MonVer, il vermouth valdostano… di classe

MonVer vermouh

Un prodotto innovativo, che utilizza un ingrediente inconsueto e che esalta e valorizza le materie prime del territorio. È MonVer, viene dalla Valle d’Aosta ed è il primo vermouth al genepì. Le sue particolarità però non si limitano a questo. Autori del prodotto sono infatti i ragazzi della quarta A dell’istituto alberghiero (Ipra) di Chatillon. Sono loro che lo hanno ideato, che ne hanno messo a punto la ricetta, seguito tutto il processo di lavorazione. Sempre loro hanno provveduto all’imbottigliamento, realizzato l’etichetta e il brand che lo firma, 4proudAct.

Ma andiamo con ordine. Il progetto MonVer nasce all’inizio dell’anno scolastico, a fine dello scorso settembre, quando i ragazzi dell’Istituto valdostano, impegnati in un progetto di impresa simulata, decidono di andare oltre i tradizionali compiti di queste attività. Se, infatti, tali esperienze formative hanno l’obiettivo di stimolare lo spirito di iniziativa e l’imprenditorialità degli studenti, impegnandoli nel riprodurre in “laboratorio” il modello lavorativo di una vera azienda, simulandone tutte le attività in modo da far acquisire competenze e conoscenze operative, il loro programma è ben più ambizioso: passare dal virtuale al reale. Ovvero, creare un prodotto nuovo, che possa entrare in commercio. Il programma ha anche un target temporale ben definito: tutto deve essere pronto per la Fiera di Sant’Orso, la più importante manifestazione dedicata all’artigianato e all’enogastronomia valdostana, che si tiene ad Aosta il 30 e il 31 gennaio, dove il prodotto deve essere presentato e messo in vendita.

MonVer vermouth
MonVer, il vermuth al genepì

Il nuovo prodotto che i ragazzi intendono realizzare è un vermouth, ma con un carattere originale e con il chiaro marchio del loro territorio. Da qui l’idea di usare come botanica principale il genepì, la pianta aromatica che cresce nelle Alpi occidentali e tradizionalmente usata per ottenere l’omonimo liquore tipico della Valle d’Aosta. Per dare concretezza al progetto hanno però bisogno di una mano esperta, che possa aiutarli nello sviluppo del prodotto. Decidono quindi di affidarsi a una delle massime autorità del settore, il “professore del vermouth”, Fulvio Piccinino. «Sono stato molto felice di unirmi a quest’avventura – commenta Piccinino -. Sia per la bontà del progetto, utilizzare come botanica principale in un vermouth, insieme all’assenzio romano e pontino, un’altra artemisia come il genepì è un’idea intrigante, sia per la determinazione e l’entusiasmo con i quali i ragazzi hanno affrontato tutto il lavoro. Così come sono soddisfatto del risultato finale, un prodotto qualitativamente molto valido che premia tutto il loro impegno».

Ipra Chatillon
La quanta A dell'Istituto alberghiero di Chatillon

Scelto il consulente, definiti ruoli e responsabilità, è partito lo sviluppo del prodotto. Un lavoro che ha visto i ragazzi assoluti protagonisti. «Abbiamo scelto le materie prime, le aziende con le quali collaborare, effettuato molte prove per arrivare al perfetto bilanciamento del prodotto e ottenere il profilo di gusto desiderato – spiega Davide Gasparini, portavoce del gruppo e responsabile di produzione di 4proudAct -. Un lavoro nel quale abbiamo dovuto confrontarci con tutte le problematiche di produzione di uno spirit, compresi aspetti come i costi e la commercializzazione».

La ricetta messa a punto prevede l’impiego di alcolato di genepì, quest’ultimo fornito Da Emy, azienda agricola di Valsavarenche (Aosta), nel Parco nazionale del Gran Paradiso, che viene miscelato a una base di vino valdostano, composta principalmente da Müller Thurgau, fornito da una cantina di Montjovet, e a una tintura, ovvero botaniche macerate, fornita da The Spiritual Machine. Il risultato è un vermouth (alc 16% in vol) dal profilo inedito, grazie alla particolare nota aromatica del genepì, ben bilanciata con quella del vino e delle altre botaniche, che lo rendono ottimo da servire liscio, fresco, ma anche un interessante ingrediente per la miscelazione, sia nella creazione di nuovi cocktail, sia per la rivisitazione di grandi classici, come il Negroni Valdostano, il drink appositamente creato dai ragazzi per il lancio del prodotto, fatto con una parte di MonVer, una di Gin Glacialis e una di amaro valdostano alle erbe.

La sua produzione è stata affidata a Distilleria Magnoberta di Casale Monferrato, sotto la supervisione dei ragazzi, che si sono poi occupati direttamente dell’imbottigliamento presso la stessa azienda, avvenuto a metà di gennaio.

Tocco finale l’etichetta, disegnata sempre dagli studenti. Questa ha in primo piano l’immagine stilizzata di uno stambecco, animale simbolo del Parco del Gran Paradiso, le cui corna a forma di “V” richiamano la prima lettera della parola vermouth, con sullo sfondo un’immagine del tipico paesaggio montano della Valle d’Aosta, mentre nella parte alta campeggia la scritta “The genepì taste of the mountain vermouth”, a sottolineare il carattere specifico del prodotto.

MonVer prodotto in 600 esemplari in formato da 500 ml, come da programma ha fatto il suo debutto alla Fiera di Sant’Orso, nello stand dell’Istituto, riscuotendo un grande successo: oltre un centinaio le bottiglie vendute.

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