Grandi rossi del Piave una scossa di modernità

Vini Blend & Territorio –

Una sfida, quella di Villa Sandi da Valdobbiadene: impiegare i vitigni internazionali ricavando nuova freschezza senza smarrire l’identità del territorio.

Ne ha fatta di strada, Giancarlo Moretti Polegato, da quando nel 1995 il fratello Mario, avviato a fondare la Geox, gli ha ceduto la gestione di Villa Sandi. Un cammino che ha portato l’azienda di Crocetta del Montello a diventare nel giro di pochi anni una delle case produttrici esemplari per capacità di coniugare innovazione e amore per la tradizione. Merito di un presidente che ha saputo raccogliere l’eredità di una famiglia dedita da più generazioni alla cultura del vino, ma anche delle qualità del territorio e di una sapienza enoica che da queste parti si respira nell’aria. Siamo in provincia di Treviso, fra le zona Docg del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene e quelle del Montello e del Piave. Una regione ad alta vocazione vitivinicola, oggi conosciuta nel mondo come patria di bianchi e spumanti di grande qualità. Ma capace di produrre anche grandi vini rossi, come dimostra da anni il caso di Villa Sandi.
Villa sul Montello La sede della tenuta si trova in una villa di scuola palladiana risalente al 1622. L’edificio è un felice esempio del connubio di arte e agricoltura che ha caratterizzato il paesaggio veneto dei secoli passati. Le cantine sono ricavate da una fitta rete di antichi camminamenti sotterranei che si estendono per un chilometro e mezzo e durante la Prima Guerra Mondiale, quando la villa era sede del comando italiano, servivano da deposito di munizioni. Vicine alla linea del fronte sul Montello (in linea d’aria poche centinaia di metri), le gallerie fungevano anche da collegamento diretto con il fronte. Nelle vicinanze della villa si trova la tenuta dedicata alla coltivazione di uve Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot destinate alla produzione di vini rossi di grande struttura, primo fra tutti il Corpore (blend di Merlot e Cabernet Franc), che trova il proprio affinamento in barrique di rovere francese da 225 litri per almeno 12 mesi. A Valdobbiadene, invece, nel cuore dell’area Prosecco si trova un’altra tenuta aziendale, con annessa cantina. Lo specifico interesse di Villa Sandi per i vini rossi è nato da un’appassionata “sfida” di Giancarlo Moretti Polegato: quella di dimostrare che anche la terra trevigiana può essere terroir ideale per la produzione di rossi di alta gamma.
Dieci anni di lavoro «Villa Sandi rappresenta oggi un marchio di successo anche grazie a vini rossi di assoluta eccellenza - spiega il patron -. Un risultato affatto scontato, frutto di un lavoro importante in vigna e in cantina, ma anche, lasciatemelo dire, di una grande passione». Fondamentale in questo senso si è rivelata la collaborazione con Riccardo Cotarella, wine maker fra i più affermati sulla scena internazionale. Con la sua consulenza è stato avviato un lavoro di ricerca sulle vigne che ha portato gli agronomi e gli enologi di Villa Sandi (fra i quali, da molti anni, Valerio Fuson e Dario Toffoli) a effettuare un sistematico lavoro di zonazione per identificare le aree più adatte alla coltivazione di ogni specifico vitigno. Significativa è stata anche la riduzione delle rese, con l’aumento di concentrazione nel frutto. Un lavoro di preparazione durato circa 10 anni che ha preso avvio nel 2001 proprio con la creazione di un vino di grande struttura e armonia come il Corpore, etichetta che in un certo senso rappresenta la migliore riuscita del progetto di valorizzazione dei rossi intrapreso dal presidente Moretti Polegato. Il Corpore è un vino di carattere, ma allo stesso tempo morbido e rotondo, come la suggestiva etichetta lascia immaginare, prodotto in circa 15 mila bottiglie l’anno, che in pochi anni ha saputo imporsi all’attenzione di ristoranti e wine bar e al debutto ha ottenuto 93 punti da Wine Advocate di Robert Parker.
Etichette di successo Al Corpore si affiancano il Marinali Rosso (uno dei vini più premiati di Villa Sandi: l’ultimo riconoscimento in ordine di tempo è la medaglia d’argento al concorso di Decanter 2010), taglio bordolese di Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon così chiamato in onore di Orazio Marinali, scultore del Settecento autore delle statue che decorano il viale e il parco di Villa Sandi, e il Filio, un nuovo blend da uve Merlot e Cabernet nato sulla scia del successo ottenuto da Corpore con le stesse caratteristiche di base di quest’ultimo, ma declinate in modo da ottenere un vino più fresco, giovane e facile da bere. «Filio 2006, presentato nel 2009, è andato esaurito in pochissimo tempo - racconta il patron -; ora stiamo aspettando il Filio 2007, che sarà a breve disponibile. E siamo sicuri che piacerà come il suo predecessore». Ma accanto ai grandi attori delle produzioni Villa Sandi vi sono altre etichette che, con meno clamore ma altrettanta efficacia, portano avanti il vessillo degli autoctoni. Villa Sandi, nel suo Dna, racchiude infatti un profondo legame con il territorio, e non solo per il Prosecco, scelta in qualche modo “scontata”: l’amore per la tradizione si manifesta nella scelta di valorizzare vitigni da sempre presenti in zona e appartenenti a pieno titolo al suo patrimonio culturale. Caso emblematico, il Raboso Piave Doc, vino che raggiunge il mercato solo tre anni dopo la vendemmia. L’attività di promozione del territorio di Villa Sandi si esprime anche sotto l’aspetto enoturistico: è stata fra le prime cantine ad aprire le porte ai visitatori, conducendoli alla scoperta e alla conoscenza del mondo del vino. Oggi sono circa 20 mila gli appassionati che ogni anno visitano l’azienda.

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