Il senso di Oscar (Quagliarini) per i cocktail

Dalle fragranze commestibili abbinate ai drink in menu ai profumi da uomo pensati per ogni tipologia di cocktail bar. L'obiettivo? Amplificare l'esperienza olfattiva

Mettete i profumi sui vostri banconi: potrebbe essere questa la canzone di Oscar Quagliarini, che fa il verso alla celebre “Proposta” dei Giganti (ma quando loro la cantavano, lui non era ancora nato...). Se non fosse che il suo percorso professionale nel mondo della miscelazione è personale che più personale non si può e che l’emulazione è forse il rischio (e l’errore) maggiore che vede nei giovani colleghi bartender. “Scomodo” come tutte le persone che dicono quello che pensano senza peli sulla lingua, Oscar Quagliarini è un punto di riferimento conosciuto e riconosciuto per tutti quelli che guardano con interesse alla possibilità di ampliare l’esperienza percettiva dei clienti lavorando sull’olfatto. Merito della serietà, voracità e abnegazione con cui si dedica allo studio delle cose che lo appassionano: dopo aver approfondito per oltre un decennio la conoscenza delle spezie e il loro uso in miscelazione, da sei anni a questa parte si dedica allo studio dei profumi. Le sue conoscenze, sviluppate alla corte del casa profumiera Annick Goutal e perfezionate con una pluralità di corsi e di contatti con i “nasi” (gli esperti che si occupano della creazione dei profumi, ndr), si sono evolute nella direzione di creare profumi commestibili. Che oggi sono i protagonisti del menu del nuovo locale che il suo mentore parigino, Julien Cohen, gli ha chiesto di lanciare. Il nome è già un programma: Herbarium. Che però è solo uno dei tanti progetti che Quagliarini ha in testa ma, soprattutto, in rampa di lancio. Gli abbiamo chiesto di raccontarceli. E lo ha fatto senza remore (beh, mica vi aspettavate il contrario...).

Cosa può aggiungere la profumeria al mondo dei cocktail?
L’uso dei profumi modifica sensibilmente sia l’esperienza del cliente sia l’interazione tra bartender e cliente. Il profumo abbinato al drink permette di offrire al cliente un’introduzione olfattiva al gusto, che può anticipare quello che si troverà in bocca degustando il cocktail oppure ampliare la gamma delle sensazioni, rendendo l’esperienza più completa. Il gesto di spruzzare il profumo genera curiosità nel cliente, lo induce a chiedere informazioni o spiegazioni, permettendo così di raccontare, di interagire, di intrattenere. Quello della profumeria è un mondo vastissimo, ricco di conoscenze, di storia, di curiosità. Un patrimonio che se si è capaci di spendere nel modo giusto con il cliente, permette di offrigli molto più di un semplice drink. A patto di non essere noioso e di conoscere davvero quello che si sta raccontando. Non dobbiamo mai dimenticare che non siamo noi dietro il bancone i protagonisti della scena. Il focus deve essere sempre sui clienti: sono loro che ci danno da mangiare e fanno funzionare un bar.

Leggi il servizio completo su Bargiornale di luglio-agosto 2017

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