La sostenibilità secondo Bombay Sapphire

Ivano Tonutti, Master of Botanicals di Bombay Sapphire
Diventare il primo grande brand di gin realizzato con il 100% di botaniche di origine sostenibile. Questo l’ambizioso obiettivo che Bombay Sapphire si è posto per la fine dell’anno. Abbiamo fatto il punto con Ivano Tonutti, da oltre vent’anni Master of Botanicals del celebre brand

Sostenibilità, una parola entrata ormai a far parte del lessico quotidiano. Ascoltata talmente tante volte che il rischio che si corre è quello di lasciarsela scivolare via, privandola di quell’importanza che, invece, ha. Per il presente ma, soprattutto, per il futuro. Tuttavia, se ci si concede un po’ di tempo per approfondire, si può arrivare a comprendere come la sostenibilità abbia diversi aspetti e coinvolga ambiti differenti. La riprova la si è avuta da una chiacchierata con Ivano Tonutti, l’italiano che da oltre vent’anni sceglie e seleziona le dieci botaniche che compongono il bouquet del gin Bombay Sapphire, brand di punta del gruppo Bacardi Martini e leader di categoria nel canale off trade con il 23,4% di market share.

 

L’annuncio di Bombay Sapphire riguarda appunto la sostenibilità che l’azienda conta di raggiungere per tutte le sue botaniche entro la fine del 2021. Otto hanno già raggiunto la certificazione For Life assegnata a livello internazionale da Ecocert mentre gli ultimi due, la liquirizia cinese e i grani di Paradiso del Ghana sono in dirittura d’arrivo. «Il concetto di sostenibilità è un concetto complesso - ci ha spiegato Tonutti - che coinvolge diversi aspetti e che parte dalla costruzione di un rapporto di fiducia con gli agricoltori. Molte delle botaniche che usiamo richiedono ancora un lavoro manuale, tramandato di generazione in generazione e la sostenibilità non può essere intesa solo dal punto di vista, per noi ovviamente fondamentale, della qualità del prodotto o dell’impatto ambientale del processo produttivo, ma pure sotto l’aspetto economico. E la sostenibilità economica si raggiunge mettendo a disposizione le risorse e la tecnologia necessaria a rendere il lavoro accettabile dal punto di vista umano e reddituale. Sono impegni che in Bombay Sapphire abbiamo a cuore anche perché abbiamo la necessità di assicurarci un lavoro duraturo e come possiamo garantircelo se un domani nessuno sarà più interessato a sbucciare manualmente i limoni come fanno i nostri fornitori spagnoli da sempre o non ci saranno più giovani che vorranno occuparsi della raccolta, anch’essa manuale, delle radici di iris in Toscana? La sostenibilità non è meramente una parola e nemmeno una semplice sensibilità ambientalista, è procurarsi reciprocamente un vantaggio che permetta a tutti di vivere un futuro, davvero, sostenibile. Ed è proprio per questo motivo che, ad esempio, in Ghana abbiamo fatto installare una pompa ad acqua che possa rifornire il villaggio e assunto un agronomo che possa dare consigli e guidare la cooperativa di agricoltori che ci fornisce i grani di Paradiso».

 

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