Il gusto layout per le newslot

Giochi&scommesse –

Unire la somministrazione all’intrattenimento è una formula che premia. Ma bisogna declinarla bene. Ecco i consigli dei designer

Giocare piace sempre più e ai proprietari di un bar si pone il dilemma: come creare uno spazio dedicato a chi vuole passare il tempo sulle macchine da gioco senza snaturare il proprio locale? Come fare a conciliare le esigenze del giocatore, che tende a consumare poco se troppo assorbito dalle newslot, con quelle dell’avventore abituale, che potrebbe anche non vedere di buon occhio chi passa il tempo alle macchinette? Per capire se esiste una ricetta abbiamo provato a interprellare architetti che abitualmente lavorano sul format delle sale o dei corner da gioco. Spiega per esempio Marco Tonnarelli (www.marcotonnarelli.it), interior designer di Ancona che ha all’attivo molte realizzazioni di questo genere: «La soluzione più ovvia, ma anche l’errore più frequente è quello di ghettizzare il giocatore oppure di relegarlo creando una zona “aliena” rispetto al locale. Il mio approccio è di studiare con attenzione gli spazi e il flusso del locale stesso, osservando come si muovono gli avventori; in base a quello che ho osservato faccio delle scelte sia per quanto concerne il layout che l’immagine. Questo mi permette di creare un’area pienamente integrata, facendo sì che il cliente lo consideri un servizio aggiunto, stravolgendo un po’ la concezione di “isola” dedicata esclusivamente ai giocatori».
La ricetta sembrerebbe dunque quella di abbattere le barriere e creare spazi più fluidi. Una prima applicazione di questo concetto è stata messa in pratica da Tonnarelli per una sala giochi di Roma, il punto Merkur Win di via Tuscolana, «dove - spiega il designer - ho voluto dare importanza alla zona bar, abitualmente progettata in questi locali come un angolo a servizio dei giocatori. In questo progetto invece il bar è parte integrante del locale, e consente anche ai passanti che vogliono semplicemente fare colazione o un aperitivo di entrare e sentirsi a proprio agio. Il locale è più “friendly” e permette anche a una nuova fascia di utenti di entrare e, magari, di giocare».

Attenzioni per gli ospiti

Qualche accortezza è comunque necessaria. «Una certa separazione è comunque d’obbligo - dicono allo studio Bba Architetti Associati (www.bba-architetti.it), struttura fiorentina che ha realizzato diversi locali misto bar-sala gioco -. Individuare la parte gioco rispetto alla funzione principale del locale è talvolta previsto dalle norme locali e risponde comunque alle esigenze di privacy e tranquillità dei giocatori, che solitamente non amano essere osservati da vicino da altri avventori. Un altro aspetto su cui concentrarsi è l’illuminazione, che dovrebbe essere pensata appositamente per l’area gioco, in modo da renderla accogliente. La luce va direzionata con cura, dal momento che gli stessi apparecchi da gioco sono fonti luminose molto intense».
La formula ibrida, bar più gioco, si sta comunque diffondendo sempre più. «All’interno di questi locali - dicono gli architetti di Bba - la zona bar-cassa-consumazioni assume quasi sempre la funzione di perno centrale della distribuzione, mentre aree relax-lounge, pensate per pause conviviali durante l’esperienza gioco, vengono distribuite uniformemente tra le macchine installate».
I rischi di un’impostazione sbagliata riguardano soprattutto i locali di piccole dimensioni. «Il pericolo - spiegano ancora alla Bba Architetti - è di inserire in modo brutale una nuova funzione nel locale. L’area destinata al gioco non viene caratterizzata in nessun modo e finisce per diventare un angolo squallido, che non contribuisce a mantenere una buona immagine. Non bisogna perdere di vista il fatto che la sala da gioco è un ambiente potenzialmente a rischio, che talvolta fatica ad essere accettato nei contesti urbani: mantenere un’immagine complessiva dignitosa e gradevole è quindi essenziale».
Molto dipende anche dai piccoli accorgimenti che si possono adottare per dare comfort al pubblico. «Dall’illuminazione soft alla musica di sottofondo ci sono molti modi per mettere il cliente a suo agio - sottolinea per esempio Marco Tonnarelli -: un tavolino per consumare o una mensola facilmente accessibile a chi è seduto sono importanti, perché il giocatore non ama allontanarsi dalla macchina da gioco. Quindi comfort e tutto a portata di mano. Magari anche con un dispositivo di chiamata vicino alla newslot per poter ordinare una consumazione con la massima comodità».
L’importante è progettare, pensare nel dettaglio anche un piccolo angolo. Lasciare le cose al caso, come succede in molti locali, può rivelarsi un grave errore.

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