E tu, che cosa stai facendo? Una domanda che ricorda a tutti come il 2030 – data ultima individuata dall’Onu per trasformare il pianeta in un luogo più sostenibile – sia dietro l’angolo. Anzi, il 2030 è provocatoriamente già arrivato nei 17 ritratti fotografici di Platon che animano “2030 What Are You Doing?”: il nuovo Calendario Lavazza che celebra questo impegno globale e ricorda a chiunque di esserne parte attiva. Il progetto è dell’agenzia Armando Testa e l’autore degli scatti è il “fotografo dei potenti”, il greco Antoniou Platon: i suoi ritratti in bianco a nero a 17 ambasciatori dello sviluppo sostenibile sono “storie” che meritavano di essere raccontate.
La Gucci Osteria firmata Bottura
Massimo Bottura sbarca a Firenze e all’interno del Gucci Garden (al piano terra del Palazzo della Mercanzia) apre la Gucci Osteria. La brigata internazionale è capitanata dalla chef colombiana Ana Karime Lopez Kondo, che propone piatti creativi dal respiro cosmopolita. Tra pareti verde pistacchio ed affascinanti soffitti a volta, come piatto cult a firma del tristellato soltanto i tortellini in crema di Parmigiano affiancati da ricette che portano l’ospite a spasso per il mondo, come le melanzane thai piccanti o l’hot dog di Chianina. Per Bottura si tratta della sua prima incursione fuori dalle “mura” della sua Osteria Francescana per andare a firmare la proposta gastronomica di un altro locale in Italia. Una scelta che si deve all’amicizia con Marco Bizzarri, amministratore delegato della famosa griffe, modenese come lo chef.
Exit, la cucina urbana in un chiosco
A Milano, in piazza Erculea, a pochi passi da Piazza Duomo, apre una nuova realtà della gastronomia urbana. Si chiama Exit e trova posto in un tipico chiosco verde cittadino ristrutturato. Tra i co-fondatori e partner del progetto figurano gli chef Matias Perdomo e Simon Press e il maître-sommelier Thomas Piras (il trio vincente di Contraste, ristorante neostellato di via Meda recentemente premiato ai nostri Barawards). A capo della cucina di Exit c’è Claudio Rovai, mentre la sala è affidata a Nicola Inserrato. Operativo dalle ore 8 funziona a pieno regime fino alle 21 per colazioni, pranzi, brunch, merende e aperitivi.
Candidati per il Drink Team 2018
Il Drink Team 2018 si metterà sulle tracce dei grandi barman che hanno fatto la storia: Thomas, Johnson, Schmidt ecc. In più, ogni mese, a fianco delle ricette dei dodici bartender del Drink Team, potrete gustarvi le ricerche condotte per Bargiornale da ospiti speciali del calibro di Salvatore “The Maestro” Calabrese, Mauro Mahjoub, Dom Costa, Ezio Falconi, Fulvio Piccinino e altri ancora. Per candidarsi c’è tempo fino al 12 febbraio.
I personaggi a cui ispirarsi
David Augusts Embury – Avvocato e autore di The Fine Art of Mixing Drinks (1948), un classico della letteratura da bar
Frank Meier – All’Hotel Ritz di Parigi lavora dal 1921 fino al 1943. Non solo un grande barman, ma anche una spia anti-nazista
Harry Craddock – Dal 1920 al 1940 guida l’American Bar del Savoy raccogliendo il testimone da Ada Coleman
Constantino Ribalaigua – Nel 1918 diventò padrone di casa a El Floridita, la culla del Daiquiri, luogo simbolo per l’Asociation dei Cantineros de Cuba
William Schmidt – “The only William” è uno dei protagonisti della Golden Age del cocktail. Nel 1891 scrive “The Flowing Bowl – When and What to Drink”
Harry Johnson – Con Jerry Thomas e William Schmidt è stato tra i padri fondatori del cosiddetto bartending americano moderno
Donn Beach – L’uomo che portò una ventata di esotismo nell’arta miscelatoria americana con i suoi Zombie, Cobra’s Fang, Don’s Pearl
Jerry Thomas – Autore di “How to mix drinks… or the Bon Vivant’s Companion”, considerata la Bibbia del bere miscelato
Harry MacElhone – Alla guida dell’Harry’s New York Bar negli anni Venti pubblica “Abc of Mixing Cocktails”
Barista&Farmer 2018, tutti in Colombia!
Education, Competition e Sustainability sono i tre valori che contraddistinguono la 4a edizione di Barista&Farmer, talent show dedicato al caffè di qualità ideato da Francesco Sanapo. Al Sigep è stata annunciata la data dell’evento che si svolgerà dal 3 al 13 maggio 2018 in Colombia. Si conoscono nove partecipanti:Nicole Battefeld (Germania), Diego Campos (Colombia), Iuliia Dziadevych (Ucraina), Cong Yuan (Cina), Matija Matijaško (Croazia), Daniel Munari (Brasile), Sara Ricci (Pozzuoli, Italia), Vala Stefansdottir (Islanda), Victoria Rovenskaya (Russia). Il decimo sarà decretato a marzo a Melbourne all’International Coffee Expo.
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Prosegue la collaborazione in qualità di main sponsor e partner dell’iniziativa di Lavazza che, attraverso i progetti della Fondazione Giuseppe e Pericle Lavazza, opera per migliorare le condizioni sociali e ambientali e le tecniche produttive di alcune comunità di produttori. In contemporanea la torrefazione torinese ha presentato la nuova miscela Lavazza ¡Tierra! Colombia 100% Arabica. La nuova miscela Lavazza ¡Tierra! Colombia 100% Arabica è caratterizzata da una tostatura delicata e note di frutta tropicale, profumi di scorza di lime, gelsomino e un retrogusto liquoroso. A proposito di caffè colombiano, la Colombia è il terzo produttore mondiale di caffè dopo il Brasile e il Vietnam e il primo di Arabica lavati. Le prime piantine furono portate nel Paese latinoamericano probabilmente dai Gesuiti provenienti dalle Antille nei primi anni del diciottesimo secolo. Secondo recenti dati rielaborati dal Comitato Italiano del Caffè (fonte Istat/International Coffee Organization), nel periodo che va da novembre 2016 a ottobre 2017, l’export della Colombia è stato pari a 13.4 milioni di sacchi di caffè verde (+8,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) e l’import in Italia di caffè verde dal Paese sudamericano è stato pari a 261.906 sacchi (15,5 milioni di chili) nel periodo gennaio-settembre 2017.
Roma, le nuove aperture degli chef stellati
Igles Corelli
Mercerie
“Ho pensato a una ristorazione che, senza rinunciare alla qualità, sia veloce e facilmente fruibile, ma sempre rigorosamente elegante e sorprendente”
Riccardo Di Giacinto
Madeiterraneo
“Ho elaborato un menu ispirato alle mie esperienze e ai miei viaggi nel Mediterraneo, dalla Spagna dove ho iniziato al Nordafrica”
Angelo Troiani
Assaggia
“Con Daniele Ciaccio e la brigata di Assaggia puntiamo a introdurre un nuovo stile nelle abitudini dei gourmet capitolini, italiani e stranieri”
Cucine stellate e cocktail bar, un binomio che fa proseliti nella Capitale. In attesa del nuovo Spazio di Niko Romito ai Parioli, si segnala fra gli ultimi nati Mercerie di Igles Corelli, che con lasagnette e “bottoni” propone una cucina pret-a-manger. Sulle terrazze della nuova Rinascente in via del Tritone, il lounge bar con bistrot Madeiterraneo, firmato dallo chef Riccardo Di Giacinto. Infine Assaggia, nel boutique Hotel Margutta, un angolo intimo in cui Angelo Troiani con lo chef resident Daniele Ciaccio hanno rielaborato i piatti della tradizione romana in versione tapas.
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E se gli ultimi due sono la sosta ideale per ritemprarsi dopo le fatiche dello shopping, magari con un drink accompagnato da uno sfizio salato, da Mercerie si punta molto sulla possibilità di portar via le specialità dello chef Corelli, con un packaging riconoscibile ed esclusivo, che si rende perfetto anche per riprodurre il format Mercerie negli eventi. Grande successo anche per i catering di Madeiterraneo, aiutati dall’esclusiva di cui godono i locali in cima alla Rinascente: tutti i brand dello store, infatti, hanno l’obbligo di rivolgersi ai ristoranti interni per i loro eventi. Va da sé, che essendosi aggiudicato la spettacolare terrazza, il lounge bar di Di Giacinto sia il più gettonato.
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Marco Carrieri è l’Artista del Panino
L’Artista del Panino 2017 è Marco Carrieri (nella foto con Giorgio Borrelli, Artista 2016), del Boom Burger Esplosioni di Gusto di Carosino (Ta). Questo l’esito della finale tenutasi presso lo stand Agritech al Sigep di Rimini lo scorso 22 gennaio sotto l’occhio di una giuria composta da Chef Rubio (popolare personaggio televisivo), Moreno Cedroni (due stelle Michelin alla sua Madonnina del Pescatore di Senigallia, Ancona), Vittorio Castellani, meglio conosciuto come Chef Kumalè (superesperto delle cucine del mondo) e Giorgio Borrelli, Artista del Panino 2016.
Al secondo posto Francesca Zattoni, del Bio Burg di Forlì, con il suo Vegourmande e, al terzo posto Chiara Scaramuzzo dello Spizzikomania di Venosa, in provincia di Potenza, che ha preparato La Bombazza.
Hamburger Day
Il 28 maggio, negli Stati uniti (ma anche in altri Paesi) è il National Hamburger Day
Nasce il sandwich
1765 (circa), John Montagu, IV conte di Sandwich, inventa il panino moderno
Panino da primato
2011 in Libano viene realizzato il panino più lungo pari a 735 metri
6 modi di vedere il futuro in 6 praline
Come sarà il futuro della pralineria? Quali saranno i gusti che, abbinati al cioccolato, meglio risponderanno ai gusti dei consumatori di domani? Se lo sono chiesti sei maestri pasticceri ed esperti cioccolatieri nel corso dell’evento organizzato da Cacao Barry al Sigep. Tema: Futropolis, la città del futuro. Lo stesso tema su cui dovrà cimentarsi Maurizio Frau (ne parliamo su Dolcegiornale) il prossimo ottobre a Parigi (durante il Salon du Chocolat), il vincitore della selezione italiana del Word Chocolate Masters.
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GIANDUIA BRACCINO CORTO di Alberto Simionato
Il futuro per me è nel riutilizzo dei materiali che oggi consideriamo scarto. Per la preparazione della mia pralina ho utilizzato sia le bucce di cacao sia quelle delle nocciole, creando così un “Gianduia Integrale”.
MELTING POT di Alfonso Pepe
Il futuro per me sarà caratterizzato da città dove le culture saranno a stretto contatto, si mischieranno. La mia pralina rappresenta questo: un incontro di mondi diversi. È una pralina caratterizzata da una camicia aromatizzata da spezie infuse, una ganache di pomodori secchi dell’Ecuador, lime e basilico.
ALGHE di Danilo Freguja
Le alghe sono l’ingrediente del futuro, alimento ecologico e completo, ricco di sali minerali, oligoelementi, vitamine e antiossidanti. Nella mia ricerca ho elaborato una pralina alle alghe: la combinazione cioccolato-alghe (ulva lactuca o lattuga di mare) crea un sapore raffinato e unico.
VG di Carmelo Sciampagna
Il futuro per me sarà caratterizzato dalla ricerca di prodotti sempre più naturali. Da qui nasce “VG” (vigi): una pralina bio composta da una ganache d’acqua e liquirizia biologica, caramello fatto con zucchero biologico Alce Nero e caviale di menta.
X di Davide Oldani
X rappresenta il punto dove si incontrano meridiano e parallelo, il punto di unione di tutte le terre del mondo. Per questo il mio concetto di pralina del futuro riunisce ingredienti comuni utilizzati nelle diverse cucine del mondo,
come il riso ed il mais. X rappresenta per me anche il punto d’incontro tra la modernità e la natura. Il cioccolato del futuro sarà preparato con tecniche all’avanguardia, come quelle che ho pensato per X, dove il cioccolato è pressurizzato e successivamente areato con il sottovuoto.
ENERGY SPRITZ di Massimo Carnio
La tecnologia ci permetterà di rivisitare quelli che sono i nostri prodotti più classici per renderli accessibili in ogni luogo e situazione. Questa è l’idea che sta dietro a “Energy Spritz”: la possibilità di poter degustare una delle bevande più tipiche della mia terra dove vogliamo, come vogliamo.
La leggenda dei Red Hand svelata in un cortometraggio
Prima mondiale per la presentazione del cortometraggio The Legend of Red Hand – Campari Red Diaries al cinema Odeon di Milano, alla presenza di Bob Kunze-Concewitz, ceo Campari Group, degli attori Zoe Saldana e Adriano Giannini, del regista Stefano Sollima. Che segreto c’è dietro il successo di Campari?
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Per rispondere alla domanda, la seducente attrice americana Zoe Saldana nelle vesti (ridotte) della fotografa-detective Mia Parc (anagramma di Campari) parte alla scoperta del mistero. Prima tappa Milano, capitale dell’aperitivo italiano, dove riesce fortunosamente a scattare una serie di foto ai cocktail realizzati dai bartender nel backstage di un famoso locale notturno. Ritiratasi a sviluppare la pellicola nella suite di un grande albergo (Hotel Gallia) insieme con un affascinante bartender intepretato da Adriano Giannini, non riesce ancora a risolvere il segreto, fino a quando ha un’illuminazione: dietro a grandi cocktail come Americano o Negroni a base di grandi prodotti come Campari ci sono grandi bartender come i Red Hand Campari. Parte così alla ricerca di grandi bartender Red Hand Campari che lavorano con successo in altre capitali della mixability mondiale come New York, Buenos Aires, Rio de Janeiro, Berlino e Londra.
Seconda edizione del progetto Campari Red Diaires, il cortometraggio The Legend of Red Hand è stato realizzato dal regista Stefano Sollima, su idea e storyboard dell’agenzia J. Walter Thompson Milano, sceneggiata da Stefano Bises, prodotta da Think Cattleya. A interpretare il ruolo della fotografa-detective è stata chiamata la splendida attrice americana di colore Zoe Saldana (nata nel 1978 da padre domenicano e madre portoricana) nota per diversi film d’azione di successo come Strar Trek e Avatar (2009), Colombiana (2011), I Guardiani della Galassia (2014). Al suo fianco è stato scelto Adriano Giannini (nato nel 1971), figlio d’arte (padre Giancarlo Giannini), che ha lavorato iun una serie di film sotto la direzione di registi come Giuseppe Tornatore e Paolo Sorrentino. Il regista Stefano Sollima (nato nel 1966) è cresciuto alla scuola del padre Sergio, autore di una serie di storici film d’avventura come la saga di Sandokan, ed è diventato noto per aver realizzato serie televisive di grande ascolto come Romanzo Criminale (2008-10) e Gomorra (2014-2016). «Siamo orgogliosi – ha commentato Bob Kunze-Concewitz, ceo Campari Group – di aver riportato Milano al centro delle nostre storie, dove Campari è nato. Abbiamo l’ambizione di contribuire a creare cocktail perfetti, conosciuti e apprezzati in tutto il mondo, grazie al talento dei tanti bartender Red Hand».
Tè+succo di frutta+erbe: Fuzetea rinnova i ready-to-drink
Limone con una nota di lemongrass, pesca con una nota di rosa e tè verde mango con una nota di camomilla: sono le tre referenze del nuovo ready-to-drink Fuzetea lanciato da The Coca-Cola Company in Italia (nei formati lattina da 330 ml e bottiglia Pet da 400 ml). Una bevanda che il colosso del beverage americano porta in tutta Europa dopo il successo raccolto nel mondo. Lanciato nel 2012, è uno dei tre best seller tra i 12 brand di tè di The Coca-Cola Company.
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Da segnalare che l’estratto di tè utilizzato in Fuzetea proviene da fonti 100% sostenibili e da coltivazioni che rispettano i Sustainable Agricolture Guiding Principles di The Coca-Cola Company. Ogni coltivazione che fornisce tè per Fuzetea possiede una certificazione che garantisce il rispetto di almeno uno dei cinque standard di sostenibilità riconosciuti a livello internazionale.
Anno di lancio di Fuzetea
Paesi in cui è già distribuito
Paesi europei in cui viene lanciato
Rational amplia l’offerta con VarioCookingCenter
VarioCooking Control
Segnala quando è necessario intervenire, ad esempio per girare una bistecca o aggiungere liquidi a uno spezzatino. Il procedimento di cottura si adatta alle dimensioni e alla quantità del cibo
VarioBoost
È il sistema che scalda il tegame a 200°C in soli 2 minuti e mezzo e mantiene il calore anche quando viene riempito con grandi quantitativi di cibo freddo. Si riesce a cucinare fino a 4 volte più velocemente
AutoLift
È il pratico sistema automatico di sollevamento e immersione di cui è dotato il VarioCookingCenter. Con questo sistema, la cottura a puntino di pasta, fritture, cibi affogati o cotti è sempre garantita
Addio a brasiere, bollitori e friggitrici, oggi il VarioCookingCenter Rational può sostituirle perfettamente e grazie alla tecnologia di riscaldamento VarioBoost garantisce un consumo energetico inferiore rispetto agli apparecchi convenzionali. Dice Enrico Ferri, ad Rational Italia: «VarioCookingCenter raggiunge la temperatura desiderata 4 volte più velocemente garantendo, allo stesso tempo, un risparmio energetico pari circa al 40% rispetto alle attrezzature di cucina tradizionali».
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Il sistema di riscaldamento, posizionato nel fondo del tegame, assicura inoltre una distribuzione uniforme della temperatura, una regolazione del calore precisa e tempi di riscaldamento e raffreddamento ridotti. Il VarioCookingCenter convince inoltre per la sua intelligenza. Questa consente al cuoco di decidere il modo di cottura di ciascun piatto. Le modalità operative intelligenti per arrostire, friggere e bollire controllano tutto in modo automatico, avvisano quando è necessario girare la carne e regolano la temperatura in modo da evitare che gli alimenti si brucino o scuociano. Nella modalità operativa manuale vengono rispettate le preferenze individuali nella preparazione delle pietanze. L’apparecchio consente di salvare programmi di cottura personali.Modelli per ogni esigenza
«A guidarne la progettazione sono state le esigenze degli chef», afferma Ferri descrivendo la strada che ha portato ai diversi modelli disponibili del VarioCookingCenter. Gli apparecchi di dimensioni maggiori, il 211 e il 311, con una capacità utile di 100/150 litri, sono stati ideati principalmente per la ristorazione collettiva. Questi modelli consentono di preparare carne, pesce, minestroni e verdure in grandi quantità in un batter d’occhio. I modelli 112T e 112L assicurano invece che gli alberghi possano esaudire i desideri dei loro clienti in modo più flessibile, assistendoli nella preparazione veloce di porzioni più piccole. I due tegami separati degli apparecchi permettono di bollire il riso da una parte e di preparare contemporaneamente un curry al pesce dall’altra. E con le loro dimensioni ridotte, gli apparecchi più piccoli possono essere posizionati su tavoli, piani di lavoro, nell’area centrale della cucina, in prossimità di punti di passaggio o nella produzione.
Campari e Tanqueray, i preferiti dai migliori bartender del mondo
Gin il distillato più usato, Campari l’alcolico più trendy, Tanqueray la marca più apprezzata: sono i verdetti del Drinks International Brands Report 2018, classifica redatta sulla base delle preferenze espresse da 106 tra bar manager e bartender esponenti dei migliori bar del mondo (per l’Italia c’è il Backdoor 43). Quasi il 50% ha indicato nel gin lo spirit più venduto. Tanqueray, Plantation e Campari le marche preferite dai top bartendr, con quest’ultima che trionfa nella categoria alcolici.
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Tra i gin, il tedesco Monkey 47, di recente entrato nella scuderia Pernod Ricard, ha superato il sempreverde Tanqueray nella lista dei più trendy.
Podio tutto giapponese nel mondo dei whisky, dove i tre più trendy sono risultati Nikka (distribuito in Italia da Velier), Hibiki e Yamazaki.
Per quanto riguarda la vodka, il podio dei marchi più trendy è guidato da Ketel One (Diageo), e seguito da Grey Goose (Bacardi-Martini) e Tito’s (Compagnia dei Caraibi).
Il grande momento del Negroni (risultato il secondo cocktail più venduto tra i migliori bar del mondo) e del bitter in generale ha regalato a Campari il gradino più alto sul podio degli alcolici, sia nella classifica dei più venduti (indicato al top da un terzo dei rispondenti), sia in quella dei più trendy. In quest’ultima salgono sul podio due specialità francesi: il Chartreuse e il St Germain. Ma è tutta la classifica ad attribuire un grande riconoscimento alla liquoristica italiana: tra i dieci più venduti, infatti, figurano Aperol (addirittura al terzo posto) Maraschino Luxardo e Fernet Branca. Quattro prodotti italiani nei primi dieci anche nella graduatoria dei più trendy. Oltre ai già citati Campari, Aperol e Fernet Branca al decimo posto compare anche Amaro Montenegro.
Drinks International Brands Report è una ricerca di mercato realizzata ogni anno dalla rivista specializzata inglese Drinks International, arrivata quest’anno alla nona edizione. Dei 106 rispondenti, il 39% arriva dall’Europa, il 28% dall’Asia, il 13% dal Nord America, il 10% dall’Oceania, il 5% America Latina con il rimanente 5% da Africa e Medio Oriente.
Facebook e poco altro. Pubblici esercizi poco digitali
Forti sul prodotto (scelta e preparazione delle materie prime), ma deboli sulla gestione, sul marketing e soprattutto sull’innovazione digitale: è la fotografia dei pubblici esercizi italiani che emerge dal Rapporto Ristorazione 2017 di Fipe. Secondo l’indagine realizzata con il Politecnico di Milano, solo il 59% hanno un account attivo sui social: tutti su Facebook, con Instagram e Google+ staccati. Sulle recensioni sembrano aver aggiustato il tiro: il 43% le vedono come un’opportunità, contro un 26% che le giudica un problema.
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Il rimanente 30% si divide tra chi non le ritiene né l’una né l’altra cosa e chi non si esprime. Tra gli “scettici”, il principale motivo di difficoltà risiede nella mancanza di una efficace azione di controllo capace di scongiurare l’uso fraudolento del sistema. Le recensioni false, insomma, sono ancora uno spauracchio per molti.Nonostante oltre 4 su 10 giudichi positivamente le recensioni, ben poco fanno qualcosa per guadagnarsele.
Le loro attività si limitano perlopiù ad azioni di controllo: leggono le recensioni sui siti (81%) e cercano commenti e opinioni su blog e community (23%).
Solo il 27% spinge i clienti a scrivere recensioni, mentre appena il 6% ha previsto una sezione dedicata sul sito.
Poca tecnologia nella gestione dei pubblici esercizi
Se la digitalizzazione è scarsa sul fronte della comunicazione esterna, quando si guarda all’interno le cose vanno addirittura peggio. Nella gestione dei processi, infatti, solo il 40% utilizza strumenti tecnologici. Nella maggior parte dei casi, la tecnologia viene utilizzata per le attività che coinvolgono i clienti, mentre è davvero molto scarso il supporto degli strumenti di gestione più evoluti nel lavoro di back office.
La soluzione più diffusa in campo tecnologico è, infatti, l’uso di palmari o tablet per la gestione degli ordini (17%), seguita dalla fatturazione elettronica (13%); il 10% ha un software che gli consente di monitorare la sala, qualcuno in più (13%) ce l’ha per monitorare il magazzino.
Pochissimo diffusi i software per gestire acquisti, fornitori, tavoli e dipendenti (8%) e quelli per la creazione e gestione del menu (menu engineering), limitata al 7%.
Lezioni d’autore a Riva Pianeta Mixology 2018
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seminari sulla mixology
Dal 4 al 7 febbraio a Riva del Garda, all’interno di Expo Riva Hotel, è di scena Riva Pianeta Mixology 2018. Un contenitore di prodotti per bartender, attivo dal 2016, ma soprattutto un luogo di formazione. Titolari dei 10 seminari saranno professionisti di livello internazionale come Claudio Peri, Jonathan Di Vincenzo, Flavio Angiolillo, Luca Picchi, Samuele Ambrosi e Leonardo Pinto. La partecipazione ai seminari è gratuita con iscrizione obbligatoria e posti limitati.
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Agenda seminari RIVA PIANETA MIXOLOGY 2018Morsi & Sorsi – Food pairing “Pizza & Cocktail o Cocktail & Pizza…questo è il dilemma!”
Domenica 4 febbraio 2018| Ore 13.00 – 14.30 |Con Leonardo Veronesi, titolare Rivabar Cocktail Bar Riva del Garda (TN) e Graziano Bertuzzo, Responsabile Area Tecnica Scuola Italiana Pizzaioli.Tutti i segreti di The Soda Jerk: tecniche, preparazioni home made, cocktails, servizio, filosofia e i dietro le quinte| Ore 15.30 – 17.00 |Con Claudio Peri, co-titolare The Soda Jerk Cocktail Bar, VeronaGli appunti dello speziale. Viaggio sensoriale nel retrobottega dell’antico farmacista
Lunedì 5 febbraio 2018| Ore 11.30 – 13.00 |Con dott. Alberto FolettoLuz Restyling. Fashionable Gin fatto con amore per passione dal 1815 (+200 anni)| Ore 13.30 – 15.00 |Con Leonardo Veronesi, titolare Rivabar Cocktail Bar Riva del Garda (TN)Dalla triade al super Punch: viaggio tra i rum di Don the Beachcomber| Ore 15.30 – 17.00 |Con Jonathan Di Vincenzo, titolare The Noble Experiment – cocktail club Sant’Arcangelo di Romagna (RA).100% Cubano – Masterclass dedicata al Ron Cubano Santiago de CubaMartedì 6 febbraio 2018| ore 11.30 – 13.00 |Con El Ron Cubano: From Italy to the World| ore 13.30 – 15.00 |Con Flavio Angiolillo, titolare Mag Café, 1930, Backdoor43, Barba, Iter, FarmilyI 10 cocktail che hanno fatto la storia, rivisitati da Luca Picchi. Curiosità, aneddoti e…. sips| ore 15.30 – 17.00 |Con Luca Picchi, bartender, researcher and writer Gilli 1733 Caffè, FirenzeAlchimia: dalla ricerca della quintessenza all’elisir di lunga vita. Nascita, produzione e tipologie di bitter aromatici. Global Brand HistoryMercoledì 7 febbraio 2018| ore 13.00 – 14.30 |Con Samuele Ambrosi, Cloakroom Cocktail Lab, TrevisoCachaça, lo spirito brasiliano| ore 15.00 – 16.30 |Con Leonardo Pinto, Titolare di Isla de Rum e direttore di Showrum – Italian Rum Festival
Young Chef contest Apci: la finale in Bit
L’appuntamento per il contest Young Chef Mistery Team, organizzato dalla Associazione Professionale Cuochi Italiani, si avvicina. La finale della gara si terrà dall’11 al 13 febbraio alla Bit, la Borsa Internazionale del Turismo, a Milano quando i candidati prescelti scopriranno in loco la loro brigata e dovranno realizzare un menu per 15 con il paniere in dotazione, in 150 minuti. La giuria sarà composta da professionisti e giornalisti del settore e valuterà le tecniche e l’impostazione della ricetta. Ristoranti è media partner.
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I 18 Young Chef scopriranno in loco la loro brigata e dovranno realizzare NON la ricetta che hanno inviato, ma un menu con il paniere che verrà dato in dotazione. Ogni brigata sarà composta da 3 cuochi e da un giovane e promettente studente di una scuola alberghiera (che fornirà anche 3 camerieri e un maître). In loco la brigata avrà a disposizione un paniere a sorpresa e dovrà realizzare un menu composto da 3 portate: una impiattata, una da sporzionare davanti alla giuria e un dolce al piatto. Ogni squadra avrà a disposizione 150 minuti per la realizzazione del menu, servizio al tavolo e pulizia della postazione. La difficoltà sarà (anche) quella di doversi relazionare e lavorare con una brigata ignota e far scoprire il proprio talento senza oscurare gli altri, ma anzi valorizzando le professionalità di ognuno.Il premio?
In palio per i young chef c’è un viaggio didattico per i 3 senior e per i ragazzi della scuola alberghiera e la fornitura di attrezzatura professionale brandizzata APCI e personalizzata.