Tra velluti, libri e spezie, The Orientalist a Firenze reinventa l’arte del bere lento

The Orientalist Leonardo Polvani
Leonardo Polvani, primo barman di The Orientalist
Ispirato alla leggendaria Biblioteca di Alessandria, il nuovo cocktail bar dell’Hotel Number Nine propone un viaggio tra libri e sapori, dove i cocktail firmati da Leonardo Polvani diventano racconti da vivere. Accanto alle creazioni signature, una selezione di classici “quasi dimenticati”

Nel cuore di Firenze, a pochi passi dal Duomo, l’Hotel Number Nine si conferma una delle realtà più dinamiche dell’hôtellerie cittadina. Parte del progetto House of Nine, brand indipendente della famiglia Moretti, guidato da Ginevra Moretti insieme al marito Maximilian Fane, la struttura rappresenta una delle operazioni più interessanti degli ultimi anni nel panorama fiorentino del lifestyle. Ristrutturato nel 2023, il complesso racchiude un boutique hotel cinque stelle, il primo Members Club della città, la Nine Spa & Wellness, il Daisy’s Restaurant con musica dal vivo e da pochi mesi anche The Orientalist, nuovo cocktail bar che unisce eleganza, viaggi e suggestioni letterarie.

Anni Venti in chiave esotica

Progettato da Ginevra Moretti, The Orientalist si inserisce nello spazio del Members Club, reinterpretando i club privati anglosassoni degli anni Venti in chiave esotica con velluti moreschi, luci soffuse e arredi dal fascino coloniale che evocano l’atmosfera dei salotti orientali, tra profumi di spezie e richiami al viaggio.

Ispirato alla leggendaria Biblioteca di Alessandria, il locale propone un percorso tra libri e sapori ed ogni cocktail diventa una storia da sfogliare, un racconto da vivere. L’esperienza è aperta a tutti: si può venire per un assaporare un drink, assistere ai concerti live del Daisy’s Restaurant, godersi la cigar room oppure la sala biliardo. Dietro il bancone c’è Leonardo Polvani, classe 1999, nato a Nairobi da padre fiorentino e cresciuto tra Africa ed Europa. Dopo esperienze tra Portogallo, Berlino e in Italia, oggi guida il bar con uno stile personale, artigianale e cosmopolita.

Un viaggio sensoriale

La nuova drink list, presentata da poco e frutto di mesi di ricerca, racconta la sua filosofia: cocktail che non confondono la mente, con pochi ingredienti chiari e leggibili, pensati per accompagnare l’ospite in un viaggio sensoriale lento e piacevole. «I cocktail che abbiamo creato evocano sensazioni di viaggio – racconta -. Mi ispiro spesso all’Oriente, alle sue spezie e alla sua filosofia del tempo: lenta, meditativa, sensoriale».

Il menu nasce come un indice ragionato di storie. L'intero staff ha condiviso letture e suggestioni, scegliendo opere capaci di evocare luoghi, tempi e stati d’animo. «Talvolta è partito prima il libro, cui è seguita la traduzione sensoriale dell’idea, altre volte, invece, prima l’idea di cocktail e in seguito il titolo che meglio lo potesse raccontare», spiega Polvani.

Un omaggio alla letteratura mondiale

Non si tratta di una collezione di ricette, ma di una mappa narrativa che invita a rallentare, a perdersi e a ritrovarsi, proprio come nella lettura di un buon romanzo. Per questo la carta mette insieme opere classiche e contemporanee, dall’avventura di Verne alla meditazione di Hesse, passando per Calvino, Murakami, Orwell, Hemingway.

Il menù, intitolato La Grande Biblioteca, si compone di quattordici signature cocktail che omaggiano la letteratura mondiale, con prezzi tra 16 e 22 euro come il Siddhartha (18 €) con Vodka al cocco tostato, cordiale di zenzero, cetriolo e aceto di mele, succo di lime e bordo al curry, Memorie di una Geisha (18 €) con Chivas Regal 18, sciroppo al tè nero, maraschino e tonico allo yuzu, Il Vecchio e il Mare (18 €) con Havana 3 años, Tio Pepe, vermouth bianco, cordiale agrumi, acqua di pomodoro, soluzione salina, pre-dinner sapido e marino.

Grandi classici quasi dimenticati

Accanto ai signature, Polvani propone anche una selezione di grandi classici in stile “transatlantico”, con prezzi compresi tra 10 e 15 euro; un omaggio ai cocktail immortali e a quelli “quasi dimenticati”, che lui ama riscoprire e reinterpretare con tocco personale. In carta troviamo, per esempio, l’Old Fashioned (12 €), il Whiskey Sour (14 €), il Martini Cocktail (14 €), il Negroni (12 €), il Manhattan (14 €), il Sazerac (12 €) e il Daisy’s Spritz (15 €), accanto ai più richiesti come Gin&Tonic, Espresso Martini e Bloody Mary.

«Ogni drink, anche il più semplice, deve avere qualcosa di mio – spiega Polvani -. Un dettaglio che lo renda riconoscibile, senza mai appesantirlo». Il suo Old Cuban rimane il cocktail del cuore: una versione personale con basilico e Franciacorta Ferghettina al posto di menta e Champagne, preparata con rum Santa Teresa, cordiale agli agrumi, lime e limone fresco. Avvolgente, con una nota spicy di pepe nero e una bolla che mantiene la bocca pulita, è perfetto come aperitivo.

Dialogo con la cucina

All’interno del Members Club, gli spazi del Daisy’s Restaurant, curato da Maximilian Fane, e di The Orientalist sono distinti ma contigui: due anime che convivono nella stessa area. I cocktail possono essere accompagnati da piccole tapas o dry snack, oppure dagli antipasti e crudi disponibili al bar; un dialogo continuo tra cucina, miscelazione e musica che rende l’esperienza all’interno di House of Nine coinvolgente e conviviale.

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