Spazio ai giochi

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La mostra riminese Enada è l’occasione per fare il punto su un mercato ipercompetitivo che richiede da parte dei pubblici esercizi forti investimenti sul piano culturale, dell’offerta gioco e dei servizi complementari

Ormai maggiorenne e giunta alla sua ventitreesima edizione, Enada Primavera 2011 porta con se due importanti obiettivi: proseguire la scalata al vertice delle principali fiere europee del settore e raccordare nel migliore dei modi un'offerta che appare oggi alla vigilia di nuove sfide.
Per quanto riguarda il primo obiettivo, Enada è già sulla buona strada. Non a caso, spiega il direttore Business Unit di Rimini Fiera Simone Castelli: «All'edizione primaverile sono attese grandi aziende italiane ed estere con proposte rivolte a esercenti di sale pubbliche da gioco, sale attrazioni, sale biliardo, bingo, pub, bar, ristoranti, locande, resort, stabilimenti balneari, parchi tematici e parchi giochi. Ma ci saranno anche soluzioni per costruttori, gestori, noleggiatori, tecnici e riparatori di apparecchi, centri commerciali ecc.».

Tutti i protagonisti dell'intrattenimento
In sintesi, sarà presente in forze l'intera filiera dell'intrattenimento con proposte sempre mirate ai differenti canali. Più complesso, invece, il secondo obiettivo. Dopo una decennale fase di espansione, oggi sembra arrivato il momento di una riflessione. Tutto il settore dei giochi pare, infatti, in cerca di nuovi equilibri, funzionali non solo ad accrescere i proventi totali (per il 2011 la previsione è di oltre 80 miliardi di euro) ma anche a rivalutare le reti fisiche “minacciate” dallo sbarco dei giochi di fortuna online, del poker cash e delle Vlt.
«La verità è che i bar sono stati finora trascurati, quasi fossero figli di un dio minore - spiega Fabio Felici, direttore dell'agenzia di stampa specializzata Agicos -. Vista la loro capacità di attrarre clientela, meriterebbero una serie di novità, a cominciare da nuovi giochi specifici. Il prodotto venduto oggi è pensato solo per il giocatore e non per l'ambiente che lo ospita».

Un errore evidente di strategia secondo molti addetti ai lavori maturato all'interno di uno scenario in continuo movimento.
Negli ultimi anni alcuni giochi sono virtualmente spariti (Totocalcio, Totogol, BigMatch, giochi ippici), altri operano sub judice o comunque nell'incertezza di sentenze spesso contrastanti (tavoli da poker on line, punti di commercializzazione, totem, poker fisico). Altri ancora creano evidenti distorsioni nella libera concorrenza (Vlt, contingentamento delle newslot).

Bar protagonisti
Uno scenario “mobile”, dunque, in cui diventa fondamentale per l'esercente migliorare i propri servizi. Chiarisce a questo proposito il presidente di Assotrattenimento, Massimiliano Pucci: «Come per il bar il modo migliore per vendere tanti caffè è saperli fare correttamente con una buona miscela e una buona macchina, così il gioco lecito produce ricavi proporzionati allo scrupolo con il quale lo si “maneggia”, premiando l'esercente che vi dedica attenzione e penalizzando quello che si limita a ospitare un macchinario pensando che produca denaro automaticamente». Ciò significa che i margini di crescita sono ancora ampi a patto però che il gestore s'impegni in prima persona a valorizzare l'offerta. «La spesa iniziale è economicamente limitata, sia per installare delle newslot, sia per diventare un corner per l'accettazione di scommesse - sottolinea ancora Felici - e questo consente di rientrare dall'investimento abbastanza velocemente. Indubbiamente la concorrenza sul territorio non manca, ma qui entra in gioco l'abilità dell'esercente nell'organizzare servizi dedicati alla clientela. Ad esempio, l'offerta dei giochi deve essere la più completa possibile e il parcheggio deve essere facilmente fruibile».

L'online fisico sarà il futuro
Se è vero, come affermano gli esperti, che il futuro è verso l'online fisico, un concetto ben rappresentato da sale eleganti realizzate appositamente per offrire un'esperienza in grado di andare oltre i naturali confini del gioco, è evidente che i pubblici esercizi possono giocare un ruolo da protagonisti solo se comprendono correttamente cosa significa diventare punto di gioco. «Il vero investimento - conclude Pucci - che un potenziale punto deve sostenere è quello della conoscenza e degli strumenti di discernimento tra l'offerta lecita di gioco e quella illecita, nonché tra le offerte che coinvolgono nel rischio di impresa e quelle che si limitano a produrre aggi automatici». Non c'è che dire, una bella sfida.

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