Barawards, la festa dei campioni del fuori casa

Lo scorso 2 dicembre l’aristocrazia del fuori casa si è riunita agli IBM Studios  in Piazza Gae Aulenti, nel cuore della Milano verticale, per celebrare i vincitori di Barawards 2019, il premio che valorizza le eccellenze dell’ospitalità made in Italy, promosso da Bargiornale, Ristoranti, Dolcegiornale e WeBar. A fare da Cicerone alla quinta edizione dell’evento che ha registrato il tutto esaurito, Stefano Nincevich, giornalista di Bargiornale, che ha presentato e animato l’intera serata di gala inaugurata da un aperitivo promosso dalle aziende sponsor.

  • “Altro…”

    La serata ha alternato momenti di intrattenimento con il contributo del video dj Marco Ossanna a momenti di partecipazione durante le numerose premiazioni dei Barawards (8 Premi dell’Innovazione dell’Anno e 16 premi a professionisti e locali dell’anno) che hanno visto oltre una cinquantina di professionisti dell’ospitalità italiana calcare il palco degli IBM Studios per ritirare i loro riconoscimenti. Molti i volti noti presenti ai Barawards come i bartender Edoardo Nono, Flavio Angiolillo, Salvatore Scamardella, Luca Picchi, Giacomo Giannotti, gli chef Daniel Canzian, Fabio Pisani, i maestri pasticceri Giacomo Besuschio, Loretta Fanella, Marcello Salvatori, i coffee experts Francesco Sanapo, Andrea Cremone, Eddy Righi e Vittorio Agosti.

    Super ospiti in platea

    Tra i super ospiti in platea il campione di flair Bruno Vanzan che in veste di imprenditore ha vinto con il suo Iovem il Premio Innovazione dell’Anno per la categoria alcolici. Tra i protagonisti più applauditi anche i rappresentanti di note aziende della nostra bar industry che si sono classificate ai primi tre posti delle nove categorie previste dal Premio Innovazione dell’Anno. A chiudere in bellezza la serata, allo scoccare della mezzanotte,  i 12 professionisti bartender del nostro Drink Team al completo che hanno dato appuntamento ai Barawards 2020. Guarda il video reportage della serata! C.B.

Barawards, le 8 magnifiche innovazioni dell’anno

Lo scorso 2 dicembre agli IBM Studios in piazza Gae Aulenti a Milano si sono tenuti i nostri Barawards e uno dei momenti più attesi dell’evento è stata la consegna dei Premi dell’Innovazione dell’Anno, riconoscimento promosso da Bargiornale, Ristoranti, Dolcegiornale e WeBar, dedicato a prodotti, servizi e tecnologie ad alto contenuto di innovazione pensati per il canale fuori casa. Otto le soluzioni, lanciate tra ottobre 2018 e settembre 2019, che si sono aggiudicate l’ambito riconoscimento che presentiamo in questa pagina con il diario fotografico delle premiazioni. A decretare tra i 79 prodotti finalisti quelli meritevoli di essere premiati, una supergiuria costituita da 100 esperti del food&beverage e giornalisti specializzati insieme al voto on-line dei lettori che hanno espresso più di 86.000 preferenze.

Barawards Innovazione 2019

Campari Barman Competition: tra questi 14 c’è il nuovo campione

È un casting molto particolare quello che andrà in scena a Roma il 13 gennaio 2020: saranno in 14 a contendersi i tre ruoli da protagonista in palio per il giorno successivo. Uno di loro tre, poi, verrà incoronato di fronte a centinaia di persone con l’ambito titolo di Campari Barman of the year 2020.
Spettacolo assicurato, visto che il tema della nuova edizione della Campari Barman Competition 2019, arrivato al settimo anno, è il rapporto tra Campari e il mondo del cinema.

  • “Altro…”

    Un rapporto che ha coinvolto negli anni un monumento come Federico Fellini e altri grandi registi del calibro di Paolo Sorrentino, Stefano Sollima e Matteo Garrone che hanno trasformato in immagini il concetto di Red Passion.

    Doppia sfida
    I protagonisti della semifinale, due barlady e 12 bartender, riproporranno in gara la ricetta (accanto alla loro foto trovate il nome del cocktail) che ha permesso loro di aggiudicarsi la tappa di selezione cui hanno partecipato. Milano, Firenze, Bari e Catania le città coinvolte quest’anno nelle selezioni, che hanno visto esibirsi dietro il bancone ben 350 professionisti.
    I tre finalisti avranno poi una giornata di tempo per creare il loro drink per la finale, su un tema che verrà svelato loro solo al termine della semifinale.
    Al vincitore andrà un premio – del valore di 6.200 euro – che comprende un Master di specializzazione “Campari Experience” presso Campari Academy, oltre a una serie di educational sul Campari Truck e di guest bartending in locali italiani e stranieri. Il secondo si aggiudicherà un corso “Barmaster” in Campari Academy (valore: 3.000 euro) mentre il terzo dovrà “accontentarsi”Un kit di materiali da bar esclusivo e personalizzato (valore: 800 euro). Roma è la terza città, dopo Firenze e Milano (dove si sono svolte le prime cinque edizioni), in cui sbarca la finale della Campari Barman Competition. A.M.

Davide Scabin apre Scabeat al Mercato Centrale di Roma

“Il futuro è ciò che ci siamo dimenticati”, parola di Scabin. E così la tradizione, nelle mani dello chef piemontese viene recuperata, ma con una tecnica… Per capirci: la ricetta è quella della nonna ma la ceramica del forno è ultramoderna. Accade nel nuovo ristorante (posto al primo piano del Mercato Centrale Roma) di Davide Scabin che si chiama Scabeat. Aperto a novembre propone un format provocatorio.

  • “Altro…”

    Innanzitutto perché allo Scabeat il Piemonte incontra il Lazio (non proprio due cucine affini) e poi perché qui Scabin reinventa i piatti della tradizione dando vita a un menu che mescola e reinventa i piatti della tradizione del Piemonte adattandoli alla romanità. Una combinazione che lo chef stellato, preparandosi ad arrivare per la prima volta nella capitale, scherzosamente ama definire “piemontesca”. «Vorrei portare un po’ di Piemonte a Roma – dice Davide Scabin – ma allo stesso tempo riuscire a interpretare bene la cucina romana, mettermi alla prova, reinventando piatti e sperimentando nuove ricette ricche di genialità e creatività. Ho in mente una cucina contemporanea, al passo con i tempi, dove ci saranno sicuramente i piatti della tradizione ma cotti sulla brace in pentole di ghisa utilizzando il Big Green già sperimentato al Mercato Centrale Torino: un modo di cucinare antico che richiede conoscenza e grande pazienza». «All’inizio saremo aperti solo a pranzo e cena – conclude Scabin – ma vorrei poi puntare sulle prime colazioni, proporre uova alla Benedict ai manager e imprenditori che scelgono proprio il mattino per incontrarsi al Mercato Centrale e chiudere affari prima di salire sul treno successivo». R.B.

Pasticceria e diner americano, la formula di Pop’s

“Aria internazionale e accoglienza all’italiana”. È questo lo spirito di Pop’s, la nuova Bakery&Diner in zona Prati, a pochi passi dal Palazzaccio, sede della Corte di Cassazione. Nato da un’idea di Giulia Gioannini, rampolla di una famiglia di imprenditori dediti alla ristorazione, Pop’s si ispira ai diner newyorkesi dell’East End e riprende la passione dell’imprenditrice per tutto ciò che ha a che fare con gli States. Ad aiutarla nella messa in opera del progetto, gli architetti di Rpm Project, specializzati in locali food&beverage (nel porfolio Baccano, la Zanzara, le due sedi di Neko Sushi e così via), che hanno dato vita a uno spazio accogliente dai colori vivaci.

  • “Altro…”

    Per l’offerta gastronomica, invece, è stata cruciale la collaborazione con Marco Morello (patron del banco Food Box a Testaccio, della trattoria Verbano e autore dei piatti di Drink Kong) e di Roberta Gesualdo, che viene da esperienze stellate fra il Noma di Copenaghen in Danimarca e il Mirazur di Mentone in Francia. È Morello a occuparsi della linea salata di Pop’s, mentre Gesualdo più che al passato stellato ha attinto alle ricette della nonna per un menu eclettico molto confort food. Carta dei dolci a disposizione in tutti i momenti della giornata, una proposta salata snella che comprende grandi classici come il club sandwich e gli hamburger, ma anche torte rustiche, stufati e formaggi. Immancabile il pollo fritto e, strizzando l’occhio ai molti stranieri che soggiornano in zona, alla mattina la proposta comprende un american breakfast a regola d’arte. Attenzione anche alla linea caffè, con diverse miscele disponibili e specialità monorigine. In sintesi un format originale e contemporaneo di pasticceria che guarda agli Stati Uniti e alla sua tradizione dolce-salata. A.T.

Un whisky bar nel centro di Genova

Nessuna insegna, ma una Harley parcheggiata davanti all’ingresso. Come logo, una Betty Boop caduta in un bicchiere. Da whiskey, ovviamente. Forse sarebbe piaciuto anche a Jim Morrison, sempre in cerca del prossimo whiskey bar. Il Neat Whisky Bar ha aperto da poco più di due mesi (inaugurazione lo scorso 16 ottobre), in piazza Embriaci, pieno centro storico di Genova. Là dove prima c’era un negozio di paralumi, oggi ci sono Luca Pelicci e Maurizio Di Vita, gli under 30 che gestiscono questo locale caldo e accogliente, dove sedersi al bel bancone in legno è quasi d’obbligo, mentre tutt’attorno gli occhi scivolano su oggetti da negozio d’anticaglie dall’atmosfera vintage: un manichino, un’acquasantiera, una sella da cavallo, un antico portale appeso alla parete.

  • “Altro…”

    Il whisky è il focus. Una novantina le referenze (in crescita), con tante etichette mainstream e qualche chicca, in rappresentanza dei giganti di questo distillato (Scozia, Irlanda, Nordamerica, Giappone) ma anche outsider come Messico, Islanda, Taiwan. E Italia. Non c’è carta (per ora): la clientela per orientarsi può guardare lo scaffale e lasciarsi consigliare dai ragazzi dietro il banco. Tanti prediligono il whisky in purezza (neat, appunto): l’acqua è a parte, a temperatura ambiente, irrobustita – nel caso di degustazione di un torbato – da due gocce dello stesso whisky per mantenere una coerenza gustativa. Ci sono anche cocktail (la mano è quella di Maurizio Di Vita). Old Fashioned e Whisky Sour, soprattutto, con proposte di twist della casa, arricchite da home made (infusioni e sciroppi). Il pubblico apprezza, e s’affolla in una eterogeneità di età ed esperienze: giovani e vecchi lupi di mare, novizi della torba e habitué di questo complesso distillato. A proposito di listini, i whisky in purezza vengono proposti in una fascia di prezzo dai 7 ai 25 euro, mentre i cocktail classici partono dagli 7 euro e quelli premium da 8 a 15 euro a seconda del whisky utilizzato (foto di Lucia Salsi). A.R.

Drink Team 2020 candidature aperte!

Candidature aperte fino al 31 gennaio per il Drink Team 2020. La nuova squadra di Bargiornale si occuperà di fare ricerca sui cosiddetti modern classics, cocktail in tanti casi popolari in Italia e, in altri poco, (ingiustamente) conosciuti. Il Drink Team dovrà confrontarsi con 9 must contemporanei. Scopri quali!

  • “Altro…”

    In ordine di apparizione, dal mese di maggio, ci occuperemo Old Cuban (di Audrey Sanders 2001), poi Paper Plane (Sam Ross, 2007), Porn Star Martini (Douglas Ankrah, 2002), Negroni Sbagliato (Mirko Stocchetto, 1972), Espresso Martini (Dick Bradsell, 1983), Gin Gin Mule (Audrey Sanders, 2000), Cosmopolitan (Toby Cecchini, 1988), Breakfast Martini (Salvatore Calabrese, 1996), Paloma (Don Javier Delgado). Come da tre anni a questa parte daremo la possibilità di candidarsi a tutti i bartender professionisti. La rosa della squadra 2020 sarà composta in tre fasi: autocandidatura; selezione da parte di coloro, da qui in poi “senatori”, che hanno fatto già parte del Drink Team; voto on line basato sulla short list di 24 candidati scaturita dalle preferenze espresse dai bartender che, dal 2012 al 2019, hanno fatto parte del Drink Team. Per cercare di trovare il punto di equilibrio tra le preferenze degli addetti ai lavori e del pubblico generico continueremo a dare pesi diversi alle due votazioni. Il voto dei senatori del Drink Team peserà per il 60%, quello del pubblico per il 40%. Per ultimo, ma non per importanza, anche per l’edizione 2020 riproporremo la fortunata rubrica curata da Daniele Gentili dedicata al food pairing e al fruttuoso sodalizio tra alta cucina e alta miscelazione.

    Leggi il regolamento ufficiale

    Tutti i bartender professionisti potranno candidarsi compilando, entro il 31 gennaio, l’apposito modulo online.

    • Non possono essere candidati né autocandidarsi coloro che hanno già fatto parte del Drink Team

    • Possono essere candidati o candidarsi coloro che, pur essendo stati candidati negli anni passati, non sono entrati a far parte del Drink Team

    • Ciascun “senatore” (ex componente delle precedenti otto edizioni del Drink Team) potrà indicare, dalla lista dei candidati, fino a 10 preferenze, cui attribuirà un punteggio decrescente da 10 a 1. I 24 che avranno ottenuto i punteggi più alti saranno candidati ufficiali al Drink Team 2020

    • Sarà successivamente pubblicata su tutti i nostri media la shortlist dei 24 candidati

    • Dal 26 febbraio al 16 marzo si aprirà il voto on line. Gli addetti ai lavori potranno scegliere fino a 3 tra i 24 candidati selezionati nella short list dai senatori del Drink Team. I 12 più votati entreranno a far parte del nuovo Drink Team

    • Il voto dei senatori del Drink Team peserà per il 60%, quello del voto on line il 40%

    • Il nuovo Drink Team sarà presentato debutterà con le proprie ricette dal numero di maggio 2020. S.N.

Hai tempo fino al 31 gennaio 2020

Artista del Panino, il 21 gennaio la finalissima

Si tiene il 21 gennaio (a Rimini durante il Sigep) la finale dell’Artista del Panino 2019, il concorso organizzato da Agritech e Bargiornale in collaborazione con l’Accademia del Panino Italiano e giunto alla sua quarta edizione. Dopo quattro tappe in tutta Italia si è infatti completata la lista dei magnifici otto che con le loro creazioni hanno conquistato benestare della giuria itinerante. E a Rimini la giuria sarà ancora più esigente. Max Mariola, chef mediatico di Gambero Rosso Channel, Barbara Rizzardini, direttrice dell’Accademia del Panino Italiano e Ivano Ricchebono, chef stellato del The Cook di Genova sono i super esperti che giudicheranno le otto creazioni, selezionate, lo ricordiamo, tra le circa 120 ricette arrivate alle semifinali.

  • “Altro…”

    E allora ecco gli otto finalisti: uno di loro al Sigep si aggiungerà al gotha di artisti finora composto da Giorgio Borrelli, Marco Carrieri e, dall’Artista del Panino in carica Gianpietro Sartori.

    Elena Amendolara, del Fishè di Palo del Colle (Ba)

    Domenico Bianco, della Salumeria Bianco di Putignano (Ba)

    Giulia Della Motta, del Beestrò di San Mauro Pascoli (Fc)

    Giacomo Dini, della Pasticceria fratelli Bonci di Montevarchi (Ar)

    Michele Locatelli, titolare del 18B di Brescia

    Patrizio Passavante, del Bar Conad Superstore di Avigliana (To)

    Valentino Ranuio, del Gusto Tondo di Cermenate (Co)

    Massimiliano Rossi, del Guagliò, ristorante Meridionale di Putignano (Ba)

Sweet&Shake Cup: sei finalisti per due vincitori

Andrà in scena martedì 21 gennaio 2020 la finale della seconda edizione della Sweet&Shake Cup: sei i protagonisti della sfida, che si sfideranno all’interno del Sigep allo stand Debic dalle 11 in avanti. Purtroppo solo sei, verrebbe da dire, vista l’alta qualità delle candidature arrivate in redazione a bargiornale che – da regolamento – ha costretto la giuria selezionatrice a lasciar fuori tante ottime ricette arrivate da tutt’Italia. Due i premi in palio: verranno scelti il miglior “Sweet drink”, rielaborazione in chiave liquida di un dessert, e il miglior “Coffee mix”, drink alcolico o analcolico che contenga caffè e panna. La gamma delle panne Debic è la protagonista dell’evento, che vuole mettere in luce la grande versatilità dell’ingrediente anche in miscelazione, oltre che in pasticceria.

  • “Altro…”

    I protagonisti della finale

    Per la categoria Sweet drink, i tre protagonisti della finale sono Jordy Di Leone del Blume di Roma, che resenterà il cocktail A-Frappé, Luca Menegazzodell’Estremadura Cafè di Verbania (il suo drink si chiama Ricordi di Maiori) e Dario Olmeo del Maracaibo Cocktail Bar di Alghero con Debic Seada.
    A sfidarsi per la realizzazione del miglior Coffee mix saranno Gian Maria Ciardulli del Donna di cuori di Roma (Conte Debic il nome del suo drink), Omar Corgnati del FukCocktail Bar di Firenze con New fashioned e Antonio Destino dell’Artisan Cafè di Bergamo con After Eight.
    Ai due vincitori andranno 500 euro in attrezzature professionali, messe a disposizione da Rg Commerciale. A.M.

A Riva del Garda è l’ora Hospitality, dal 2 al 5 febbraio

È quasi tutto pronto a Riva del Garda (Tn) per il debutto di Hospitality – Il Salone dell’Accoglienza (dal 2 al 5 febbraio 2020), la nuova identità di Expo Riva Hotel, storica fiera italiana leader nei settori dell’ospitalità e della ristorazione con un solido background di ben 43 edizioni. «Hospitality si propone come la più completa fiera italiana dedicata all’ospitalità e alla ristorazione, un settore rappresentato da tantissime realtà che si confrontano con un mondo in continua evoluzione e al passo con gli stili di vita – ha commentato Roberto Pellegrini, presidente di Riva del Garda Fierecongressi, l’ente organizzatore della manifestazione. – Attraverso questo percorso, l’evento che si è affermato negli anni come salone di riferimento in Italia, mira a capitalizzare l’esperienza del passato per interpretare la contemporaneità e proporsi come vero e proprio hub di tendenze e innovazioni sia nel nostro Paese che all’estero».

  • “Altro…”

    Parliamo, dunque, di un hub fieristico di oltre 40.000 mq  suddiviso in 9 padiglioni con la partecipazione di oltre 500 aziende (+44% le conferme degli espositori).

    Nuovi percorsi e tanta formazione

    Ovviamente, non si tratta solo di una mera operazione di rebranding: oltre al cambio di logo e al naming della manifestazione sono state consolidate e potenziate le tradizionali quattro aree tematiche della fiera sia nel visual, sia nel percorso espositivo: Contract & Wellness per la progettazione completa degli spazi attraverso artigianalità e soluzioni di design; Beverage, una vetrina esclusiva per grossisti e fornitori che si avvale di due eventi nell’evento con le aree speciali Solobirra e RPM- Riva Pianeta Mixology; Food & Equipment che sintetizza al suo interno cucina, materie prime e attrezzature per l’hotellerie; Renovation & Tech che offre soluzioni inedite e all’avanguardia per l’ecosostenibilità e la riqualificazione delle strutture ricettive. In particolare, l’area Food avrà 1.500 metri quadrati in più per accogliere anche nuove tipologie di prodotto come surgelati, fresco, pasti veloci, superfood, gelateria e la pasticceria. Sono stati implementati, inoltre, i percorsi tematici dedicati alle nuove abitudini e tradizioni alimentari come Gluten e Lactose Free, Bio, Vegan, Halal e Kosher per consentire agli espositori di comunicare al meglio la disponibilità di questi prodotti e agli operatori di rintracciarli con maggiore facilità. E anche quest’anno il salone proporrà alcuni appuntamenti che hanno già riscosso grande successo nelle ultime edizioni, quali i momenti di aggiornamento e formazione legati al mondo dell’ospitalità e della ristorazione professionale di Hospitality Academy (l’anno scorso oltre 100 i seminari in fiera tenuti collaborazione con Teamwork di Rimini), il progetto Solobirra, volto a valorizzare e favorire la diffusione di una vera e propria cultura della birra artigianale e RPM – Riva Pianeta Mixology, dedicato alle nuove tendenze del bere miscelato con masterclass e seminari professionali. Sul rinnovato sito della fiera sono già visibili tutti gli eventi in programma nel corso della quattro giorni della fiera compreso i loro protagonisti. Ad esempio, sei gli appuntamenti di formazione in programma a RPM – Riva Pianeta Mixology (lunedì 4, martedì 5 e mercoledì 6 febbraio) con educational tenuti da mixologist riconosciuti e premiati a livello italiano e internazionale come Flavio Angiolillo, Samuele Ambrosi, Giorgio Fadda o Leonardo Leuci. Per la cronaca nell’edizione 2018, il salone trentino aveva registrato numeri record: 525 espositori, 21.135 operatori professionisti e più di 28.000 visitatori: una performance che Hospitality punta a superare. C.B.

Quanto manca?

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