
Si conferma molto vivace il panorama dell’amaro italiano. Un mondo ricco e vario e dalla storia secolare che continua ad arricchirsi di nuove produzioni non di rado con proposte che della tradizione offrono un’interpretazione in chiave contemporanea. In questa categoria si colloca Kyma, un amaro artigianale al caffè made in Salento.
Lanciato lo scorso aprile, Kyma è frutto di un progetto firmato da Mattia Marti, che ora apre un nuovo capitolo nella sua carriera nel mondo beverage, iniziata come bartender presso il Quanto Basta di Lecce, proseguita nella distribuzione presso Mebimport Group, poi come brand ambassador di J.Rose Gin, accompagnato in questa avventura dal socio, l’amico e imprenditore Emiliano Inguscio.
«Abbiamo voluto realizzare un prodotto che rileggesse, fondendoli, due filoni della nostra tradizione liquoristica: quella del digestivo alle erbe e quella del liquore al caffè – racconta Marti -. Un prodotto dallo stile moderno, alternativo alle classiche proposte, in grado di accontentare i palati più diversi, ma anche i bartender, rispondendo alle esigenze della mixology contemporanea».
Ricco, complesso ed equilibrato
Un risultato ottenuto grazie una formula frutto di un accurata ricerca e sperimentazione la cui produzione è stata affidata a Liquorificio Italia, per garantire la massima qualità e artigianalità del prodotto. Il profilo aromatico di Kyma è costruito su una base di caffè 100% Arabica alla quale si unisce una selezione di botaniche che ne esaltano la complessità. In particolare troviamo il rabarbaro, che con il suo tocco legnoso dona profondità; il mandarino ad aggiungere una nota agrumata; l’artemisia e l’anice stellato che apportano un tocco balsamico; infine, la radice di cicoria e la genziana a chiudere il sorso con un’amarezza equilibrata.
Da questo incontro prende vita un amaro dal colore ambrato brillante, con riflessi dorati, e dal profilo ricco e complesso, dove le intense note di caffè si arricchiscono di sfumature balsamiche e agrumate, il tutto in un equilibrio perfetto, che ne fanno un ottimo dopo pasto da proporre come alternativa elegante e più moderna al classico digestivo. Un dopo pasto da servire liscio, a temperatura ambiente, per apprezzarne le sfumature più morbide e dolci, oppure freddo, tra i 4 e i 6 °C, per esaltarne l’anima più amara. Inoltre, si abbina bene a cioccolato fondente, dolci agrumati, gelati, pasticceria secca e a preparazioni alla mandorla, per un’esperienza gustativa ancora più ricca.
«La peculiarità di Kyma è di essere un prodotto dal carattere deciso e immediatamente riconoscibile, ma al tempo stesso di facile bevuta, anche in virtù della sua gradazione contenuta (alc 25% in vol) – racconta Marti -. Caratteristiche che lo fanno apprezzare sia da chi guarda alla tradizione, cercandovi elementi di novità, sia dalle nuove generazioni di consumatori, più attratte da proposte dal gusto meno spigoloso e low alcohol».
Ingrediente per cocktail d’autore
Ma un altro campo d’azione dove il nuovo arrivato sta dando alta prova di sé è la miscelazione, rivelandosi un ingrediente intrigante per la preparazione di diverse tipologie di cocktail. «In questa veste il suo gusto rotondo e la struttura pulita lo rendono perfetto per twist su classici, per esempio per dare una spinta aromatica a un Negroni, o aggiungere una elegante nota agrumata e balsamica a un Espresso Martini, o per creare dei long drink freschi e dissetanti, semplicemente unendolo a una tonica o a sodati all’arancia – spiega Marti -. Oppure come protagonista di innovativi signature.
E delle possibilità offerte da Kyma ai mixologist offrono una testimonianza le originali creazioni realizzate dai bartender di alcuni rinomati cocktail bar della Puglia, conquistati dall’aromaticità del nuovo prodotto (le ricette compete in fondo all’articolo). Come Et riposa, firmato da Giovanni Maffeo del Cibi e Spiriti di San Pancrazio Salentino (Brindisi), dove, attraverso un ponte di gusto che unisce Salento e Messico, l’amaro si miscela a mezcal, sciroppo di agave, fermentato di ananas e sale affumicato.
O Qui Quo Qua, creatura di Giuseppe Vicinanza del Quanto Basta di Lecce, dove a esaltare la ricchezza di Kyma è soda al marshmallow home made. O come Ronin, il signature ideato da Antonio Lecciso del Prohibition, sempre a Lecce, dove l’amaro al caffè si aggiunge a una base di Bulleit Bourbon, sciroppo alla nocciola e anice.
Le ricette
Et riposa di Giovanni Maffeo
Ingredienti:
3 cl Kyma l’amaro al caffè, 1,5 cl mezcal, 1 barspoon sciroppo d'agave, top fermentato d'ananas, sale affumicato
Preparazione:
build
Bicchiere:
Collins
Qui Quo Qua di Giuseppe Vicinanza
Ingredienti:
3 cl Kyma l’amaro al caffè, 10 cl soda al marshmallow home made*, ghiaccio Ice Stick
*soda al marchmallow: Ingredienti: 50 cl acqua, 50 gr marshmallow, 5 gocce di estratto di vaniglia, 2 Mint Breath Strips. Preparazione: cuocere gli ingredienti sottovuoto in roner a 50 °C per due ore. Filtrare e aggiungere al composto 10 cl di Fake lemon (10 cl di acqua e 6 gr di acido citrico) e 5 cl di sciroppo di zucchero 2:1
Preparazione:
build
Guarnizione:
marshmallow
Bicchiere:
Collins
Ronin di Antonio Lecciso
Ingredienti:
4,5 cl Bulleit Bourbon, 2 cl Kyma l’amaro al caffè, 1 bar spoon di sciroppo alla nocciola, 3 dash di anice
Preparazione:
build
Guarnizione:
una noce
Bicchiere:
Old Fashioned
Kyma Negroni
Ingredienti:
3 cl Kyma l’amaro al caffè, 2 cl gin, 2 cl bitter, 2 cl vermouth rosso
Preparazione:
build
Guarnizione:
scorza d’arancia
Bicchiere:
Old Fashioned
Kyma Espresso Martini
Ingredienti:
4 cl vodka, 3 cl Kyma l’amaro al caffè, 3 cl caffè espresso freddo, zucchero liquido
Preparazione:
shake & strain
Guarnizione:
3 chicchi di caffè
Bicchiere:
coppetta
Kyma Orange
Ingredienti:
5 cl Kyma l’amaro al caffè, 10 cl soda all'arancia
Preparazione:
build
Guarnizione:
una fetta d’arancia e un chicco di caffè
Bicchiere:
Collins bordato con zucchero di canna dopo averlo inumidito con una fetta di arancia


