Gli affari d’oro dei locali notturni

Consumi –

L’intrattenimento by night genera oltre il 25% delle consumazioni del canale bar. Un’indagine di TradeLab mette a fuoco il settore

Riflettori puntati sui locali serali e della notte e, questa volta, se ne parla non tanto per la bufera scatenata dall’articolo 6 del decreto legge n. 117 sulla sicurezza stradale, quanto per un’analisi che per la prima volta in Italia fa luce su un settore che genera, con 750 milioni di consumazioni, oltre il 25% del totale delle consumazioni complessive del canale bar per un giro d’affari di 3.600 milioni di euro.
Da sempre al centro delle strategie di comunicazione e promozionali delle aziende del beverage, questa tipologia di locali è interessante oltre che per i volumi che è in grado di generare soprattutto per il valore degli atti di consumo: frequentati da giovani (di cui una larga fascia “altospendenti”) sono i luoghi naturali dove si creano mode e stili di consumo soprattutto nel campo del bere miscelato e di tendenza.

L’indagine
A colmare il vuoto d’informazioni su un canale così strategico ci ha pensato TradeLab (www.tradelab.it), società milanese di analisi e consulenza manageriale impegnata ormai da anni ad analizzare dimensioni e trend del fuori casa, che ne ha calcolato il “peso” attraverso un’indagine su due fronti: quello della domanda, intervistando 2.000 consumatori tra i 18 e i 40 anni, e quello dell’offerta, sondando le opinioni di 546 gestori di locali serali e notturni.
Il primo passo è stato quello della costruzione di un universo di riferimento, utilizzando come fonte statistica principale l’analisi sul canale bar realizzata da TradeLab nel 2006 e isolando un gruppo di locali serali e notturni frequentati prevalentemente da giovani e con caratteristiche in termini di servizi e orari riconducibili a tale target (es. buffet per l’aperitivo, musica ecc.). Ne è scaturito un universo di 11.900 locali, di cui 10.600 bar serali e notturni e 1.300 discoteche pure.
Una rete frequentata, si stima, da 15 milioni e mezzo di consumatori che in questi ultimi anni è al centro di una serie di cambiamenti e rivoluzioni.
Per quanto riguarda le discoteche in particolare è mutata la funzionalità: da anfiteatri polarizzati dalla zona ballo con modalità di fruizione rigide e servizi standard a si è approdati a spazi multifunzione, con interni intimi e ricercati, in grado di soddisfare un pluralità di occasioni di consumo (dall’aperitivo al dopocena) con un accento sulla ristorazione. Ben il 20% delle consumazioni, risulta dalla ricerca, è proprio generato nelle cosidette “nuove occasioni”: aperitivo e cena.

Le tipologie del "by night"
Oltre al mondo della notte in senso stretto TradeLab ha ridisegnato le categorie dell’intrattenimento by night, defindendo oltre alla discoteca (ribattezzate “dance floor”) quattro tipologie di locali serali-notturni, ognuna con il suo target di riferimento e un il core business in termini di categorie di alcolici consumate.
Dal bar con orario serale, tradizionale punto di ritrovo degli amici, battezzato “company’s lane” e senza una spiccata caratterizzazione (qui vanno forte soprattutto birra e bevande analcoliche), al “fashion&meeting”, ovvero il classico posto alla moda con interni un po’ più laccati rispetto al bar di quartiere, con un’offerta multi-occasione dove la gente va per fare nuovi incontri e consumare soprattutto cocktail che, insieme alle bevande lisce, rappresentano oltre la metà di tutte le consumazioni.
L’”intimate lounge” è invece il concept dal look più elegante e sofisticato che viene frequentato soprattutto da una clientela modaiola e altospendente (intorno ai 40 anni), ideale per una serata intima; è questo il regno delle bollicine - spumanti e Champagne - e dei vini. “All night long” è, infine, il format più vicino al profilo della discoteca. Si tratta di pub, discobar e discopub frequentati soprattutto da ventenni e con modalità di consumo simili a quelle delle discoteche, con la birra protagonista quasi assoluta con oltre il 35% delle consumazioni.

Cocktail protagonisti
I cocktail alcolici sono invece il motore delle disco o “dance floor” dove rappresentano circa un terzo di tutte le consumazioni. A questo proposito, i mix più richiesti a detta dei gestori sono i soliti noti (Negroni, Cuba Libre, Mojito ecc.) anche se in alcune tipologie di locali c’è tra i consumatori una maggiore sensibilità al brand base del cocktail.
Un dato emerge: il 53,9% dei consumatori si dichiara insoddisfatto dell’offerta food. È questo un fronte che richiederà in futuro da parte dei gestori una speciale attenzione.
Foto: Pietro Naj Oleari

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