Fabiana Canella vince il premio Rémy Martin

La bartender Fabiana Canella vince la prima edizione italiana del Rémy Martin Bartender Talent Academy con un drink dall’ottimo equilibrio e dal profumo suadente, ma non invadente, di patchouli. Lo fa centrando anche uno degli obiettivi principali del regolamento internazionale: “Promuovere l’arte del bartending, la professione che abbiamo scelto, in modo professionale e stimolante”.

  • “Altro…”

    Fils du Vent di Canella è un drink dove Cognac Rémy Martin (importato e distribuito in Italia da Molinari) viene enfatizzato attraverso un puzzle di ingredienti tutti, o quasi, frutti della vite. «Il nome del mio drink Fils du Vent – specifica la vincitrice – significa figlio del vento. Quel vento che passa tra i grappoli d’uva e porta con sé i suoi profumi dalla Francia all’Italia. È un cocktail quasi completamente declinato su prodotti a base d’uva e rispecchia totalmente la mia passione per il vino. Ho voluto miscelare un Cognac di grande valore come Rémy Martin Accord Royal 1738 con altri prodotti che esaltassero i suoi profumi, senza aggredirlo ma piuttosto accarezzandolo e rendendolo più amabile. Soprattutto per chi non è abituato a bere questo tipo di distillato. Ed è un drink che già propongo con successo al bar». Missione compiuta per Fabiana Canella, bartender al Pesa Pubblica Milano, che vince quattro giorni al 20 Rue de la Société Vinicole di Cognac, sede storica della Maison Rémy Martin nella Charente. Alle spalle della eccellente concorrente milanese si sono classificati Giada D’Agui con Sorriso di Atlantide e Davide Rossi con Voulez-Vous? Il tutto al termine di un’interessante sessione di prove, andata in scena a inizio luglio alla Flair Academy di Milano, alle quale hanno partecipato anche Cristian Vincenzo D’Aloja, Yuri Antonellis, Marco Carioti, Giuseppe Tallarita, Davide Fellacara e Alessandro Maltarolo. In giuria Salvatore Longo, Brand Ambassador Molinari; Max Negrini di Flair Academy e Stefano Nincevich per Bargiornale che hanno consegnato a Fabiana Canella il biglietto per la finale internazionale di Rémy Martin Bartender Talent Academy. S.N.

Sgroppini, pizza alla cannabis e gelati per cani

Tramezzini e Spritz, sgroppini e cicchetti vari. No, non siamo a Venezia, ma al Greenwich Village di New York. Qui ha aperto di recente un piccolo bar che è già sulla bocca di tutti: il Bar Pisellino (52 Grove Street). Il nuovo locale, aperto ogni giorno dalle 15 alle 24, si sviluppa su una superficie complessiva di 56 metri quadri e ha più posti a sedere nel dehors che all’interno. Tre volte di più. Le proprietarie, Rita Sodi (originaria di Barberino di Mugello) e Jody Williams, due pluripremiate chef, rivelano d’essersi ispirate ai grandi bar classici italiani di Milano, Venezia, Torino, Roma e Firenze. I drink sono affidati al mixologist John Mullen, già al Maison Pre-miere di Brooklyn. La carta comprende una variante dello Spumoni Cocktail (gin, grani di pepe rosa, pompelmo, acqua tonica, Campari), lo Sgroppino (sorbetto di limone, Prosecco, vodka), un drink al pistacchio e un Aperol Spritz servito alla spina. La sezione food include, oltre a cicchetti e tramezzini, bomboloni, tramezzini e patatine cacio e pepe fatte in casa.

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Tramezzini e Spritz, Sgroppini e cicchetti vari. No, non siamo a Venezia, ma al Greenwich Village di New York. Qui ha aperto di recente un piccolo bar che è già sulla bocca di tutti: il Bar Pisellino. I drink sono affidati al mixologist John Mullen, già al Maison Premiere di Brooklyn. Tra i drink proposti anche lo Spritz alla spina.

Ollies-ice-cream-dog

Ollie’s Ice Cream + Stuff a Brooklyn è una gelateria che serve anche gelati per gli amici a quattro zampe. Il proprietario Eric Kyriakopoulos (34 anni) racconta che solo nel giorno dell’inagurazione, avvenuta lo scorso giugno, sono state servite mille persone e venduti ben 300 gelati per cani!

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A Brooklyn fa furore Stoned Gourmet Cannabis (thepizzapusha.info), pizzeria take-away e delivery, guidata da Chris “The Pizza Pusha” Barrett. La sua Stoned Gourmet Cannabis Pizza è molto richiesta e su Instagram si vedono diverse celebrità posare con la Stoned pizza nella scatola d’asporto.

  • “Altro…”

    Ma le stranezze nella Grande Mela non finiscono qui. A Brooklyn sta facendo furore anche Stoned Gourmet Cannabis, pizzeria d’asporto con consegna a domicilio, guidata da Chris “The Pizza Pusha” Barrett. La sua Stoned Gourmet Cannabis Pizza è molto richiesta e su Instagram si vedono diverse celebrità posare con la sua Stoned Pizza alla cannabis molto particolare nella scatola d’asporto. Nello stesso quartiere si può passare dalla pizza al gelato. Anche per cani. L’Ollie’s Ice Cream + Stuff (158 Irving Avenue, Brooklyn) è, infatti, una gelateria che serve anche gelati per gli amici a quattro zampe. Il proprietario Eric Kyriakopoulos (34 anni) spiega: «La mia ragazza ed io amiamo molto gelati e dessert e in questa zona li trovavamo solo nei supermarket. Da qui nasce l’idea di aprire una gelateria artigianale, ma un po’ diversa dal solito. Abbiamo un cane, Simon, e così ho imparato a preparare per lui il “Peanut Butter Pumpkin Butt”, con purè di zucca (ottimo per il sistema digerente), burro di arachidi senza zucchero e yogurt di anacardo, senza grassi, per renderlo cremoso. Abbiamo aperto il primo giugno, a mezzogiorno e c’era una lunga coda di gente in compagnia dei propri cani: mille persone in 8 ore. Abbiamo venduto ben 300 gelati per cani!». G.B.

Torino, capitale (per un giorno) dello spirito tiki

Il nuovo trend della mixology italiana? Parla tiki. Lo dimostrano nuove illustri aperture, ma anche la prima edizione del Tiki Cocktail Contest, che si è svolto lo scorso 16 luglio sulla Terrazza della Nuvola Lavazza di Torino. 10 bartender si sono sfidati nella ricerca del cocktail tiki perfetto, sperimentando i confini dei prodotti di Rinaldi 1957, partner dell’evento: dai rhum agricole della Martinica La Mauny e Trois Rivières al Don Papa filippino, all’indonesiano Naga, fino al nuovo Batida Com Rum e alla classica Batida de Coco. Al termine della sarata, una giuria tecnica e il pubblico presente hanno decretato il team vincente. È stato quello del Nat Cocktail House di Torino, locale di Piazza Vittorio capitanato dai barman Patrick Piazza, Michael Faccenda ed Emanuele Russo.

  • “Altro…”

    A completare il team, anche Davide Cacciolatto, Giusi Fiorenza, Simone Minniti e Francesca Braga. Con il Menehunes Tai (4.5 cl Don Papa, 1.5 cl Trois Rivières, 2 cl lime, 3 cl vermouth infuso all’ananas e mandorle dolci e amare), azzeccata rivisitazione del Mai Tai, e con l’Hula Girl Island (6 cl Don Papa, 6 cl acqua di cocco, 3 cl lime, 4 cl sciroppo di brandy alla coca cola e noce di burro), drink ispirato alla cultura di Trader Vic e del famosissimo Fog Cutter, hanno sbaragliato una concorrenza di altissimo livello. «È stata una bellissima serata, in una location straordinaria – racconta Gabriele Rondani, direttore marketing e PR di Rinaldi 1957 -. Come sempre l’organizzazione di To Be Events è stata perfetta e ha portato un pubblico numeroso, giovane e attento. Ottima la qualità dei cocktail, che hanno fatto uscire l’anima del distillato e si sono distinti per estetica delle presentazioni ed equilibrio dei sapori». Ma non è stata una competizione semplice. Piuttosto una vera e propria drink experience – totalmente plastic free – in cui i cocktail tiki hanno avuto l’accompagnamento di una selezione di piatti ispirati a ricette esotiche e creati da Luca Andrè, chef e patron di Soul Kitchen, Yari Sità del nuovo Taperia y Cocina e gli chef di Pacifik Poke, cucina hawaiana (foto: Paolo Formica). A.R.

Da Tr3nd ritornano gli anni Novanta

Per i nostalgici degli anni Novanta, il bengodi si cela sotto i portici di piazza Vittorio Veneto (al 19), a Torino. Perché qui, lo scorso maggio, ha aperto Tr3nd, bar completamente ambientato nel decennio segnato da vhs e floppy disk, Sega Master System e Reebok Pump. Dietro al progetto ci sono Salvatore Romano e Gigi Iula (del BARZ8) ed Emiliano Infascelli (del KM 5). Aperto tutte le sere dell’anno, dalle 18 alle 3, Tr3nd è un localeche permette di viaggiare nel tempo. Basta un passo per essere inghiottiti nel passato. I pilastri dell’esperienza sono l’emotività – ossia il gioco dei ricordi – e la continua interazione. Dal gratta e vinci con cui si viene accolti (col quale vincere consumazioni premio in altri locali gestiti dai titolari), ai gettoni che accompagnano le consumazioni e che permettono di giocare ai videogames. Alla fine, infatti, tutto sfocia nel gaming e nel puro intrattenimento.

  • “Altro…”

    Il menu è caratterizzato da 15 cocktail (prezzo medio 10 euro), ideati da Salvatore Romano, che cambieranno ogni tre mesi, nel segno della stagionalità di frutta, verdura, erbe aromatiche. Nel bicchiere, i grandi classici sono rivisitati con fantasia. Come il Boombastic (blend di rum giamaicani, Orange Curacao, mix di agrumi, zucchero al pistacchio e mandorla, succo di mela verde ed estratto di carota), servito in una cover di jeans Levi’s (a ricordare una celebre pubblicità). O il Toad (vermouth Rubino Martini, Bitter Martini Riserva, infuso ai funghi, cordiale di santoreggia Apojuice), che richiama nel nome il funghetto di Super Mario Bros. In accompagnamento, tapas, piccoli panini e pinchos. Il successo è stato immediato e la formula è stata apprezzata soprattutto da un pubblico “adulto” (il target è in genere dai 35 anni in su). Anche perché l’esperienza negli anni ’90 non durerà per sempre. Nel 2021 infatti ci si tufferà negli anni ’50 e nel 2022 nel futuro, e così via. Come una vera macchina del tempo. A.R.

A Castellammare il nuovo lab dell’alchimista Scamardella

Da sempre, nella storia partenopea, Castellammare di Stabia (Na) ha rappresentato il ponte con quello che accadeva nel mondo. Meta turistica dei Grand Tour di inizio Novecento, in passato è stata sede di diversi grandi alberghi. Un ruolo di avanguardia che, da poche settimane, riveste anche nel bartending con Piazza Vanvitelli. Un’insegna che, nelle intenzioni del patron Antonio Cuomo, nasce da un concept molto particolare e meridionale allo stesso tempo. Una filosofia ben precisa, espressa nei suoi pergolati, nel vasto spazio centrale, nei piccoli porticati che ospitano il lato caffetteria e, più in alto, il tapas resturant (11 le scelte salate, due le dolci). Ma la sorpresa nella sorpresa è il nuovo Experimental Bar di Piazza Vanvitelli, curato da uno dei nomi più in vista della mixology nostrana: Salvatore Scamardella, professionista di origini napoletane e vincitore dell’edizione italiana di World Class 2019.

  • “Altro…”

    All’Experimental Bar l’impronta di Scamardella c’è e si fa sentire. Più che un luogo dove bere, si ha l’impressione di stare in un laboratorio: di fronte a noi, osserviamo Rotovapor, estrattori di ogni sorta e un abbattitore posizionato sotto il vasto bottigliere. A lato, notiamo perfino un piccolo distillatore. Sono gli strumenti fondamentali della miscelazione di Scamardella, basata su preparazioni e ricostruzioni di materie prime, distillati e cocktail, rielaborati per dare forma a miscele uniche, quanto spiazzanti. La missione è quella di scompaginare le convenzioni, partendo da una piccola realtà del meridione, introducendo nuovi gusti e nuove sfumature di sapore. Non è un caso, se la prima drink list del nuovo corso (15 i cocktail in menu, prezzo 12 euro) sia ispirata a diversi nomi della cucina contemporanea: dall’immancabile Massimo Bottura passando per Will Goldfarb fino a Olivero Enrique. Una direzione, dunque, nel segno dell’avanguardia, per il banco bar di Piazza Vanvitelli, che arriva anche dalle decorazioni super elaborate, dai tanti bicchieri di design e dalle mug personalizzate. Tra tutti i drink, spicca l’Alex Atala: miscela di Scotch whisky lavato con olio di arachidi, liquore alla rucola e country wine di papaya. Il tutto sovrastato da una spuma di yogurt e formiche alimentari e servite in una mug gigantesca con la forma dell’insetto operaio per eccellenza. G.C.

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Dario Iazzetta

del Flanagan’s di Napoli

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    Ci descrivi il vostro locale e qual è la filosofia che lo ispira?

    Il Flanagan’s è aperto da circa 4 anni. È un piccolo cocktail bar situato nella zona Baretti di Chiaia, a Napoli, curatissimo nei dettagli, dove ad un ambiente informale uniamo un servizio attento alla qualità dei prodotti. Il nostro menù cambia ogni 6 mesi e contiene una selezione di classici e contemporanei affiancata a 12 Signature Cocktail più ricercati.

    Cosa vi dà in più il fatto di far parte della community Jim Beam The Family?

    Ci inorgoglisce essere stati selezionati per far parte di questo progetto. Jim Beam è un brand che piace molto, ci divertiamo molto a cimentarci nelle Challenge. È divertente anche per i nostri clienti prendervi parte.

    Whiskey Americani e Bourbon: i vostri pareri personali

    I whiskey americani sono fra i più delicati e i più piacevoli da bere, anche lisci. I loro sentori di vaniglia e caramello li rendono perfetti per la miscelazione ed inoltre hanno un migliore rapporto qualità / prezzo rispetto ad altri spirits. Jim Beam è un ottimo bourbon, semplice da degustare, perfetto per fare drink e perfetto per avvicinarsi al mondo dei bourbon.

    Una vostra proposta di signature cocktail Jim Beam Highball

    Per la Challenge abbiamo proposto ai nostri clienti il Coffee Beam. Visto che siamo a Napoli, ci siamo divertiti a giocare con il caffè e con Jim Beam. Abbiamo creato un sodato composto da caffè espresso allungato con acqua, zucchero e soda, che unito al Jim Beam e ad un peel di limone fresco crea il Coffe Beam.

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Matteo Giacinti

del The Race Club di Roma

  • Leggi l'intervista

     

    Ci descrivi il vostro locale e qual è la filosofia che lo ispira?

    Il nostro The Race Club è un secret bar di Roma che si propone come punto di unione tra il presente e le vecchie tradizioni del passato del beverage. Il tutto in un’ambiente particolare, un’officina meccanica, arredata con materiali selezionati da noi stessi. Il nostro è un club unico, con un mood che non si trova da nessun’altra parte.

    Cosa vi dà in più il fatto di far parte della community Jim Beam The Family?

    Ci dà autenticità e passione, aspetti che rappresentano Jim Beam e che da 7 generazioni vengono tramandati nella Famiglia Beam per produrre questo Bourbon.

    Whiskey Americani e Bourbon: i vostri pareri personali

    Tutti i nostri bartender del The Race sono amanti dei whiskey. Teniamo in bottigliera molti più whisky che altri prodotti. Li proviamo e li degustiamo per trovare quelli giusti che esprimono i sentori che più si adattano alla nostra mixology. Secondo noi, tutti i locali di Roma dovrebbero avere Jim Beam: è buono da degustare ed è divertente lavorarci per creare i drink.

    Una vostra proposta di signature cocktail Jim Beam Highball

    Nella nostra signature list del The Race c’è un drink storico, creato molto tempo fa, il nostro cavallo di battaglia: il Tex Willer con Jim Beam. È un twist dell’Old Fashioned, dove oltre a 60 ml di Jim Beam, al posto della zolletta di zucchero c’è un honey mix, del liquore al fico, chocolate cookies al posto dell’angostura.

S’alza il sipario su Esotico Miami, tiki lounge da favola

Il primo agosto inaugura in Florida Esotico Miami, il nuovo locale firmato da DDP, all’anagrafe Daniele Dalla Pola, tra i protagonisti indiscussi della new wave Tiki internazionale. Il fondatore del Nu Lounge di Bologna, ma habitué da decenni della Florida, approda nel moderno quartiere Arts & Entertainment District di Miami al piano terreno di un palazzo (1600 NE 1st Ave.) che accoglie 530 appartamenti di lusso.

  • “Altro…”

    Esotico Miami è un locale da favola per adulti: 500 metri quadrati, 160 posti a sedere, arredi in bambù, palle galleggianti da pesca appese al soffitto, 365 rum a disposizione e tutto il memorabilia di oggetti esotici raccolti da DDP nei suoi numerosi viaggi intorno al mondo. Alle pareti spiccano le scritte al neon e i wallpaper disegnati da Momenti Italian Custom Design in stile giungla con tanto di tucani, pappagalli, fiori. Il pavimento è un’originale scacchiera, in bianco e nero, che dà all’ambiente un tocco di freschezza e modernità. Al nuovo progetto hanno collaborato alcuni famosi artisti del mondo Tiki come Jatiki, nome d’arte di Jason Souriolle, maestro nell’intaglio del legno che realizza tavole da surf, sculture Moai e originali ami da pesca decorativi. La linea limited edition delle mug (i bicchieri sono uno degli elementi distintivi di un locale Tiki) è stata curata da Eekum Bookum che ha realizzato quattro opere d’arte come il bicchiere con le sembianze di Elvis per il drink King Ta Moko, una meravigliosa unione tra gin, frutto della passione, succo fresco di agrumi e Dan’s No. 9 (sciroppo di zenzero, orzata, pimento). La carta comprende 30 drink tra classici, rivisitazioni, drink originali e ottimi analcolici. Ci sono tutti i classici contemporanei di DDP come il Nu Mai Tai e la Sexy Colada. Il servizio avviene anche in contenitori scenografici come il forziere dei pirati o una gigantesca conchiglia. E tutti i contenitori, come specificato nel menu, sono acquistabili. «La cucina è curata da Robert Dubois, finto chef hawaiano, perché un elemento faux tropical ci vuole sempre in un locale Tiki», dice DDP con il suo contagioso sorriso. Dubois, nome d’arte Koa come il robusto legno hawaiano, ha messo in carta un risotto al nero di seppia con polipo e un tentacolare Hot Dog, sempre con polipo. Ricca, anzi ricchissima,la programmazione artistica, con serate animate da musica rockabilly dal vivo, la “Pin-up night” e un sosia di Elvis Presley in giro per i tavoli del brunch domenicale. S.N.

Sweet&Shake Cup: inventa il nuovo drink a base panna

Baristi e bartender, è il momento di raccogliere la sfida e fare appello alla vostra creatività: scegliete il tipo di panna che più vi ispira, che sia Spray o liquida poco importa, e proponeteci le vostre creazioni. Un cocktail, certo, ma anche un drink analcolico. Il casting inizierà in autunno. Obiettivo: selezionare  i sei professionisti che si sfideranno sul palcoscenico del Sigep per la finale della nuova edizione di Sweet&Shake Cup, concorso organizzato da Debic in collaborazione con Bargiornale.

  • “Altro…”

    In palio, un buono da 500 euro in attrezzature professionali, messe a disposizione da Rg Commerciale. Anzi, due. Perché i vincitori saranno due, uno per ognuna delle categorie in cui è diviso il concorso: Sweet &drink, ovvero un dessert in forma liquida, e Coffee mix, cioè un drink a base di panna e caffè. Mettetevi alla prova lavorando sulle cinque C attorno a cui costruire un drink equilibrato, seducente, elegante e gradevole: contrasti, consistenze, combinazioni, colori, contenitori. Sfruttando al meglio la principale caratteristica che la panna mette a disposizione a chi è capace di maneggiarla con cura e sapienza: la grande versatilità. «La panna liquida può essere utilizzata per dare complessità, texture e consistenza al drink – spiega Marco Pipp, vincitore della prima edizione di Sweet&Shake Cup nella categoria Sweet drink -; quella montata regala un tocco scenografico ma può anche veicolare nuove aromatizzazioni. E l’abbinamento panna-caffè può essere un ottimo  spunto per attualizzare alcuni drink classici come l’Espresso Martini o il White Russian». Sarai tu a creare il prossimo grande classico a base panna? Mettiti alla prova! A.M.

Artista del Panino: iscriviti alla tappa di Milano

La prima tappa che stabilirà i primi due finalisti dell’Artista del panino on Tour 2019 si avvicina. C’è infatti tempo solo fino al 17 settembre per inviare la ricetta con cui iscriversi e partecipare alle preselezioni della semifinale di Milano (che si terrà poi fisicamente il 30 settembre presso la sede dell’Accademia del Panino Italiano, in via Pompeo Leoni 2 nel capoluogo lombardo).

  • “Altro…”

    Partecipare alla selezione per la tappa milanese è semplice. Basta collegarsi a questo link e inviare la vostra ricetta che si deve basare su una delle diverse referenze Agritech previste per ogni tappa (sotto trovate i tre pani Agritech che verranno utilizzati a Milano). Per il resto, potete combinare gli ingredienti che preferite. Diversamente dalle precedenti edizioni, non sono infatti previsti “paletti” alla fantasia. Potete presentare un panino che servite normalmente nel vostro locale, oppure crearne uno appositamente. Il tema è libero e le ricette possono ispirarsi sia alla tradizione sia a “nuove” materie prime. Sappiate che le giurie valutano aspetti quali: abbinamento degli ingredienti, originalità della ricetta, estetica, gusto, velocità di preparazione, facilità di consumo senza forchetta e coltello, prezzo vendita in linea con il segmento panini, esposizione della ricetta. R.B.

Clicca e scegli il pane Agritech per la tappa di Milano

Panotto alla spirulina

Panotto alla spirulina

Peso
100 grammi

Caratteristiche
Sfizioso e leggero, perfetto per per essere servito con diversi tipi di farciture. Realizzato con semola rimacinata di grano duro e spirulina biologica, il panino a forma di otto presenta semi di girasole e miglio in superficie, che arricchiscono il sapore e rendono la crosta croccante.

Rosa Rustica

Rosa Rustica

Peso
90 grammi

Caratteristiche
Una gustosa rivisitazione della classica rosetta, realizzata con farina di frumento, segale, orzo maltato, frumento maltato. La rosa rustica ha un aspetto artigianale grazie alle spaccature naturali della crosta che ricordano dei boccioli di rosa. La mollica è alveolata e la crosta croccante.

Baguelino Scuro

Baguelino Scuro

Peso
125 grammi

Caratteristiche
Panino di forma allungata color bruno scuro, dal gusto pieno e deciso. È a base di farine di: frumento, segale, malto di frumento torrefatto, avena, frumento maltato. Si presta a ogni tipo di farcitura perché riesce ad accompagnare i sapori più decisi e ad esaltare quelli più delicati.

I millennials italiani allo specchio

Cosa pensano i cosiddetti millenials? E, cioè, coloro che sono nati negli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso scorso. Non è una domanda retorica. Chi sta dietro a un banco deve imparare a conoscere i propri clienti: non solo i loro i gusti, ma anche i loro profili psicologici. Anche perché parliamo di una popolazione di circa 13 milioni di persone, grandi utilizzatori di Internet e dei social (76% del totale), che sta segnando di passaggio alla società digitale. A questo proposito a farne un identikit ci ha pensato Grey Goose, premium vodka di Bacardi – Martini, insieme all’istituto di ricerca milanese Trade Lab che ha effettuato un sondaggio su più di 800 italiani dai 20 ai 35 anni. L’obiettivo era sondare il loro approccio al “live victoriusly”, ovvero a vivere in maniera vittoriosa ogni piccola e grande conquista della vita, celebrando i piccoli successi quotidiani. Ebbene, se per 1 millennial su 2 (54%) la carriera è l’obiettivo numero 1, solo il 25% si sente pienamente realizzato. Soddisfatti invece in amore (39%), anche se in questo campo è soprattutto la donna a volere, come obiettivo a lungo termine, mettere su famiglia (68%). Per entrambi però quello a cui non rinunciano è dedicare tempo a se stessi (54%) per la propria cura o per rilassarsi con famiglia e amici. E se si chiede se si sentono “leone” o “gazzella”, 6 su 10 ammettono di non sentirsi pienamente appagati e di avere difficoltà a vivere in maniera vittoriosa la propria vita. Per quasi 3 su 10 l’esempio da seguire rimangono i propri genitori, anche se nel mondo dello sport e del sociale non mancano i modelli di coloro che ce l’hanno fatta a vincere contro le avversità: tra tutti spiccano Bebe Vio (24%), Alex Zanardi (19%) e Nelson Mandela (13%). 

  • “Altro…”

    Una generazione di “lottatori”

    I millennials, concludono i ricercatori di Trade Lab, appaiono comunque come una generazione capace di vivere in maniera equilibrata: se è vero che solo 4 su 10 si considerano “vincenti” a pieno titolo, 8 su 10 non smettono di credere in loro stessi e nelle loro possibilità, tanto da compiacersi quando raggiungono un piccolo grande successo quotidiano: che si tratti di un esame universitario brillantemente superato (14%), o di un complimento del proprio capo (42%), oppure superare una propria paura o un limite (45%). Sono queste le vittorie che vengono celebrate con amici (48%) o in compagnia della propria metà (46%). In che modo? Con un aperitivo (35%), rito sociale tipico di questa generazione, oppure con un regalo per sé (46%).  Tutto serve come stimolo a fare sempre meglio (37%) e come iniezione di autostima (27%). “Live victoriously” è anche il nuovo concept di marca di Grey Goose alla cui base c’è l’dea di dare una risposta ai consumatori che ricercano marchi di lusso autentici con i quali relazionarsi. Tenendo presente che la realizzazione personale, infatti, non si ottiene semplicemente impressionando gli altri, ma celebrando i momenti che contano, grandi e piccoli che siano. Sempre sotto il segno di “live victoriously” è nata una drink list con 8 cocktail d’autore (4 firmati da Alex Frezza e 4 da Mario Farulla) che da luglio fino al 20 gennaio 2020 saranno presenti in cocktail bar selezionati di Lombardia, Lazio, Romagna, Versilia e Veneto nel corso di serate dedicate alla premium vodka. Last but not least e sempre sotto il cappello di “live victoriously”, Grey Goose ha avviato una serie di podcast dedicati ai protagonisti della mixology italiana. Un format innovativo partito dall’Octavius Bar at The Stage di Milano, prima tappa del tour di Grey Goose, con il podcast di Rachele Giglioni, brand ambassador della premium vodka del gruppo Bacardi Martini, al “padrone di casa” dell’Octavius Bar, Francesco Cione. C.B.

Underberg, Bob’s e Violento, tris di bitter da miscelazione

Le caratteristiche aromatiche di bitter e amari stanno tornando all’attenzione dei bartender per sviluppare il menu dei cocktail. Protagonista nel settore della distribuzione bevande, Onesti Group ha organizzato a Milano la masterclass Bitter Day presentando tre specialità come Underberg, Bob’s Bitters e Bitter Violento. Organizzata presso Spazio Versatile, location per eventi del distributore milanese Vargros,  la loro presentazione è stata affidata a tre esperti di settore come il mixologist Matteo “Zed” Zamberlan per l’amaro tedesco Underberg, il produttore inglese Robert “Bob” Petrie per Bob’s Bitters e il bartender Pietro de Feudis per il pugliese Bitter Violento.

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Le etichette di amari italiani

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il numero medio di erbe, radici e spezie

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Il grado alcolico medio

  • “Altro…”

    Underberg, l’amaro tascabile

    Da qualche anno il mixologist Matteo “Zed” Zamberlan sta approfondendo la conoscenza del mondo degli amari, a cominciare da quelli italiani (oltre 970) tanto che, dopo aver inaugurato a Roma il primo Amaro Bar d’Europa con oltre 500 etichette, a settembre presenterà un apposito libro in tema. Dopo un approfondimento sulle origini della distillazione (invenzione araba) e sullo sviluppo dei liquori amari (creati dai monaci benedettini), Zed si è soffermato su storia e caratteristiche dell’amaro tedesco nato nel 1846 ad opera di Hubert Underberg, la cui ricetta segreta è rimasta la stessa, con il motto “Semper Idem”. Amaro Underberg è rimasto sempre in produzione con un’unica interruzione nel periodo delle due guerre mondiali per difficoltà di approvvigionamento delle 43 botaniche che lo caratterizzano. Come molti altri amari nato per uso balsamico digestivo, presenta un gusto deciso, in cui prevalgono gli aromi di liquerizia e anice stellato, di buona gradazione alcolica (44%). Dal 1949, Amaro Underberg è confezionato solo in piccole bottiglie tascabili di vetro da 2 cl ricoperte di carta paglia. Più di recente è stato disegnato l’apposito calice in vetro di Murano, Underberg Glass, con uno stelo alto 24 cm.

    Con la collaborazione della giovane barmaid Michela Stupazzini (The Court Cocktail Bar di Roma), Zed ha dimostrato la versatilità mixability di Amaro Underberg , presentato due cocktail:

    Bobby Fisher (1 cl Underberg, 1 cl Agave Light, 3 cl mezcal Bruxo n.1, 3 cl Camus Cognac Vsop, tecnica stir & strain in bicchiere old fashioned con ghiaccio);

    Tiki Beer (1 cl Fines Call Sugar Syrup, 1 cl succo lime, 3 cl Finest Call Passsion Fruit, 3 cl succo di ananas, 1,5 cl Underberg, 1,5 cl Dom Bénédictine, 3 cl Damoiseau Rhum Vsop, 10 cl belgian gold beer, tecnica shake & strain, in tiki mug in ceramica con ghiaccio pilé).
    Oltre a versioni più estive mescolando 2 cl di Underberg a scelta con acqua tonica o ginger beer e succo di lime.

     

    Bob’s Bitters, ventaglio di monogusti

    Presentato da Jacques Zwarties, spirit manager Onesti Group, il produttore inglese Robert “Bob” Petrie ha ricordato le origini dei Bob’s Bitters, nati dall’incontro tra la sua esperienza di maestro pasticcere con il bartender Giuliano Morandini del prestigioso The Dorchester Hotel di Londra. L’idea di lavoro era la creazione di una gamma di aromatizzanti bitters monogusto (oggi una dozzina) agli agrumi e alle spezie, per “rinfrescare” cocktail come Gin & Tonic. I Bob’s Bitters si caratterizzano per una aromaticità decisa, frutto di lunghe macerazioni a freddo (37,7° alc). Sono disponibili in boccette da 10 cl con pompetta di gomma per la dosatura a gocce.

     

    Bitter Violento, di nome e di fatto

    Mettendo a posto una nuova drink list per il proprio locale Contrabar di Bisceglie, nel 2005 i bartender Gianni Dell’Olio e Francesco Di Gioia non riuscivano a trovare un bitter agrumato convincente. Presero così a provare a crearne uno loro, utilizzando gli agrumi di Puglia. Nasce così Bitter Violento, caratterizzato da un gusto particolarmente forte, caratterizzato da un mix di agrumi come pompelmo, limone femminiello del Gargano, bergamotto e arance, unitamente a un estratto di genziana (39° alc). Disponibile in bottiglia di ceramica da 10 cl, in due versioni diverse con etichette che riportano due ragazze disegnate a fumetto dal piglio aggressivo. A dimostrazione della particolarità di Bitter Violento, il bartender Pietro De Feudis ha così provveduto a preparare il cocktail Febbre da Cavallo (2,5 cl Bitter Violento, 3 cl Rose’s Cordiale, 2,5 cl succo limone, 2 cl Islay Mist Whisky, tecnica shake & strain, in doppia coppa martini con nuvola d’albume)

TheGINday: l’8 e il 9 settembre a Milano si celebra il gin

In scena a Milano, domenica 8 settembre, dalle 14 alle 21 e lunedì 9, dalle 11 alle 20, la settima edizione di TheGINday. L’evento, promosso da Bartender.it, è nato nel 2012 all’inizio della “Gin Era” proprio per sostenere l’impulso al cambiamento della nuova mixologia moderna, rispondere alle esigenze del mercato, oltre che ad anticiparne i trend, attraverso un format semplice ma efficace. Si svolgerà presso lo spazio espositivo Megawatt Court di Milano (via Giacomo Watt, 15) che diventerà un grande contenitore di degustazionimasterclass e seminari tematici. L’ingresso è acquistabile online al prezzo scontato di 10 euro per il singolo ingresso e di 15 euro per la due giorni, oppure a prezzo pieno direttamente in biglietteria presso la sede dell’evento.

  • “Altro…”

    Gli ultimi anni, hanno visto crescere sempre di più il trend del gin e il 2019 sarà probabilmente l’anno della sua definitiva consacrazione. Siamo di fronte ad un fenomeno di portata globale, in grado di modificare anche radicalmente la cultura del bere, dalla produzione fino alla mescita. Non si tratta semplicemente della riscoperta di grandi cocktail classici che hanno riportato in auge un prodotto plurisecolare, ma di un Rinascimento a 360° dove l’attenzione va sempre più rivolgendosi anche nei riguardi del prodotto liscio. Proprio per questo TheGINday non mancherà neanche quest’anno, nel decimo anniversario di Bartender.it, dopo aver raccolto 19.444 visitatori nelle precedenti sei edizioni, di fare formazione e approfondimento sul mondo dei gin e delle loro botaniche. I punti di interesse dell’evento saranno la Gin School, la seminar room, il main stage e i bar tematici con gli assaggi liberi e guidati. A proposito di bar tematici, quelli già programmati sono: il 100% Negroni Bar con la Negroni Experience, dedicato al cocktail centenario raccontato dal punto di vista del gin, il Martini Cocktail Lounge e il Gin & Tonic Bar. Non mancheranno le masterclass con ospiti di rilievo, anche internazionali. Hanno già dato la loro adesione esperti del calibro di Erik Lorincz (Kwant Bar, Londra), Dario Comini (Nottingham Forest, Milano), Agostino Perrone e Giorgio Bargiani (entrambi del Connaught Bar, Londra), Luca Cinalli (Hospitality Gourmet, Londra), Mauro Mahjoub (Boulevardier, Monaco di Baviera), Dennis Zoppi (bartender, Torino), Fabio La Pietra (SubAstor, San Francisco), Filippo Sisti (Talea, Milano). Ma non è finita qui: oltre a noti bartender, nell’arco della due giorni, saranno ospiti anche lo chef Carlo Cracco che parlerà di un nuovo gin e dell’evoluzione del bar nei ristoranti, e i giornalisti di Bargiornale, Stefano Nincevich, che guiderà i presenti in un safari virtuale alla scoperta delle origini dei gin cocktail, e Ernesto Brambilla che affronterà l’attualissimo tema del plastic free al bar.  M.M.

Quanto manca?

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