Il vino italiano non cresce sul Web

Ricerche –

Appena il 5% dei portali delle aziende del settore, segnala un’indagine di Winenews.it, è organizzato per l’e-commerce

Il vino italiano non si abbina bene con il mondo di Internet: è questa la principale conclusione dall'ottava edizione della ricerca “Cantine in Web”, realizzata dal portale winenews.it, che ha analizzato oltre 2.500 siti di aziende vinicole italiane. Secondo l'indagine, se nel 2007 c'era stato qualche debole passo in avanti, il 2008 non ha invece portato particolari progressi al mondo del vino italiano sul web, che rimane molto indietro rispetto agli altri grandi ambasciatori del made in Italy come motori, design e moda.
Fatta eccezione per una ristrettissima élite, la grandissima maggioranza delle aziende vitivinicole italiane continua infatti a vedere la rete come uno strumento accessorio, se non trascurabile. L'e-commerce nel settore rimane infatti sostanzialmente fermo al 5% delle imprese (mentre complessivamente il volume di affari in Italia nei vari settori è cresciuto del 20% nel 2008); buona parte delle sezioni dedicate ai video non hanno registrato una crescita nei contenuti. In generale, molti portali rimangono ancora dei semplici siti vetrina, dalla grafica spesso poco accattivante e con tecnologie ormai superate. La situazione risulta leggermente migliore, invece, per quanto riguarda la diffusione di blog e newsletter. Una panoramica poco confortante e difficilmente spiegabile, se si considera che in Italia, nel 2008, gli utenti di Internet hanno sfiorato quota 35 milioni, ovvero quasi il 60% della popolazione.

I dodici migliori portali del settore
I casi di eccellenza, come si accennava, non mancano: Cantine in web ha anche selezionato i migliori dodici portali del settore, prendendo in esame aspetti come l'impatto emozionale, la grafica, l'innovazione, la semplicità di utilizzo, la completezza e la varietà dei contenuti. In testa svetta il sito di Santa Margherita, seguito da Donnafugata e Planeta; quindi Tasca d'Almerita ed ancora, al quinto posto, il gruppo Duca di Salaparuta-Vini Corvo-Cantine Florio. In sesta e settima posizione ci sono due nuove entrate, ovvero San Leonardo e Alessandro di Camporeale. L'ottava e la nona piazza spettano a due cantine friulane Gravner e Bastianich. Nella Top ten entra anche il sito di Caprai seguito da quello di Feudi di San Gregorio e dalla Tenuta dell'Ornellaia.

La Sicilia regina del Web
La maglia nera sul web spetta - a pari merito - a Piemonte e Toscana, non a caso le due regioni storiche dell'enologia italiana. Tranne poche eccezioni, i siti piemontesi e toscani - segnala l'analisi di Winenews - si fanno notare infatti per la grafica datata, la scarsità di contenuti, la tecnologia primitiva. Numerosi produttori di queste due regioni addirittura non sono ancora sbarcati in rete. È invece la Sicilia, regione relativamente "giovane" nel mercato del vino, a svettare per creatività e innovazione tecnologica, con un livello medio di qualità che punta decisamente verso l'alto.

I casi di successo all'estero

La situazione dei concorrenti più diretti, ovvero le aziende vinicole francesi, appare invece molto più avanzata. In particolare le più note griffe dello champagne sono le vere "fuoriclasse" della rete, grazie alla loro veste scintillante e glamour, come dimostrano i casi di Krug, Bollinger, Dom Perignon e Moët & Chandon. Secondo Winenews.it è invece deludente l'immagine virtuale dei più famosi chateaux, che non è all'altezza della loro fama leggendaria. Molto più attente a Internet le grandi cantine d'oltreoceano: i portali dei colossi come Mondavi e Gallo sono ricchissimi di informazioni e costituiscono un'utile guida per chi vuole conoscere non solo l'azienda, ma anche il territorio in cui si trova. Dall'altra parte del globo, in Australia, il sito di Penfold's si rivolge al pubblico internazionale in maniera semplice ma è anche allo stesso tempo ricco di testi, foto, video e notizie.

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