Giochi a prova di crisi

Tendenze –

Il settore giochi nel 2011 ha raggiunto una raccolta di 79,9 miliardi. E dà lavoro a 20mila persone

F acciamo il punto sul comparto del “gambling” nazionale anche sulla scorta dei primi dati di settore forniti dalla neonata Federazione Sistema Gioco Italia. Partiamo dal comparto produttivo del gioco che è oggi rappresentato da circa 5.800 imprese e da una fitta ragnatela di punti vendita, quantificabili in oltre 140mila unità. Il cosiddetto “bacino occupazionale” vede impegnate complessivamente oltre 100mila persone: 20mila di queste operano direttamente nel settore, mentre le restanti 80mila figurano all'interno dei punti vendita.
Su di un campione di 2.800 aziende del comparto (elaborato da Censis Servizi nella ricerca “Gioco Ergo Sum 2” ) si è verificato come ben 1.173 siano collocate nelle regioni settentrionali (691 nel nord-ovest, 482 nel nord-est), 718 al centro e ben 888 al sud (di cui 209 solo nelle isole). La crescita del settore è andata di pari passo con il numero (e la percentuale) di persone direttamente occupate. Poco al di sotto delle 6.000 unità nel 2004, il numero degli occupati è cresciuto costantemente: 7.647 (2005), 11.193 (2006), 12.388 (2007), 15.567 (2008), 19.769 (2009). Rispetto ai ruoli ricoperti nelle varie aziende, Censis Servizi ha stabilito come il 23,7% dalla forza lavoro del comparto giochi sia impiegata nell'area “amministrativa”, il 21,1% nell'area “distribuzione e raccolta”, il 18,3% nell'area “informatica”, il 17,6% nell'area “supporto alla clientela”, mentre li 7,1% nell'area “manageriale”.
Rigua rdo, infine, ai numeri relativi alla raccolta, la Federazione Sistema Gioco Italia ha recentemente diffuso alcune informazioni chiave sul settore: l'anno scorso la raccolta complessiva lorda si è attestata intorno ai 79,9 miliardi. Di questi, il cosiddetto “payout”, ovvero le vincite che “ritornano” ai consumatori, è stato di circa 61,5 miliardi. La raccolta netta perciò raggiunge all'incirca i 18,4 miliardi di euro.
Di questi 8,7 vanno allo Stato come gettito erariale, mentre i restanti 9,7 miliardi sono così suddivisi: 50% alla rete commerciale (punti vendita, bar, tabacchi), 30% alle imprese concessionarie di Stato per i diversi servizi pubblici di gioco (scommesse, apparecchi da intrattenimento, giochi numerici, online, Bingo, etc.), 20% ad altri soggetti della filiera gioco.

Lascia un commento

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome