La lezione di Vonnegut ispira la nuova drink list del Club Derrière

Club Derrière Gian Paolo Di Pierro

Semplicità, valorizzazione del singolo ingrediente e la letteratura come modello. È la ricetta che dà vita alla nuova cocktail list del Club Derrière che fino a fine estate delizierà i clienti del secret bar romano, nascosto tra Piazza Navona e il Pantheon, nel cuore della Capitale.

Dieci nuove creazioni compongono la prima parte del menu, Dal presente, mentre tre drink storici del locale, raccolti nella sezione Dal Passato, lo completano. I nuovi drink sono il frutto di un lungo lavoro di ricerca del bar manager del Club Derriére, Gian Paolo Di Pierro (nella foto in apertura) e poi messi a punto e perfezionati con un lavoro di squadra che ha coinvolto l’intero team di bartender del locale. Per la loro creazione Di Pierro si è ispirato alla letteratura, meglio ancora alla narrativa, non traendo spunto però da specifiche opere letterarie, romanzi o raccolte di racconti, ma dalle stesse strutture narrative che fungono da scheletro per costruire un racconto.

Il processo creativo di Di Pierro ha infatti preso il via dalla lezione di Kurt Vonnegut, il grande scrittore americano scomparso nel 2007, contenuta in Un uomo senza patria, una raccolta di 12 interventi sui temi più disparati, pubblicata negli Usa nel 2005 e l’anno successivo uscita in Italia per Minimum fax (nella traduzione di Martina Testa). In uno di questi interventi Vonnegut si sofferma sugli schemi narrativi entro i quali si possono incastrare tutte le storie del mondo, ovvero delle sorte di strutture base che costituiscono il telaio di fondo con il quale tessere la trama del racconto. Più nello specifico, ad attrarre l’attenzione del bar manager è stato lo schema cosiddetto “Boy meets girl” (che non a caso dà anche il nome alla raccolta dei nuovi drink), nel quale la narrazione parte da un lui che incontra una lei, ma che si riferisce più ingenerale all’incontro tra due elementi, che non necessariamente quindi devono essere un uomo e una donna. Uno schema che dal semplice incontro tra l’elemento A e l’elemento B si può ampliare a piacimento, inserendo ulteriori “incontri”, per creare universi e storie sempre più complesse.

Esattamente secondo questo schema procede anche la nuova carta, dove i cocktail si sviluppano in ordine per numero di ingredienti che li compongono, partendo dal singolo ingrediente che incontra nel suo percorso altri ingredienti e creando via via drink numericamente sempre più complessi. Il menu prende infatti il via con Big Bang, la proposta di apertura che sostanzialmente è il perfect serve di un singolo distillato a scelta, tra la selezione speciale di distillati ultra premium del Club, per arrivare a Bird in a Sage, cocktail composto da 5 ingredienti.

In tale percorso, comune a tutti i cocktail è la complessità e la ricercatezza dei sapori, mai scontati, anche nelle creazioni numericamente più semplici. Altra parte fondamentale del lavoro di ricerca alla base della nuova drink list è stata infatti quella condotta sulla valorizzazione degli ingredienti, tutti di altissima qualità, in modo da ottenere, anche con poche materie, un risultato finale di valore assoluto sotto il profilo di sapori e aromi. Così, ad esempio tra le nuove creazioni troviamo Akicaze (dal giapponese “incontro dei venti”), un drink dal complesso profilo sensoriale sebbene ottenuto con due soli ingredienti, shrub al carcadè e shocu, il distillato tipico del Giappone. Così come solo due ingredienti, gin Hendrick’s e una soda alla mela, compongono la ricetta di Newton, ispirato al fatidico “incontro” tra la mela caduta dall’albero e la testa del grande scienziato che svelò a quest’ultimo l’esistenza della forza di gravità, scoperta alla base della fisica moderna, o di La Frontera, drink dedicato alla città di Jerez, in Spagna, luogo di incontro tra la cultura araba ed cristiana, preparato con Vermut Blanco Lustau e spuma al sedano. Un esempio del fronte opposto, ovvero di drink con un numero più importante di ingredienti, è invece Jacko, a base di Knob Creek Bourbon miscelato con sciroppo al malto di cioccolato, succo di limone e chiuso da un top di soda, a restituire struttura e sapori di una birra porter.

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