Gli italiani (all’estero) trionfano anche quest’anno ai World’s 50 Best Bars

World’s 50 Best Bars 2018

Da Londra, dopo la sfavillante cerimonia di premiazione di ieri sera al Roundhouse, provengono squilli di tromba. Come potete osservare dalla classifica dei World’s 50 Best Bars, che pubblichiamo in calce, il Dandelyan (Londra) vince e scavalca l’American Bar del Savoy di Londra. Il deus ex machina del Dandelyan Ryan Chetiyawardana, alias Mr. Lyan, comunica che nonostante il successo ci sarà una rivoluzione totale all’interno del locale: «Perché il cambiamento e la capacità di rimettersi in discussione sono la vera chiave del successo».

Proseguiamo con l’analisi della classifica: il Regno Unito e gli Stati Uniti contano, ciascuno, 10 locali nella lista, con Londra e New York super protagoniste. Singapore guida il gruppo dell’Asia con 5 bar nell’elenco. Dodici i nuovi bar rispetto alla scorsa edizione. Dieci sono al debutto, due sono dei rientri. Quattro nuovi bar di Londra entrano nella classifica: Coupette (18° posto), Scout (28°), Three Sheets (29°) e Swift (46°). Balza direttamente al decimo posto, come su un tappeto elastico, The Old Man di Hong Kong e vince il premio come migliore nuova entrata. L’Himkok di Oslo, in Norvegia (19°), si aggiudica il nuovo premio dedicato al bar più sostenibile del pianeta. Joe Schofield, di recente approdato Tippling Club di Singapore (58°), viene nominato “Bartender’s bartender”, Il Carnaval di Lima in Perù (68°) riceve il premio “the one to watch”, il locale che vale la pena tenere sotto osservazione.

La classifica, tirando le somme, non si è smossa più di tanto. Eppure l’Academy che elegge i migliori ha rinnovato del 60% la sua composizione. Questo con buona pace del solito adagio: “tanto non cambierà mai niente e vinceranno i soliti perché i votanti sono gli stessi”. Quest’anno, per completezza di informazione, un elettore su tre era un giornalista, 1/3 un professionista del settore, 1/3 un abituale consumatore (di cocktail). In un’ottica di ulteriore rinnovamento si parla di spostare la prossima sede della cerimonia in altri città europee e, nel 2021, di sbarcare addirittura a Singapore.

Ma ora andiamo a quello che ci riguarda più da vicino: per la prima volta, in dieci edizioni, tra i World’s 50 Best Bars non c’è più un locale italiano. Lo avevamo sperato fino all’ultimo. Specie quando abbiamo visto slittare fuori dalla classifica dei migliori 50 due baluardi della miscelazione nazionale: il Nottingham Forest di Milano (attualmente 99°) e il Jerry Thomas, 33° posto nel 2017 e oggi 52°. Certo c’è stata la grande soddisfazione di una new entry come il 1930 di Milano, volato direttamente all’80° posto, ma non è sufficiente a comprendere la totale esclusione dei bar italiani dai migliori 50. Qualcuno obietterà che le classifiche lasciano il tempo che trovano, ma il dato di fatto è sotto gli occhi di tutti. Siamo fuori. O meglio, i bar d’Italia sono fuori, ma in questa classifica, ancora una volta c’è tantissima Italia. A cominciare dal Connaught Bar di Londra (5°), guidato da Ago Perrone e con una squadra di bartender tutta italiana, che è stato nominato “La leggenda della lista 2018”. Proseguendo con Enrico Gonzato, Alfonso Califfano e Veronica Di Pietrantonio (Dandelyan); Luca Cinalli (ex Oriole); Stefano Filardi, Ciprian Ronaldo Angelo Sparvoli, Nicolas Medicamento ecc. (American Bar del Savoy); Pietro Collina del NoMad di New York; Giacomo Giannotti e gran parte dello staff del Paradiso di Barcellona.

Ciò che è andato forte nella classifica, oltre alla folta presenza di barman italiani, è l’Italian Sounding, che il dizionario definisce “un termine utilizzato per indicare un fenomeno che fa riferimento all'imitazione di un prodotto/denominazione/marchio attraverso un richiamo alla presunta italianità”. Ci sono due locali nei primi dieci: Bar Termini a Londra e Dante a New York che dell’italianità hanno fatto la loro bandiera. Proponendo negli arredi e/o nei cocktail le atmosfere e gli ingredienti del bar tradizionale italiano. Quello storico o di piazza per intenderci. Non quello di design o hi-tech. Se vogliamo parlare di tendenze, il prototipo del bar italiano che fa furore all’estero è quello che fa riferimento, nella forma e nella sostanza, al Dopoguerra, agli anni Sessanta del boom economico, ai film di Fellini, al Neorealismo, alle sedie e alle tende in vimini, a Frank Sinatra e compagnia cantante. Posti da bitter, spruzzati, vino bianco, caffè espresso e sgroppini. Sono ambienti che troviamo riflessi nel Bar Luce (2015) progettato dal regista Wes Anderson, che ha ricreato alla Fondazione Prada di Milano l’atmosfera di un tipico caffè milanese. Quando un bartender straniero passa per Milano chiedetegli quale genere di bar vuol visitare e avrete la risposta in mano. Cercherà i posti con le pareti che profumano di antico. Quelli da Lavorato Secco o da Negroni “Spagliato”, per capirci. A questo punto, per dirla alla Marzullo, facciamoci delle domande e cerchiamo di darci delle risposte.

THE WORLD’S 50 BEST BARS 2018

  1. Dandelyan – London, Uk
  2. American Bar – London, Uk
  3. Manhattan – Singapore
  4. The NoMad – New York, Usa
  5. Connaught Bar – London, Uk
  6. Bar Termini – London, Uk
  7. The Clumsies – Athens, Greece
  8. Atlas – Singapore
  9. Dante – New York, Usa
  10. The Old Man – Hong Kong, China
  11. Licorería Limantour – Mexico City, Mexico
  12. Bar High Five – Tokyo, Japan
  13. Native – Singapore
  14. Florería Atlántico – Buenos Aires, Argentina
  15. Attaboy – New York, Usa
  16. The Dead Rabbit – New York, Usa
  17. Oriole – London, Uk
  18. Coupette – London, Uk
  19. Himkok – Oslo, Norway
  20. Speak Low – Shanghai, China
  21. Sweet Liberty – Miami, Usa
  22. Baba Au Rum – Athens, Greece
  23. Operation Dagger – Singapore
  24. Le Syndicat – Paris, France
  25. Lost & Found – Nicosia, Cyprus
  26. Employees Only – New York, Usa
  27. Central Station – Beirut, Lebanon
  28. Scout – London, Uk
  29. Three Sheets – London, Uk
  30. Black Pearl – Melbourne, Australia
  31. Tales and Spirits – Amsterdam, Netherlands
  32. Linje Tio – Stockholm, Sweden
  33. Little Red Door – Paris, France
  34. 28 HongKong Street – Singapore
  35. Happiness Forgets – London, Uk
  36. La Factoría – Old San Juan, Puerto Rico
  37. Paradiso – Barcelona, Spain
  38. Indulge Experimental Bistro – Taipei, Taiwan
  39. El Copitas – St Petersburg, Russia
  40. Tommy’s – San Francisco, Usa
  41. BlackTail – New York, Usa
  42. Candelaria – Paris, France
  43. Schumann’s – Munich, Germany
  44. Trick Dog – San Francisco, Usa
  45. Fifty Mils – Mexico City, Mexico
  46. Swift – London, UK
  47. Salmon Guru – Madrid, Spain
  48. Buck and Breck – Berlin, Germany
  49. Bar Benfiddich – Tokyo, Japan
  50. Lost Lake – Chicago, Usa

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