Ricorrere contro una decisione del sindaco

Molti lettori ci chiedono come è possibile ricorrere contro una decisione del sindaco. Ecco alcune regole fondamentali.

L'atto amministrativo del sindaco può essere impugnato in via amministrativa o in via giurisdizionale.

Tralasciamo i casi del tutto particolari ed esaminiamo ciò che di regola si può fare.

Un atto che sia illegittimo o viziato nel merito (cioè per errata valutazione della situazione di fatto), può essere impugnato con il ricorso gerarchico rivolto alla autorità immediatamente superiore.

Il ricorso deve essere steso con chiarezza e sintesi, indicando esattamente le proprie generalità e recapito, l'atto che si contesta ed i motivi per cui si ritiene che esso vada modificato. Si devono evitare assolutamente digressioni personali (del tipo "ho servito la patria" per 20 anni ed ora mi capita questo!), storie pietose, argomenti eccessivamente polemici, toni offensivi. Invece di scrivere "il questore non conosce le leggi sulle armi e non capisce nulla" è preferibile scrivere "Ritiene lo scrivente che chi ha emesso l'atto sia incorso in un errore interpretativo perché la legge stabilisce cosa diversa da quanto sostenuto nella motivazione dell'atto".

Il TAR può intervenire sull'atto amministrativo annullandolo o modificandolo, ma solo per vizi di legittimità e cioè: per incompetenza per violazione di legge (il caso più frequente derivante da erronea interpretazione della legge, vizi di forma, mancanza di motivazione), per eccesso di potere (travisamento dei fatti, illogicità o contraddittorietà della motivazione, contraddittorietà con altri atti, inosservanza di circolari, disparità di trattamento, ingiustizia manifesta, mancanza di idonei parametri di riferimento che consentano di assicurare ad ogni cittadino eguale trattamento, ecc.).



L'impugnazione si propone con ricorso con esposizione di tutti i motivi per cui si impugna l'atto. Con il ricorso si può anche richiedere il risarcimento dei danni.

Occorre essere assistiti da un avvocato.

Può costare, perciò fatevi fare un preventivo.

Il ricorso deve essere notificato alla P.A. che ha emanato l'atto e ad almeno uno degli eventuali controinteressati, entro 60 giorni dalla notifica o pubblicazione dell'atto impugnato o dalla sua conoscenza per altra via. Entro 30 giorni dall'ultima notifica il ricorso va depositato al TAR. La parte deve poi richiedere con domanda scritta che si proceda alla discussione del ricorso.

La decisione del TAR può essere impugnata con ricorso al Consiglio di Stato da proporsi entro 60 giorni dalla notifica della sentenza (al Conisglio di Giustizia amministrativa in Sicilia).

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