Io, la terra e l’energia dell’universo

Personaggi –

E’ Nicolas Joly, da Savennières, sulle rive della Loira, guru della viticoltura naturale. Che oggi racconta in un libro come ha applicato alla vigna la filosofia biodinamica

Corno di vacca colmo di letame oppure intestino bovino riempito di camomilla, sotterrati in inverno prima di utilizzarli in vigna in primavera. Sono soltanto due dei preparati biodinamici “che mobilizzano forze straordinarie” e che servono ad aumentare la spirale della vita organica tramite un’accelerata attività batteriologica. «Ma non chiamateci stregoni» dice Nicolas Joly, 63 anni, passato senza indugi dai campi dell’alta finanza a quelli delle sue vigne al Château de la Roche aux Moines a Savennières, sulla riva destra della Loira. È lì che Joly, il grande divulgatore del biodinamico applicato, mette a frutto la lezione teorizzata per primo nel 1924 in Germania nella Tenuta di Koberwitz dall’epistemologo ungherese Rudolf Steiner, tutta sintetizzata nei tre vini dell’azienda di famiglia, la Coulée de Serrant. Joly, vignaiolo e scrittore, propone un nuovo modo di gestire la terra, vecchio quanto il mondo, nel rispetto delle regole della natura, senza uso di chimica di sintesi e diserbanti.

Regni.
«Perché la biodinamica - ricorda Joly - è la prima agricoltura, da qualche secolo almeno, che restituisce al coltivatore la possibilità di agire sul comportamento delle sue piante in un modo diverso rispetto a quello fisico». Così la biodinamica tiene conto dell’interdipendenza tra tutti i regni (minerale, vegetale, animale) e aiuta le viti a essere più ricettive alle influenze astrali. Un vortice di forze della natura racchiuse nei quattro stati della materia: calore, luce, liquido, terra. E che Joly nel suo libro La Vigna, il vino e la biodinamica (vedi box) rappresenta come elementi che influenzano la vite e ogni pianta nelle rispettive fasi dello sviluppo dell’impianto radicale, della fruttificazione, della fioritura, della crescita e, in cantina della fermentazione.

Conoscenza. Nicolas Joly ha presentato il suo ultimo libro lo scorso aprile all’inaugurazione del Ca’ Scapin a Santa Maria di Zevio vicino Verona. Un evento dedicato al biodinamico e promosso dalla Velier di Genova. C’era anche il presidente Luca Gargano l’ispiratore dei Triple A (agricoltori-artigiani-artisti) e in Francia del movimento Renaissence des Appellations. «L’agricoltura biodinamica aiuta un luogo a essere ricettivo delle leggi del vivente, dunque del macrocosmo senza il quale la Terra sarebbe un cadavere - conclude Joly -. Ma per fare un buon vino, non basta solo applicare la biodinamica, bisogna conoscere i preparati, le viti, il vitigno e le forze di crescita che il suolo contiene».

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