Il nuovo bar fa il pieno con i servizi

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L’enorme crescita dell’offerta di giochi e scommesse ha portato con sé una pluralità di opportunità per sviluppare ulteriore business. Attenzione a non soffocare la propria attività principale

Ad avere una vetrina capiente e un po’ di spregiudicatezza, c’è chi potrebbe appendere fuori dal proprio locale un’insegna tipo: “Bar tabacchi scommesse banca posta fotografo agenzia viaggi biglietteria e non solo”. Un’esagerazione? Fino a un certo punto. Perché le principali società concessionarie dello Stato, trainate dal forte sviluppo della domanda di giochi, hanno progressivamente messo in piedi un ampissimo bouquet di servizi a disposizione di quei titolari di bar interessati a sperimentare nuove opportunità di business un tempo impensabili. Ad aprire la strada sono stati i Gratta&Vinci e le ricariche telefoniche, utili a far capire a molti esercenti che con fatica e investimenti relativi potevano trovarsi tra le mani interessanti fonti di nuovi guadagni.

Un luogo che si presta

I pubblici esercizi hanno così cominciato a mettere a frutto alcune proprie peculiarità - come il fatto di essere luoghi legati alla quotidianità per una molteplicità di persone e l’avere fasce orarie di apertura decisamente più ampie rispetto alla totalità di uffici ed esercizi commerciali - per offrire alla clientela, propria e di passaggio, servizi in grado di semplificargli la vita e fargli guadagnare tempo prezioso. Dopotutto, poter sbrigare tutte le proprie incombenze in un’unica sosta, perlopiù piacevole, è il sogno di qualunque persona. L’alta frequentazione e gli orari ampi, del resto, sono stati tra i motivi che hanno reso possibile uno dei maggiori successi commerciali degli ultimi anni nel mondo dei pubblici esercizi: i giochi. La progressiva espansione dell’offerta e del fatturato legato ai giochi, spinta dallo sviluppo delle entrate garantite all’Erario e dagli interessanti margini che offrono i concessionari, ha reso possibili investimenti importanti sul fronte della tecnologia. Ed è proprio grazie alla tecnologia, vedi le cosiddette newslot, che l’offerta di servizi di vario tipo all’interno dei bar ha potuto svilupparsi in maniera esponenziale. Tanto che oggi la fantasia (e la capacità di vendere) sembrano essere gli unici limiti alla possibilità di aggiungere nuove opportunità per i propri clienti. «Si tratta comunque di servizi che si sviluppano sempre accanto all’offerta di giochi - afferma Antonio Gobbato, vicepresidente della Fiepet -. Nessuno mette una macchinetta solo per dare un servizio in più. Ma va riconosciuto ai concessionari di aver messo a punto, in molti casi, strumenti semplici da usare e capaci di dare risposte immediate, con un reale contenuto di servizio per la clientela». Se a questo aggiungiamo il fatto che il rapporto degli italiani con istituti quali le Poste o le banche sia tutt’altro che idilliaco, non si fatica a capire il perché questi business prendano sempre più piede.

In vetrina doveri e piaceri

Doveri e piaceri sono le due linee guida su cui si stanno sviluppando le proposte delle società concessionarie fornitrici di servizi. Sul primo fronte, quello dei doveri, si registra un progressivo ampliamento delle offerte di servizi bancari e postali che gli esercenti possono mettere a disposizione della clientela, come pure di quei servizi che “risparmiano” al cliente del bar una gita - raramente ambita - in qualche ufficio pubblico: dalla visura camerale al pagamento del ticket (con differenze significative tra città e città in termini di offerta, legata alla presenza o meno di convenzioni con i vari enti).
Sul fronte del piacere, c’è l’imbarazzo della scelta: dalle ricariche per la tv digitale, destinate ad ampliarsi in parallelo allo sviluppo dell’offerta, ai biglietti per partite di calcio, spettacoli o concerti, dai biglietti aerei all’acquisto di file musicali. E c’è da aspettarsi che la concorrenza tra fornitori possa sfociare in nuove incentivazioni a vantaggio degli esercenti.
Di fronte a questo surplus di offerte, il rischio è di farsi prendere la mano: attenzione a dotarsi solo di quei servizi su cui - per il vostro locale - pensate possa esserci business. Evitando di far scivolare lentamente il vostro bar, magari inconsapevolmente, in una sala giochi.
E la scelta del fornitore? Valgono le regole base: confrontare più offerte, sentire qualche collega che già lavora con i vari concessionari per capire pregi e difetti, leggersi bene i contratti. «Gli operatori piccoli - afferma Raffaele Palmieri, presidente di Sicon, associazione che rappresenta oltre 200 concessionari indipendenti - hanno condizioni più flessibili e magari migliori. Ma è sempre meglio diffidare di proposte eccessivamente premianti».

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