I bartender americani alla scoperta degli amari: la Lucano Bartender Competition

A Milano la finalissima a quattro della U.S. Lucano Bartender Competition. Vincono Ryan Wainwright da Los Angeles e il fenomeno "amari" americano

Quattro bartender, in rappresentanza di quattro punti cardinali del bartending americano, si sono sfidati nella finalissima della U.S. Lucano Bartender Competition. La manifestazione si è svolta presso la nuova sede milanese della Lucano di fronte a una giuria composta dall’esperto Dom Costa, dal Ceo di Lucano1894 Leonardo Vena e dal sottoscritto per Bargiornale. La puntata finale di questa bartender competition è giunta al termine di una selezione che ha coinvolto trenta professionisti da Los Angeles a New York, da Chicago al Texas. Il gruppo era guidato da Tad Carducci, fondatore con Paul Tanguay della società di consulenza The Tippling Bros., tra i maggiori esperti della bar industry americana nonché profondo appassionato (e conoscitore) delle nostre bottiglie e dei nostri bar. Abbiamo approfittato per rivolgergli alcune domande sul boom degli amari nel mercato americano. «La crescita degli amari come ingredienti per la miscelazione è davvero enorme. In tutta America è un fiorire di rivisitazioni a base di amari: Manhattan, Old Fashion, Negroni. Ma siamo già approdati a una seconda fase: quella in cui i clienti iniziano ad apprezzare gli amari per quello che sono. Ovverosia aperitivi e/o digestivi. E questo non può che essere un buon segnale». La padronanza della materia dei giovani bartender americani stupisce tutti noi. I quattro bartender della U.S. Lucano Bartender, vinta da Ryan Wainwright di Los Angeles, hanno fornito esempi validi e diversi di come possano essere valorizzate le caratteristiche di Amaro Lucano e Amaro Lucano Anniversario in miscelazione. La ricerca della semplicità è stata il comune denominatore delle otto ricette presentate. Qui ne pubblichiamo quattro, sui nostri social trovate i video di tutte. «Fare drink semplici- analizza Carducci - non significa penalizzare il gusto. Tutt’altro, è il modo migliore per costruire miscelati di carattere. Pensa al Bar Basso di Milano, al lavoro di Maurizio, alla costante cura per soddisfare l’ospite». Quando parla di bar italiani gli occhi di Tad si illuminano. «Ogni volta che torno nel nostro Paese resto stupito, non solo dalla presenza sempre più numerosa di american bar, ma dal vostro approccio. Gli italiani hanno fatto propria la nostra cultura e l’hanno in riqualificata e rilanciata. I bar italiani profumano di tradizione, sono romantici, tutte cose che negli Stati Uniti non vediamo». Julia Momose, finalista di Chicago, è tra le più entusiaste. Capace di equilibrare tecnica, creatività e una profonda passione per l’ospitalità, la bartender sostiene che questo viaggio è stata un’opportunità unica per conoscere da vicino Amaro Lucano e tutto il suo patrimonio culturale.

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