Spirit: in Italia è l’era della vodka

Osservatorio –

Secondo Iwsr, il mercato mondiale dei superalcolici da qui al 2016 accelererà la crescita registrata nell’ultimo quadriennio. Vendite in calo, invece, nel nostro Paese. Per il prossimo futuro si prevede un recupero del rum e la tenuta dei liquori locali

Gli italiani bevono meno distillati, ma nei prossimi anni è previsto un incremento dei consumi di vodka e rum: è lo scenario tracciato dallo studio realizzato dell'istituto di ricerca specializzato Iwsr (International Wine and Spirit Research) sul mercato dei distillati e sulle prospettive dal 2012 al 2016, commissionato da Vinexpo, il salone internazionale di vino e distillati di Bordeaux.
Il consumo dei superalcolici, in Italia, tra il 2007 e il 2011 ha segnato un calo del 6,85% in volumi. E la prospettiva per il prossimo futuro si mantiene negativa, anche se con tassi di diminuzione inferiori: -4,7% tra il 2012 e il 2016. Un andamento che non trova riscontro in quello che succede a livello globale, dove si è registrato un fatturato in rapido aumento negli ultimi anni (+32,64% tra il 2007 e il 2011) e le previsioni fino al 2016 mostrano un ulteriore incremento del 9%.

In calo soprattutto l'import
Secondo Iwsr, in Italia si è passati da 16,91 milioni di casse da 9 litri vendute nel 2007 a 15,75 milioni di casse nel 2011. Gli alcolici prodotti in Italia hanno mostrano una tenuta superiore rispetto agli spirit d'importazione:  il consumo dei prodotti “tricolore” è infatti diminuito del 5,69% (da 12,18 milioni di casse a 11,49 milioni), oltre un punto meno della media del mercato. Per i distillati importati, invece, si parla di 4,26 milioni di casse consumate nel 2011 contro le 4,73 milioni di casse del 2006, corrispondente a una flessione del 9,86%, superiore alla media di mercato.
Per gli anni a venire, tuttavia, Iwsr prevede un rovesciamento delle parti: pur in presenza di un mercato ancora in calo, anche se a ritmi meno sostenuti, per i distillati importati è prevista una crescita del 4,32% (da 4,25 milioni a 4,43 milioni). Guardando alle bevande italiane, si prevede invece un calo dell'8% circa, da 11,32 milioni di casse a 10,40 milioni.

Buone prospettive per il rum
In un mercato caratterizzato dai segni meno, spiccano le brillanti performance della vodka, unico spirit, insieme ai distillati nazionali, a chiudere il quadriennio 2007-2011 con volumi in crescita sensibile: addirittura +27,5%, con circa un milione di casse (940mila per la precisione) consumate nel 2011. Un trend che continuerà negli anni a venire, con un aumento previsto del 18,25% (per 1,17 milioni di casse nel 2016). Le prospettive sono buone anche per il rum che, in calo del 7,13% fino al 2011, godrà di un rinnovato interesse toccando una crescita del 9% da qui al 2016.
Il consumo degli altri distillati invece dovrebbe continuare a diminuire: Iwsr prevede tempi difficili in Italia soprattutto per il brandy, che arriverà a -18,78%, lo scotch whisky, che segnerà un -15,55%, e cognac e armagnac (-15,19%). 

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