
Basta poco: scegliere un tavolo senza la gamba in mezzo, tenere il bagno pulito, offrire una cannuccia perché tutti possano bere il latte senza problemi. Per rendere il proprio locale inclusivo e accogliente (e non solo accessibile, come richiedono le norme di legge) per persone con disabilità o ridotte capacità motorie non servono per forza enormi investimenti, economici e non solo.
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Bastano pochi accorgimenti o attenzioni nella progettazione: per chi è, per esempio, su una sedia a rotelle, quei dettagli possono fare la differenza. E che permettono di parlare di usabilità, anziché di accessibilità, come spiega Massimo Fiori, presidente di Ruote a spasso Aps. L’associazione ha messo a punto il progetto UsAbile e la mappa dell’usabilità, uno strumento basato su Google Maps che raccoglie e recensisce infrastrutture, servizi, ristoranti e bar valutandone l’accoglienza per chi ha una disabilità. Una mappa colorata, consultabile sul sito Ruoteaspasso.it, con pin verdi, gialli e rossi, a seconda del livello di usabilità, valutati da un team di trenta persone con disabilità motoria.
Ne parliamo più nel dettaglio nell'articolo uscito sul numero di settembre di Bargiornale, da pagina 138. Intanto, chi volesse capire meglio qual è il grado di "usabilità" del proprio locale, può verificare compilando la check list apposita, che vi proponiamo anche sul numero cartaceo e che si può scaricare qui.
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Oltre a spazi, sedute e bagni, non bisogna mai dimenticare un fattore fondamentale: per l’inclusività è anche essenziale la formazione del personale, che deve avere la giusta sensibilità nel relazionarsi con tutti i clienti.


