Mille bottiglie di Ferrari Trento doc per 7 e La Stampa. Brindisi al merito

Premio Ferrari

Saper brindare ai successi professionali è una sana abitudine di cui spesso ci si dimentica. Fa morale, fa gruppo, fa allegria. Molti bar lo sanno e lo fanno, visto che la materia prima è a portata di mano. Ferrari, le cantine della famiglia Lunelli produttrici di Trento Doc, regala ogni anno questa opportunità a due redazioni italiane. Offrendo mille bottiglie di Ferrari Trento Doc a chi è stato votato, da una giuria di esperti di alto profilo, come autore della miglior copertina e del miglior titolo dell'anno.

Un premio che sottolinea due cose: l'importanza del lavoro di squadra (titoli e copertine sono in genere frutto di pensieri collettivi, come i menu di un bar) e il valore di un bel brindisi (per quanti clienti un locale è diventato speciale grazie a un brindisi in compagnia?).

Arrivato all'undicesima edizione, il Premio Ferrari per il titolo e la copertina dell'anno si è confermata una grande vetrina per la creatività del miglior giornalismo italiano. Saper raccontare la realtà è il punto di partenza. Ma la vera abilità è riuscire a confezionarle in modo che colpiscano l'immaginazione e restino impresse nella memoria dei lettori. Quel che si dice: far arrivare il messaggio (Non vale lo stesso anche per i bar? Saper ben presentare la propria offerta e fare in modo che l'esperienza resti impressa nella memoria dei clienti non è il miglior modo per conquistarli?).

Nella serata di premiazione alla Triennale di Milano sono stati tanti gli esempi di quotidiani e periodici capaci di far arrivare il messaggio.

I vincitori? 7 e La Stampa

A partire dai due vincitori: il Premio Ferrari per la copertina dell'anno è andato a 7, magazine del Corriere della Sera, con una immagine di grande impatto sul tema dell'immigrazione. Questa la motivazione della giuria: «Nella sua essenzialità, perché si riduce a un’immagine, a un titolo di una sola parola e a un sommario esilissimo, questa copertina di 7 ha l'identica forza prorompente di un editoriale. Perché, con l’eleganza della grafica, la retorica degli interrogativi e l’ironia che si svela nell’unica parola del titolo, «Servo?» fa comprendere che l’immigrazione può essere utile all’Italia».

Il miglior titolo dell'anno è stato giudicato quello del quotidiano torinese La Stampa «Il silenzio delle innocenti» sulla violenza verso le donne. Questa la motivazione della giuria:  «Le violenze sessuali sulle donne sono tante, le denunce pochissime, solo il 12%, svelano le statistiche. Si tace per paura, per i ricatti, perché ci si sente in colpa, perché si teme comunque il giudizio degli altri. La Stampa ha saputo raccontare tutto ciò con un’esemplare inchiesta che ha la sua degna cornice in un titolo che esprime perfettamente il dramma vissuto dalle donne vittime di una violenza».

Di M di Le Monde il miglior articolo sull'arte di vivere italiana

Il premio all'articolo pubblicato sulla stampa estera meglio in grado di raccontare "L'arte di vivere italiana" è andato al magazine M – Magazine du Monde per il servizio su "Milano tempio del gusto" scritto da Jérôme Gautheret, che descrive Milano come «città dalla modernità straordinaria, mecca del lusso e capitale internazionale del design».

 

 

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