I nostri omaggi ai miti della miscelazione

Il mondo stava cambiando (come sempre, del resto). Il primo ventennio del Novecento coincideva con la moda delle hobble skirt, le gonne che poco più sotto del ginocchio diventavano strettissime, degli scolli a “V” e dei tailleur. Erano gli anni dei nuovi miti sportivi, il calcio e il ciclismo, e, soprattutto, della diffusione dell’automobile e della motocicletta.

A metter d’accordo tutti, allora come oggi, il Negroni, nato in un giorno imprecisato tra il 1917 e il 1920 alla Bottega Giacosa, in via de’ Tornabuoni 83 a Firenze, per mano del Conte Negroni e del barman Fosco Scarselli. Archetipo della miscelazione, il Negroni scaldava il cuore del conservatore nazionalista in erba, con la sua anima italiana e futurista, ma strizzava l’occhio al vecchio compagno che in fondo a quel bicchiere rosso scuro ci vedeva l’ultima lacrima di passione socialista.

Dopo cent’anni, il Negroni e le sue infinite varianti continuano ad affascinare i barman di tutto il mondo e guidano la testa delle classifiche dei cocktail più venduti. Nell'ultimo numero di Bargiornale la nuova squadra del Drink Team gli rende omaggio con dodici rivisitazioni.

E il prossimo 27 maggio, presso il Tyler-Ponte Milvio a Roma, il Negroni insieme al Gin Tonic e al Daiquiri, saranno i protagonisti della prima tappa di Baritalia. Avete tempo fino all’8 maggio per inviare alla redazione la vostra personalissima rivisitazione compilando il form. Fatevi avanti e che la festa abbia inizio...trallalero-trallalà!

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