteine, abbasso i grassi”) e vegan.

    La storia di questo locale versatile inizia il 9 aprile 2017. Il format nasce dalla passione dei due fratelli Vetrugno per lo stile industrial, per i luoghi in disuso, per le fabbriche dismesse. Quello che era inizialmente solo un hobby personale si è poi unito al desiderio di un lavoro di qualità e ricerca nella ristorazione e nel beverage. Per tre anni, prima dell’apertura, c’è stata una sorta di incubazione di idee e un lungo viaggio a New York che hanno poi portato a realizzare il Cantiere, un luogo in cui l’atmosfera dei luoghi abbandonati e l’energia delle cose che hanno vissuto mille storie prima di fermarsi, si ritrovano tutte.

    Il Cantiere oggi è una realtà che, pur mantenendo viva la sua anima “in continua evoluzione”, ha consolidato alcuni punti di forza che sono ormai un must. Come l’area IPA che punta sull’artigianalità come elemento distintivo. Concludono i titolari: «La birra alla spina, servita sia al banco sia ai tavoli permette di poter servire specialità prodotte da meno di un mese e questo consente di dare al cliente la birra come l’ha creata il mastro birraio». Sembrano piccoli dettagli, ma sono quelli che fanno di un locale grande, un grande locale. Buon lavoro ragazzi del Cantiere! S.N.

La nuova experience POP di Roy Caceres

A Roma, la ripresa post-lockdown per Roy Caceres è stata un nuovo inizio, con l’apertura di Carnal. Era da tempo che lo chef stellato di Metamorfosi accarezzava il sogno nel cassetto di aprire una seconda insegna pop, nella quale riversare in maniera più netta e definita le sue origini sudamericane. Ecco che il payoff di Carnal è “Morso sabroso”, ovvero boccone saporito, perché non importa che sia un piccolo assaggio o un piatto più elaborato: tutto quello che viene servito da Carnal deve essere un’esplosione di gusto.
Per questa nuova avventura Caceres si è spostato a Prati, a due passi dal Cupolone. Già da un po’, insieme al socio e amico Riccardo Paglia, aveva individuato il locale, ma il lockdown aveva rimandato l’opening ufficiale. Nel frattempo, Caceres aveva sondato il terreno con delle box in delivery: la Bbq box di carne (pronta da cuocere alla griglia), la box di formaggi di Malga selezionati da Paglia e quella di tacos da completare a casa. Nel menu di Carnal, non c’è solo la Colombia, Paese di origine dello chef, ma anche il Messico e l’America Latina in generale, con contaminazioni di prodotti italianissimi.

  • “Altro…”

    Nessun schema predefinito

    Il tutto senza seguire schemi predefiniti sia nelle ricette che nella scansione del menu, dove trovano posto delle categorie del tutto nuove, che vanno dai Bocones (assaggi) ai Cuarto Frìo, ovvero i piatti freddi come il ceviche; dalla Zona Caliente, i piatti caldi, alla sezione dedicata agli “impiccati” ovvero a carni e pesci appesi ad affumicare. Ad accogliere gli ospiti in sala, il terzo socio, Andrea Racobaldo, a cui è stata affidata anche la gestione dell’area beverage: a lui il compito di selezionare i vini e le cervezas e impostare la carta dei cócteles, ovvero i signature drink pensati per accompagnare al meglio la proposta food del ristorante (foto Andrea Di Lorenzo). A.T.

Da Senza Pensieri la miscelazione è vista lago

Apelle, innovativo cocktail bar e bistrot di Ferrara fondato nel 2015 da Matteo Musacci e Claudio Belinello (Bargiornale presentò la formula nell’ormai lontano 2017) non si è arreso al Covid-19, ma anzi ha contrattaccato, sfidando l’emergenza sia in casa, sia in trasferta. In casa, lanciando un’originale drink list estiva che contempla, ad esempio, un Negroni a base di gin distillato sottovuoto a 51° costanti nella radice di rafano, e fuori casa inaugurando, lo scorso giugno, il Senza Pensieri, nientemeno che ad Arona (No) sulla sponda piemontese del Lago Maggiore.

  • “Altro…”

    Un bel coraggio, visti i tempi, ma anche una lucida determinazione dettata da un savoir faire gestionale affinato in cinque anni di attività nel locale madre ferrarese. Si tratta di uno “spirits bar”, come ama definirsi, piccolissimo, 18 i mq di spazio a disposizione all’interno, che vanta però un ampio dehors affacciato sul lago di  60 mq. È aperto 7 giorni su 7, dal pre-lunch all’after dinner, e la gestione è stata affidata a Jacopo Zilli, classe 1990 e per tre anni secondo barman di Apelle.

    Una drink list d’autore

    Punto di forza di Senza Pensieri, oltre alla localizzazione, una drink list che si distingue per una selezione di 10 signature cocktail caratterizzati da un lavoro di ricerca non comune (il know-how è ovviamente quello di Apelle). Si va dal Zia Elisabetta, un Gin Tonic aromatizzato alla fava tonka, cardamomo nero e agrumi a un Bloody Mary preparato con sake, aceto di riso e olive taggiasche. Spiccano, tra gli altri, anche un Milano – Arona con Campari, vermouth bianco, drop di assenzio ed Earl Grey Tea, un Mai più Tai con Tequila, falernum e agrumi e uno Smoky Sour con bourbon, Galliano, radice di angelica e noce moscata. Completa la proposta del locale una carta di distillati, amari, liquori con una sezione dedicata a vini e bollicine (italiane e francesi), proposti anche alla mescita. A richiesta sono disponibili tutti i classici. I prezzi? I signature sono proposti a 10 euro, a 9 i classici. C.B.

Alla ricerca dell’Artista del panino 2020: al via il concorso

L’1 luglio ha preso ufficialmente il via dell’Artista del Panino 2020, il concorso organizzato da Vandemoortele in collaborazione con Bargiornale e ormai giunto alla quinta edizione. Chi verrà eletto alla carica dopo Giorgio Borrelli, Marco Carrieri, Gianpietro Sartori e Giacomo Dini, i primi quattro professionisti che si possono fregiare di questo titolo? Lo scopriremo l’anno prossimo durante la finale che si terrà entro il 30 giugno a Milano (la data verrà definita prossimamente).

  • “Altro…”

    Per cominciare sappiate che non ci saranno semifinali sul campo com’è avvenuto lo scorso anno. Purtroppo la situazione sanitaria lo impedisce. Ci sarà però una selezione, tra tutte le ricette pervenute in redazione, che vedrà le 20 migliori creazioni essere pubblicate sul sito www.artistadelpanino.it e messe vaglio di chiunque desidererà votare per la propria ricetta preferita.

    Ma andiamo con ordine. Prima cosa da fare, per chi vuole partecipare è quella di iscriversi al concorso mandando fino a tre ricette alla redazione di Bargiornale.

    Le date utili per inviare la vostra creazione sono comprese tra l’1 luglio 2020 e il 20 ottobre 2020 (ricordatevi che quest’anno per partecipare, dovete inviare anche un video della preparazione). Per fare tutto basta che seguiate il link in questa pagina.

    Dopo il 20 ottobre la giuria tecnica selezionerà 20 ricette che saranno ammesse alla seconda fase, una sorta di semifinale on line alla quale tutti potranno esprimere il loro voto. Questa, infatti, consiste nella presentazione al grande pubblico delle 20 ricette prescelte. Sarà il pubblico stesso, tramite votazione on line, e poi la giuria composta dai quattro Artisti del Panino che si sono aggiudicati il concorso nelle edizioni precedenti a decretare gli otto finalisti che parteciperanno alla finale e alla superfinalissima dell’anno prossimo. Ricordate che sarà possibile votare tra il 15 novembre 2020 e il 15 dicembre 2020.

    Chi vuole partecipare deve sapere innanzitutto che i panini devono essere preparati partendo da una delle dieci referenze Agritech previste quest’anno (e che potete vedere nella galleria fotografica che pubblichiamo). Le referenze sono: Ciabattina di semola pretagliata; Pangog al tè matcha; Focaccino curcuma e lino; Croissant vuoto al burro; Sofficello multicereali; Pangog alla barbabietola; Focaccia ligure all’olio; Barretta ai cereali; Bocconcino romagnolo; Focaccia toast integrale. Per il resto il tema è libero e gli ingredienti che si possono prevedere sono a totale scelta del concorrente.

    Ricordate anche che i criteri di valutazione (che possono guidare la creazione della ricetta) sono: l’abbinamento degli ingredienti, l’originalità della ricetta, l’estetica, la velocità di preparazione (fissata comunque in massimo 10 minuti), la presentazione della ricetta in video.

    Cliccando sul link in evidenza planerete sulla pagina dove trovate il regolamento, il disciplinare dell’Accademia del panino Italiano e il form per la registrazione necessaria all’invio della o delle ricette (massimo tre come dicevamo) e quindi alla partecipazione al concorso.

    Quindi forza. Chi di voi sarà l’Artista del Panino 2020? R.Ba

Rapporto con i fornitori: la visita è ancora necessaria?

Razionalizzare: è la parola d’ordine con cui i gestori più evoluti hanno affrontato la ripresa post lockdown. Un’attitudine che ha coinvolto tutti gli aspetti della gestione, comprese le relazioni con i fornitori. Dall’indagine fatta da TradeLab e Bargiornale sulle scelte dei gestori di bar, ristoranti e hotel alla riapertura emerge una grande attenzione agli acquisti. «In questi mesi – spiega Bruna Boroni, Director industry away from home di TradeLab – oltre il 50% dei gestori prevede di ridurre l’elevato numero di fornitori con cui lavora per rendere più efficiente la gestione degli approvvigionamenti. In generale, i gestori dichiarano che utilizzeranno meno i grossisti – probabilmente anche per un tema legato ai pagamenti ancora dovuti -, cercando di rivolgersi direttamente ai produttori, soprattutto attraverso i siti aziendali. In lieve aumento anche l’utilizzo del Cash&carry».

  • “Altro…”

    I grossisti restano il canale privilegiato, usato da oltre 9 gestori su 10. Quel che accadrà, probabilmente, è un processo di selezione reciproca, in cui i gestori si affideranno ai fornitori più affidabili e più generosi nell’accogliere le loro richieste e i distributori a loro volta selezioneranno con cura chi sostenere, anche finanziariamente, e a chi magari non dare ulteriore credito.

    «Un altro elemento interessante che emerge – continua Boroni – è la diffusione nell’utilizzo delle piattaforme generaliste (alla Amazon, per intendersi) anche da parte dei gestori dei locali fuori casa: dichiarano di utilizzarle oltre il 40%, e un 9% ritiene che nel prossimo futuro incrementerà l’utilizzo di questi canali».

    Ma cosa vorrebbero i gestori di bar, ristoranti e hotel dai loro fornitori? La richiesta più importante (è venuta dal 69% degli intervistati) è il ritiro dei prodotti invenduti, specie se a scadenza ravvicinata. Molto importante è valutata una maggiore flessibilità nei termini di pagamento (62%), mentre nella fornitura di materiali la fanno da padrone le richieste di materiali specifici per la gestione della sicurezza (disinfettanti, mascherine, prodotti per la sanificazione ecc.) e per il delivery.

    Richieste aggiuntive a fronte di meno acquisti e più dilazioni: come uscire da questo vicolo cieco? Una possibile risposta la danno gli stessi gestori, mostrandosi molto più pronti di quanto spesso gli stessi distributori ipotizzino nel ricorrere a forme più evolute di gestione degli ordini.  «Un 44% degli intervistati ha dichiarato di preferire che il contatto con gli agenti, anziché attraverso la visita, avvenga via mail, telefono o videocall – spiega Boroni -. E a questi si aggiunge un 33% disposto a ordinare direttamente al telefono o tramite mail. Non mancano i gestori più evoluti: il 10% ha dato la propria preferenza all’acquisto tramite un’area del sito dedicata, un altro 16% tramite App, di un singolo fornitore (9%) o di un gruppo di fornitori (7%)». I più tradizionalisti si dimostrano i gestori di bar diurni, mentre i più innovativi sono i gestori di bar serali (più propensi alla tecnologia) e gli albergatori, più orientati invece sulla sostituzione delle visite con telefonate e mail. A.M.

Alpine Gin & Tonic, la proposta Roner per l’estate

La collaborazione tra due aziende di primo piano dell’Alto Adige, le Distillerie Roner di Termeno (Bz) e la Drink Fabrik di Lana (Bz) ha portato alla creazione di un nuovo e fresco cocktail dalle insolite note aromatiche come Alpine Gin & Tonic nelle “storiche” proporzioni 2/3 acqua tonica, 1/3 gin, ghiaccio e fetta di limone, da servire in bicchiere tumbler o coppa grande. In più Alpine Gin & Tonic può essere guarnito con un rametto di rosmarino.

In questo caso per Alpine Gin & Tonic sono stati impiegati il balsamico Z44 Distilled Dry Gin Roner e il Bio Tonic Water Organic Limestone di Drink Fabrik.

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I gradi alcolici di Z44 Dry Gin

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I mesi di maturazione delle pigne di cirmolo per Z44 Dry Gin

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I premi internazionali ricevuti da Z44 Dry Gin

  • “Altro…”

    Z44 Distilled Dry Gin Roner si distingue per l’utilizzo di una infusione di selezionate botaniche, scelte dal master distiller Helmut Oberhofer, che provengono principalmente dalle montagne altoatesine, con note erbacee e floreali di genziana, viola e achillea (rossa e bianca), con note agrumate di arancia, ma soprattutto con le originali note balsamiche dell’estratto di pigne di cirmolo (44° alc). Da notare la bottiglia in vetro chiaro da 70 cl con la colorata serigrafia delle botaniche impiegate. Il nome è ricavato dalla iniziale di zirbel (il nome tedesco di cirmolo) e dalla gradazione alcolica.

    Bio Tonic Water Organic Limestone è una acqua tonica premium che utilizza acqua di fonte alpina e ingredienti provenienti da agricoltura biologica, gluten free e senza alcuna aggiunta di composti artificiali. Delicatamente amara, è disponibile in bottiglie di vetro chiaro da 20 cl con tappo a vite.

    Gli ingredienti per realizzare il cocktail Alpine Gin & Tonic sono anche disponibili in confezione delivery in una pratica e colorata confezione in cartone contenente 2 bottiglie mignon di Z44 Distilled Dry Gin da 5 cl l’una e due bottiglie di Limestone Bio Tonic Water da 20 cl l’una. R.G.

Ferro China Bisleri ritorna in mani italiane

Continua la campagna acquisti del Gruppo Caffo 1915. Dopo aver messo a segno le acquisizioni di Petrus Boonekamp e dell’Elisir Borsci di S. Marzano, il gruppo calabrese si è aggiudicato un altro marchio storico noto per le sue proprietà medicinali e corroboranti. Si tratta di Ferro China Bisleri, brand che era confluito, dopo alterne vicende, nel portafoglio internazionale di Diageo. Ebbene, come aveva fatto nel 2019 per Petrus Boonekamp, ora la multinazionale britannica ha ceduto al gruppo calabrese anche il liquore inventato nel 1881 da Felice Bisleri (il valore della transazione non è stato reso noto). Per molti anni, Ferro China Bisleri era rimasta quiescente nel portafoglio del colosso, fino ad arrivare a cessarne la distribuzione.
«Noi che siamo nati in questo settore – ha dichiarato Giuseppe Caffo, presidente dell’omonimo gruppo – conosciamo bene la potenzialità del marchio Bisleri. Questa acquisizione rappresenta una grande conquista sia per il suo glorioso passato che per la sua storicità. Dal 1881, ha attraversato con gli italiani guerre, epidemie, carestie e viaggiato con i nostri emigrati in ogni angolo del mondo». Ha aggiunto Sebastiano Caffo, amministratore delegato del gruppo: «Come abbiamo già fatto con altri storici brand, uno tra tutti Elisir Borsci S. Marzano, portare un marchio importante come Ferro China Bisleri nel nostro portafoglio prodotti, significa tutelare la storia della liquoristica italiana».

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1881

Anno di nascita di Ferro China Bisleri

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21
°

Gradazione alcolica del liquore

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Formati disponibili 50 e 70 cl

  • “Altro…”

    Rispetto della ricetta originale

    Ferro China Bisleri è stato il primo liquore ad essere realizzato con il sale di un metallo (citrato di ferro), guadagnando il posto di precursore degli integratori e dei ricostituenti. Per questo, l’azienda calabrese sta pensando di far tornare il marchio in farmacia non solo con Ferro China ma anche con altre specialità a marchio Bisleri. L’infuso, già in lavorazione negli stabilimenti Caffo, sarà proposto secondo la ricetta originale con una gradazione alcolica di 21°, seguendo per intero e nei dettagli la ricetta storica manoscritta da Felice Bisleri, il cui originale è stato ritrovato grazie alla collaborazione di un suo discendente diretto. Ferro China Bisleri sarà proposta in mixology, come aperitivo e digestivo. È disponibile sull’e-commerce Caffo.store nella versione da 50 cl. e, a partire dalla fine di giugno, nella bottiglia da 70 cl. La bottiglia sarà sempre la stessa, originaria del 1881, leggermente rivista con un restyling che manterrà  il fascino della sua storia. C.B.

Food delivery e take away: i consigli degli esperti in un webinar live

Va in onda lunedì 6 luglio alle 16,30 il webinar live “Food delivery e take away: come conquistare i clienti anche a distanza” organizzato da Orogel. La partecipazione è gratuita previa registrazione. Il webinar fa parte del ciclo di 10 incontri #vicinisempre, messi a punto dall’azienda romagnola per dare ai gestori nuovi spunti, strumenti e idee utili per la ripartenza.

Il messaggio per i gestori di bar e ristoranti è chiaro: possono diventare una fonte di business aggiuntiva per i locali, ma solo a patto che vengano pensati, strutturati e realizzati con criterio. La domanda c’è. Cresceva prima del lockdown ed è destinata a crescere ulteriormente.

Quanto manca?

  • “Altro…”

    Quattro gli aspetti fondamentali attorno ai quali costruire una proposta di delivery e di asporto capace di fornire ricavi aggiuntivi ai locali: digitalizzazione, soprattutto per la parte di raccolta ordini e organizzazione delle consegne; menu dedicati, con piatti veloci da fare e adatti a essere trasportati; packaging capace di preservare la qualità del piatto e di veicolare l’immagine del locale che lo consegna; comunicazione.

    Per spiegare le scelte più utili da fare e i ragionamenti più interessanti se si vuole creare un business profittevole (in parallelo con l’attività classica di ristorazione, ma con logiche proprie), Orogel ha convocato due esperti: Marco Valerio Sarti, consulente e tecnologo alimentare e fondatore di Viesse Consulting, e Gaetano Ragunì, coordinatore Team Chef di Orogel e General Manager della Nazionale Italiana Cuochi. Saranno loro, insieme al conduttore Mattia Poggi, chef ligure e volto televisivo, i protagonisti del webinarAl termine ci sarà spazio anche per le domande degli ascoltatori.

    Il webinar fa parte del ciclo di 10 incontri #vicinisempre, organizzati dall’azienda romagnola per dare ai gestori nuovi spunti, strumenti e idee utili per la ripartenza. A.M.

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