Tutto quello che avreste voluto sapere sulla birra. Raccontato da due superesperti

Ai nostri microfoni Tullio Zangrando e Mirco Marconi, autori dei tre volumi "Birra". Nuova edizione, arricchita, aggiornata e dedicata agli operatori di settore

18-02-2018 Rimini - Beer Attraction fiera della birra - spillatura gente che beve fiera di Rimini PHOTO PETRANGELI
Ai nostri mocrofoni Tullio Zangrando e Mirco Marconi, autori dei tre volumi "Birra". Nuova edizione, arricchita, aggiornata e dedicata agli operatori di settore

Lo scenario della birra non cessa di evolvere e sono sempre più numerosi i locali e le microbirrerie che offrono birre premium e specialità che si rivolgono a un pubblico di appassionati intenditori o semplici curiosi.

A questo vasto pubblico è rivolta la seconda edizione del libro “Birra” (cresciuto da uno a tre volumi) a cura di due esperti di settore come Tullio Zangrando e Mirco Marconi (Edizioni Edagricole di New Business Media, 2018). Tre volumi suddivisi tra “Storia della birra e degli stili birrari“, “Materie prime, tecnologie, stili”, “Degustazione e servizio, comunicazione, formazione” (scarica gratuitamente un estratto del terzo volume).
Il lavoro è la prima raccolta enciclopedica rivolta principalmente agli operatori di settore, dai produttori ai distributori e ai pubblici esercenti, ma anche al grande pubblico di assaggiatori, curiosi e cultori della materia birraria.

I tre volumi si presentano riccamente illustrati, con glossari esplicativi e tabelle descrittive che rendono la lettura scorrevole e di facile comprensione, oltre a una ricca bibliografia e indice analitico. Abbiamo posto ai due Autori alcune domande di approfondimento.

Quali motivi vi hanno spinto ad aggiornare la prima edizione di “Birra”?
«Rispetto a una quindicina di anni fa, il mondo della birra ha fatto grandi passi in avanti per quanto riguarda la produzione: basti pensare all’esplosione dei microbirrifici italiani arrivati a superare quota ottocento, ma anche dei locali specializzati come pub, lounge beer e brewpub. Ma anche per quanto riguarda la diffusione della cultura birraria tra i consumatori che non appartengono più solo al mondo maschile. Per questo motivo abbiamo rimesso mano al nostro lavoro e ci siamo ritrovati, argomento dopo argomento, a compilare negli ultimi quattro anni, ben tre volumi, per quasi mille pagine».

Come giudicate lo scenario della birra negli ultimi anni?
«Considerata a lungo, ma a torto, una bevanda “povera”, la birra ha vissuto a partire dagli anni Ottanta un’incredibile evoluzione che si è andata accelerando nei tempi più recenti. A cominciare  dalla concentrazione tra i grandi gruppi produttori che arrivano oggi a controllare quasi il 50% del mercato mondiale e allo stesso tempo l’esplosione dei microbirrifici che sono arrivati a coprire dal 3 al 10 % dei rispettivi mercati nazionali. L’offerta sempre più ricca di specialità birrarie  ha stimolato i consumi totali, insieme con una conoscenza birraria sempre più approfondita. Un’accelerazione che, in Italia, ha avuto il suo start negli anni Ottanta con la famosa campagna promozionale Assobirra, con testimonial Renzo Arbore e lo slogan “Birra e sai cosa bevi! Meditate gente, meditate”».

A vostro giudizio, qual è l’ultima frontiera del mondo birrario?
«Confinate per anni nel mondo della ristorazione al binomio birra bionda-pizza, negli ultimi anni, grazie anche alla crescente proposta di specialità premium, le birre vengono sempre più spesso apprezzate da chef e ristoratori stellati che le propongono in appositi menu accanto a quelli del vino, oltre a diventare ingredienti di ricette raffinate. Una tendenza che, a cascata, sta coinvolgendo tutto il settore della ristorazione, dai gastropub ai lounge bar. Da tener presente che, nelle cucine orientali, oggi diffuse in tutto il mondo,  le birre sono sempre state al centro della tavola, anche la più raffinata».

Nel vostro libro vi soffermate anche sul ruolo del progresso tecnologico.
«Ricorrendo alle esperienze del mondo enologico e lattiero-caseario, l’impiego di nuovi impianti tecnologici assistiti da computer, dai fermentatori a temperatura controllata ai tank di maturazione, ha migliorato sicuramente la resa delle materie prime e le condizioni igieniche, assicurando una maggiore qualità e costanza dei prodotti finali. Molti di questi impianti sono nazionali, ideati e costruiti in particolare nella zona di Reggio Emilia e Parma. Anche l’introduzione di meccanismi di controllo a distanza, come la telemetria per gli impianti di spillatura, assicura il servizio di una birra alla spina al massimo delle proprie qualità organolettiche».

Quali altri aspetti considerate nel libro che fanno crescere la birra?
«Sicuramente due: beershop e concorsi. I primi nascono e stanno proliferando per iniziativa di tanti appassionati, dove è possibile trovare sia le più diverse birre a scaffale sia ricevere consigli ragionati e appassionati per la loro scelta, a secondo delle esigenze e aspettative. I concorsi  birrari, le cui giurie sono composte da degustatori professionali, si stanno diffondendo e fanno da volano a specialità che altrimenti rimarrebbero sconosciute ai più». 

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