Vetro a rendere, un bene per tutti

Iniziative –

Il progetto di riutilizzo dei contenitori voluto da Italgrob garantisce grandi benefici per l’ambiente, ma anche per gestori, industria e distribuzione. Cresce il numero di Comuni interessati ad adottarlo.

Ridurre la quantità di rifiuti che produciamo è, più che un impegno, una risposta a un'emergenza ambientale che si fa ogni giorno più acuta. Oltre all'impegno individuale, però, servono risposte di sistema. È con questo spirito che Giuseppe Cuzziol, fresco di riconferma alla presidenza di Italgrob, la federazione italiana dei distributori di bevande, tre anni fa butto lì l'idea di voler rilanciare il vuoto a rendere in Italia. A tre anni di distanza, l'idea è diventata un progetto concreto. Capace di farsi strada con una buona velocità di propagazione. La prima sperimentazione, avviata nel comune di Conegliano Veneto (Tv), è partita lo scorso novembre, poche settimane dopo la firma del protocollo d'intesa che ha reso operativo il progetto denominato “Vetro indietro” (sette i firmatari: Fipe, Italgrob, Legambiente, le industrie Sanpellegrino, Peroni e Pago oltre all'azienda Savno, specializzata nella raccolta di rifiuti). Altre area test sono pronte a partire: il comune di Ancona, il consorzio Salerno 1 e il municipio Roma III, mentre il comune di Milano e la regione Lombardia hanno già manifestato la propria disponibilità.
«Non mi stupisce - spiega Cuzziol - visto che la necessità di produrre meno rifiuti è un'imperativo sociale e gli imballaggi usa e getta di alimenti e bevande rappresentano una delle voci di inquinamento più rilevanti. Ma il progetto “Vetro indietro”, in realtà, può funzionare perché garantisce benefici per tutti. I gestori di locali potranno acquistare a prezzi fino al 15% inferiori rispetto agli attuali, grazie ai risparmi che il passaggio al vuoto a rendere potrà garantire all'industria. E potranno fregiarsi di un marchio che li accrediterà presso i consumatori come amici dell'ambiente. Da parte nostra, in questo modo contiamo di fidelizzare i nostri clienti baristi e di tornare a offrire prodotti non in concorrenza con quanto si trova nella gdo». Resta il nodo dell'industria: come convincere i produttori a tornare a un processo produttivo abbandonato da lustri? «In tutti i Paesi europei che ci hanno preceduto nel rilancio del vuoto a rendere - spiega Cuzziol - la chiave è stata la defiscalizzazione degli investimenti. Occorre dare incentivi a chi si impegna a riconvertire i propri impianti in senso ecologico. Entro fine giugno, da parte nostra, presenteremo alla Camera il risultato delle nostre sperimentazioni, in modo da rendere evidenti i possibili risparmi ottenibili. Un altro intervento legislativo che auspichiamo, questa volta da parte delle amministrazioni comunali, è la possibilità di prevedere sgravi a livello di Tarsu per i pubblici esercizi che adottano la nuova modalità. Dagli studi effettuati da Savno, si potrebbe dimezzare la parte di tariffa legata alla produzione di rifiuti, garantendo così un risparmio secco del 25% agli esercenti».

Il caso di Conegliano

I circa 60 pubblici esercizi dell'area di Conegliano che hanno aderito, su base volontaria, al test sul vetro a rendere entro fine marzo saranno dotati delle apposite campane per la raccolta e cominceranno a ricevere le bottiglie prodotte dalle aziende aderenti al progetto. Spetterà al Centro Interdipartimentale Ideas per lo Sviluppo Sostenibile dell'Università Ca' Foscari di Venezia il compito di elaborare, entro l'estate, i dati su vendite, costi e rifiuti prodotti con la sperimentazione. Ma Cuzziol guarda già oltre: «Siamo partiti con il vetro. Ma l'obiettivo finale è quello di estendere progressivamente il progetto fino a comprendere ogni tipo di contenitore destinato ai pubblici esercizi».

Lascia un commento

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome