
Il Giappone seduce la mixology, ormai lo vediamo e lo raccontiamo da tempo. Lo sanno bene da Sali, cocktail bar dall'anima izakaya al settimo piano del Radisson Collection Hotel Santa Sofia Milano., dove è da poco stata varata una drink list tutta incentrata su una giocosa inspirazione: il gioco d'azzardo giapponese.
Trasformare un gioco in un cocktail
Sali è una creatura di Alessandro Mario Cesario e Christian Brigliadoro, fondatori del Gruppo Sequoia, che dopo Casa Tobago a Milano hanno affidato la proposta di questo elengante izakaya all'esperto bar manager Dario Baturi (ex House of Ronin), che è anche sake sommelier, affiancato da Alessia Bellafante, da poco uscita dall'esperienza da Gesto. A questo duo si deve una nuova drink list che trae ispirazione dal mondo del gioco d'azzardo giapponese, trasformando in cocktail d'autore riti e suggestioni di diversi giochi.
La carta drink va dai 18 ai 22 euro, con due proposte alcohol free a 14 euro. Abbiamo chiesto a Dario Baturi di raccontarci i più emblematici.

Hanafuda, dal nome delle "carte dei fiori”, tradizionale mazzo giapponese usato in giochi come il Koi-Koi (un precursore delle nostre carte di scala 40). Elegante e setoso, il drink unisce Rump@blic con un taglio di rum agricole, canna da zucchero, crema di cocco e vetiver in un sorso che risulta floreale quanto basta, servito su una piccola tovaglietta e accompagnato dalla carte Hanafuda, che rimangono come omaggio ai clienti.
Pachinko, ispirato all'ibrido tra flipper e slot machine icona della cultura pop nipponica, è fruttato, bitter, acido ed effervescente, con Campari, Bulleit Bourbon, purea e succo di mango, vino acidificato e sciroppo alle cinque spezie.
Sugoraku è il nome di un gioco che ha varie declinazioni in Asia. Spiega Baturi: «Assume varie forme, a volte una sorta di backgammon, altre una specie di gioco dell'oca; da Sali diventa un drink di meditazione, di strategia, stile Old Fashioned: Sbollentiamo e grigliando la castagna, lavorandola con un whisky syrup. Poi aggiungiamo una generosa dose di whisky giapponese Hibiky Harmony e bitter al fungo hirochi, a legare le note del whisky e della castagna. Servito su cubo con fogliolina di Nasturzio».

Kakegurui, invece, non rimanda a un gioco specifico, ma al concetto di scommessa estrema, di brivido della scommessa. «È un po' la linea ispiratrice che sottende a tutta la drink list», spiega il bar manager. Il drink combina una foam di lemongrass, pepe Sichuan e cocco con l'acidità dello yuzu e le note dolci del melone invernale, esaltate dalle botaniche del gin e dai fiori di sambuco.
Obiettivo: distogliere lo sguardo dallo smartphone
Al di là dell'ispirazione e della tecnica, Baturi e Bellafante hanno impostato un servizio giocoso con un obiettivo preciso: «Ci eravamo stufati di vedere persone che invece di parlarsi si immergevano sui social, vogliamo che i nostri ospiti distolgano lo sguardo dallo schermo e tornino a bere qualcosa in compagnia. Portiamo volutamente una lista sola ogni due persone, a volte anche una ogni quattro. I menu sono accompagnati da un bicchierino scuro con dentro i dadi, invitiamo a scommettere e lasciare che siano i dadi a scegliere il cocktail». Insomma, una drink list che è una scommessa, in tutti i sensi.


