A Milano apre Sakeya, la casa del sake

Una collezione di oltre 120 sake, decine di liquori alla frutta e distillati, birre artigianali e tè importati direttamente dal Giappone, spesso introvabili in Italia. E poi, la possibilità di degustare sake in purezza e nei cocktail, oltre a menu degustazione che propongono abbinamenti tra sake e piatti tipici nipponici. È questa, in sintesi, l’offerta di Sakeya, il locale milanese che si presenta con la prima vera “House of sake” in Italia.

Sakeya è tre locali in uno: negozio, bar lounge e ristorante bistrot. Nel negozio - ricavato all’ingresso del locale, di fronte alla cucina a vista - si può acquistare sake e altre bevande, ma anche porcellane prodotte da artigiani di Kyoto, tè verde, nonché tisane originali miscelate da Alessio Simonini, manager del locale, barman di lungo corso e sake sommelier. «Spesso accade che chi degusta un sake nel bar o nel bistrot poi acquisti la bottiglia», racconta Simonini.

Oriental design

Il bar lounge, pochi passi più in là, è un ambiente caldo e accogliente il cui design è una sintesi tra Oriente e Occidente: da una parte i tavoli comuni, le mensole in legno, le panche e gli sgabelli tipici delle izakaya, dall’altra poltroncine imbottite che fanno tanto salotto, mattoni a vista e finestre su un cortile milanese. Il bar lounge è il luogo deputato alla mescita e all’aperitivo. Il mixologist Jacopo Pilati propone sia cocktail classici, sia undici “drink signature” a base di sake miscelato di volta in volta con distillati, shochu e awamori, whisky e gin giapponesi. C’è anche una selezione di birre giapponesi e ogni mese viene proposta una trentina di sake alla mescita. In accompagnamento all’aperitivo ci sono assaggi che escono dalla cucina.

La sala ristorante ha due elementi che catturano l’attenzione: la grande mappa magnetica del Giappone che delinea le 47 prefetture da cui provengono i sake, e lo scaffale a tutta parete su cui sono esposte le bottiglie, illuminate come opere d’arte. C’è anche una vetrina refrigerata disegnata su misura, per conservare i sake alle diverse temperature di servizio. «Uno dei nostri punti di forza - sottolinea Simonini - è la collaborazione con le prefetture giapponesi, che credono nella diffusione del sake in Italia. Acquistiamo direttamente dalle cantine delle diverse regioni». Già, perché quello del sake è un mondo vario e articolato, tutto da esplorare. «Da noi arrivano molti curiosi - racconta -. La maggior parte ci dice che l’unico sake che hanno assaggiato è quello caldo servito nei risortanti cinesi. Qui scoprono che il sake non si beve solo a fine pasto, ma è ideale per l’abbinamento con il cibo, al pari di un vino. Anzi, anche meglio di un vino, visto che è quattro volte meno acido. Qui scoprono anche prodotti molto particolari, come il sake Champagne, rifermentato in bottiglia, con bollicine molto morbide e naturali». Mitsuoko è il drink best seller della carta di 11 drink signature del Sakeya. Creato da Alessio Simonini, è dedicato alla passione di Simonini per la profumeria francese. Il nome si ispira a una fragranza firmata dalla famosa casa di profumi Guerlain ispirata all’Oriente.

Non solo sushi

La cucina è firmata dallo chef Masaki Inoguchi, che ha ristoranti in Giappone e a Londra. In menu ci sono piatti tipici, studiati per abbinarsi al sake: spiedini cotti al carbone e ispirati allo street food nipponico; obanzai ovvero una decina di piccoli assaggi; una piccola selezione di sushi che cambia a rotazione; e otto piatti di cucina creativa firmati dallo chef, questi ultimi serviti solo nella sala ristorante. Da segnalare i tre percorsi di degustazione, di cinque, sette o dieci sake abbinati ad altrettante portate. I primi due mesi di apertura hanno permesso di mettere a fuoco l’attività e di aggiustare il tiro: «Stiamo semplificando il menu food servito nel lounge bar per concentrarci sul ristorante - anticipa Simonini -. Al ristorante spingiamo il sake perché è il nostro core business. Nel bar  i cocktail si vendono da soli».

E conclude: «Sakeya offre un’ampia varietà di sake che nessuno conosce, cocktail a base di prodotti difficili da reperire e una cucina che nessun altro fa in Italia». Sakeya è di proprietà di un imprenditore edile giapponese. L’amministratore delegato è Lorenzo Ferraboschi, sake sommelier e titolare di Sake Company, azienda specializzata nell’importazione di sake, impegnata nella diffusione della cultura del sake in Italia anche attraverso l’organizzazione di corsi riconosciuto dalla Sake Sommelier Association (SSA), il principale ente internazionale per la formazione e certificazione dei Sake Sommelier al di fuori del Giappone.  

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