Spazi aperti alle emozioni

Progettisti –

Creare locali studiati ad arte per far vivere ai clienti un’esperienza sensoriale “memorabile”: è la filosofia di Simone Micheli

Coinvolgere, stimolare tutti i sensi, emozionare: i locali che disegna l’architetto fiorentino Simone Micheli sono fatti per non passare inosservati. Al contrario: l’obiettivo è di restare impressi nella memoria di chi ci entra. L’uso sapiente della tecnologia è lo strumento con cui colpire nel segno, arrivando a stimolare tutti i sensi di chi entra. Ecco una sintesi del Micheli-pensiero.

Quali sono gli elementi chiave della sua progettazione, soprattutto con riferimento ai locali pubblici?

I principi ispiratori della mia progettazione sono la storia, la tecnologia, la fantasia, l’invenzione e la proiezione verso il futuro.
La storia come necessario sottofondo per la generazione di un rinnovato pensiero; la tecnologia come strumento per manifestare le potenzialità latenti dei materiali; la fantasia come pianeta vibrante di ricordi passati e futuri; l’invenzione, mondo infinito di possibili risposte a ogni singolo problema, e la proiezione verso il futuro come incessante flusso in continuo divenire.
La mia creatività è da sempre stimolata dalla progettazione di luoghi dell’ospitalità e dell’intrattenimento.
Questi spazi, infatti, rappresentano il terreno per sperimentazioni “altre”: sono luoghi in grado di coinvolgere i sensi del visitatore a 360 gradi, travolgendolo in un vortice di emozioni sconosciute, introvabili altrove.
Direi, in sintesi, che i capisaldi principali della mia progettazione sono di carattere contenutistico-funzionale.

Uno dei concetti chiave che sottolinea a proposito dei suoi progetti è quello di “esperienza sensoriale”. Come si traduce in concreto per i frequentatori di questi spazi?

La mia parola d’ordine è emozionarsi: sollecitare forti risposte emotive, narrare storie dall’energica carica comunicativa, far rivivere luoghi dell’inconscio.
L’uso della luce, del colore, delle forme della materia, del profumo, del suono determina la nascita di luoghi interattivi, coinvolgenti e stimolanti che diventano “non luoghi” lontani dagli stereotipi, improbabili ed esclusivi.
Il concetto di esperienza sensoriale si traduce per il cliente in un’inconscia captazione di meravigliose storie che portano quasi subliminalmente ossigeno al suo cuore.

Come entra l’elemento tecnologico nella realizzazione dei locali che portano la sua firma?

Il ruolo delle tecnologie connesse alla dimensione del suono, del profumo, della luce, della multi proiezione di dinamiche immagini rappresenta “il vero ponte” verso la sinestesia (la percezione di uno stimolo con una reazione propria di un altro senso, come nel caso della vista di un cibo che ne evoca il sapore, ndr).
Le tecnologie per un architetto dovrebbero essere come i colori di una tavolozza per un pittore: permettono di definire spazi in cui scoprirsi, ritrovarsi, essere se stessi in maniera emozionalmente nuova e sempre unica.

Quali elementi decretano il successo di un locale?

Indico il fondamentale: essere in perfetta sintonia con la società in cui è calato, con le sue tendenze, e con i desideri, i sogni e le utopie dell’uomo che ne vive il senso.

Quali locali, tra le sue varie realizzazioni, ritiene particolarmente rappresentativi del suo stile?

Il primo è lo Sketch lounge-bar (all’interno dell’Hotel Aurora di Merano, ndr): immaginato per suggestionare e stimolare ogni frammento spaziale e materico, è concepito per generare plurime interazioni e combinazioni concettuali e sensoriali, plurime risposte percettive possibili.
Si tratta di un nuovo frammento spaziale capace di far vivere all’utilizzatore un rinnovato tipo di esperienza legata al mondo della bellezza, della verità dell’emozione.
E poi c’è il ristorante wine-bar Acquadulza di Maccagno (in provincia di Varese, ndr), innovativo e sorprendente, in cui si incontrano i gusti della tradizione e le forme innovative, coinvolgenti e affascinanti della contemporaneità, dando origine a un progetto che prende spunto dai riferimenti di contenuto del lago Maggiore e delle sue montagne e si trasforma in nuova espressione.
Un luogo per incontrarsi e vivere esperienze con l’inconscia consapevolezza di appartenere al presente.

Quali sono le condizioni che rendono più proficua la relazione tra un committente e l’architetto? Quali sono le riflessioni che deve fare un imprenditore per scegliere a chi affidare la progettazione del suo locale?

I clienti che mi scelgono, e che io scelgo, hanno un cuore vicino al mio, e il rapporto che instauro con loro ha un’importanza nodale nella riuscita del progetto.
Un committente illuminato, che non mette un freno, ma al contrario ossigena le esplosioni teoriche, funzionali e formali che appartengono alla dimensione creativa, fa sì che il risultato possa essere un’opera unica e inimitabile.
Un committente che sceglie un architetto deve solo aver cura di trovare un personaggio umano in perfetta assonanza con la sua visione contenutistica.

Come immagina i locali del prossimo futuro?

Camaleontici, ibridi, improbabili, legati al mondo del sogno e dell’unicità, super funzionali e intelligenti, in grado di trasformare realmente l’esperienza vissuta dall’utilizzatore in memoria attiva.

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