Patent Pending, il bar di New York dalla doppia vita

Fino alle 16 i clienti entrano al Patent per la caffetteria. Che poi diventa la porta d'accesso allo speakeasy in stile proibizionista, nel building newyorkese che ospitò Nikola Tesla

Patent Pending
Fino alle 16 i clienti entrano al Patent per la caffetteria, che poi diventa la porta d'accesso allo speakeasy in stile proibizionista, nel building newyorkese che ospitò Nikola Tesla

Patent Coffee è un nuovo coffee shop della Grande Mela che vende caffè e pasticcini dalle 7 alle 16; ma  alle 17, attraverso una porta segreta, si accede al Patent Pending “underground cocktail bar”, uno speakeasy aperto fino a mezzanotte (da domenica a mercoledì) e fino alle 2 (da giovedì a sabato). La prenotazione è permessa solo a gruppi di 4-6 persone, da domenica a mercoledì, tramite il sito web del locale.

È un “dual concept” (80% del fatturato dal bar e 20% dalla caffetteria), ideato dal Simmer Group di Ryan McKenzie, che si occupa di Qsr (quick service restaurants) e del settore hospitality, ovvero della creazione di marchi, strategie, marketing, architettura, advertising e consulenza; tra i loro clienti tanti ristoranti e bar. Spiega McKenzie: «Sono a Manhattan da 5 anni, vengo dalla California, dove non abbiamo speakeasy storici come a New York. Stavo passeggiando per il quartiere NoMad; la mia agenzia è proprio a pochi passi, e ho trovato questo locale. Ryan Cuvelier, Max Kimble e Matt Smith, i miei partner, erano alla ricerca di un posto dove prendere il caffè durante il giorno, e gustare dei buoni cocktail, terminato il lavoro; i proprietari hanno acconsentito a farci aprire il bar nel retro, e avere un caffè sul davanti». E aggiunge: «Per noi i social media non sono ancora una grossa priorità, probabilmente lo saranno tra un po’, dato che abbiamo aperto da poco, il 31 gennaio».

Il “doppio locale” si trova nel Radiowave Building, un palazzo storico che era un hotel: ci viveva l’inventore serbo Nikola Tesla (1856-1943), un genio eccentrico, messia dell’elettricità, che sperimentava con le onde radio; da lì le trasmetteva al suo laboratorio (nei pressi dell’attuale Trinity Church di Manhattan).

Codice d’accesso al bar

I due spazi hanno interni progettati da Carpenter + Mason, uno studio di Brooklyn, mentre la costruzione è stata affidata al Cocozza Group. Patent Coffee è un piccolo spazio, tutto bianco ed arioso, che propone pasticcini di Pain D’Avignon, parfaits chia e dolcetti, preparati freschi ogni ora, con ricette di Claire Saffitz, food senior editor del mensile Bon Appetit. Al caffè ci pensa un fornitore di Brooklyn che gira il mondo alla ricerca delle varietà migliori. Le pareti bianche e il legno chiaro fanno da contrasto ai mattoni rossi a vista e alle tessere nere del mosaico. Il marmo coloratissimo, scelto per il bancone, serve pure a incorniciare le decorazioni floreali alle pareti.

Per entrare nello speakeasy, dalle 17 in poi, si digita 4-9-2-7 (i numeri dell’indirizzo) e lo si attraversa per arrivare a una vetrata-porta pieghevole nascosta. Attraverso un’alcova si passa in uno spazio lungo e stretto, col bar che occupa un lato e i separè con divanetti a circondare i tavoli. Lanterne e lampadine sospese illuminano con una luce ovattata le arcate in mattoni a vista.

Le nicchie ad arco nelle pareti sono ricoperte da specchi per aggiungere un senso di profondità al locale, mentre gli armadietti a gabbia che trovano posto nelle alcove dietro al bar servono per immagazzinare e mettere in mostra i liquori. C’è perfino un piccione imbalsamato, insolito omaggio al fatto che lo scenziato Tesla era molto affezionato a una femmina di piccione, di cui si occupò per molti anni.

Cocktail stagionali

«Nessuno - dice McKenzie - ha la più pallida idea che esista uno speakeasy nel retro, ed è ciò che mi piace particolarmente. Penso ci sia qualcosa di attraente, sexy e nostalgico nel concetto di proibizionismo».

Un bartender porge un opuscolo fitto di disegni e una lista di 12 cocktail, che cambia con le stagioni, divisa in 4 categorie: energia, frequenza, vibrazione, e discesa. Un altro tributo a Tesla. “Vi trovate in un edificio storico che favorisce la conversazione e la sperimentazione e dove ci furono le prime vibrazioni elettriche al mondo, regolarmente registrate”, si legge nella sezione “energia”.

I drink sono stati ideati Harrison Ginsberg e Nick Rolin, grandi esperti e veterani del settore, provenienti da due templi della mixology newyorchese, The Dead Rabbit e BlackTail. Anche i nomi dei cocktail riflettono in qualche modo l’opera dello scenziato Tesla: Light me up, una variazione del whisky sour (bourbon, rum giamaicano, mango black tea, amaro, Chartreuse gialla, pepe del Sichuan, lime, ananas); Radio Waves (Tequila, mezcal, rhum agricolo, basilico, chile Thai, lime, cetriolo). Un paio hanno il caffè per ingrediente: Currents & Coils (rum venezuelano e della Guiana, latte al malto, cocco, banana, Patent coffee, ananas, lime); e Odd Love (whisky di segale, brandy spagnolo, Patent coffee, ciliegia, noce, assenzio).

Cocktail e vini al bicchiere sono proposti a 16$, le birre a 8$. I piattini oscillano da 3 a 14$: ad esempio sandwich di pollo fritto, minestra di pomodoro e chili con manzo. 

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