Un super-Confidi per le aziende lombarde

Credito –

Tredici consorzi di garanzia collettiva provinciali hanno unito forze e fondi in Asconfidi. Il nuovo ente promette di facilitare l’erogazione di denaro per le imprese. Ne possono beneficiare anche bar ed esercizi pubblici. Cresce il numero di aziende che chiede finanziamenti e sostegno

Nasce in Lombardia un gigante per la garanzia del credito nei settori del commercio, turismo, servizi e artigianato. Si tratta del super-Confidi regionale, in grado di produrre 5 mila operazioni di finanziamento l’anno per 250 milioni di euro. L’organismo di garanzia è figlio della Legge Tremonti e si propone di semplificare le procedure e allargare la concessione del credito. Il nuovo ente opera attraverso l’attività di tredici Confidi aggregati su base regionale e non più - ecco la novità - su scala provinciale. È una task-force di cui si sentiva bisogno, ma c’è un rischio: quello di alterare il rapporto con il territorio che finora ha consentito ai Confidi provinciali di lavorare bene e “a colpo sicuro”, grazie alla conoscenza diretta degli esercenti, sapendo chi è affidabile e chi no. L’esperienza insegna che spesso le banche concedono i soldi a chi li ha già, mentre un buon imprenditore in momentanea difficoltà magari non riesce a ottenerli.

Rapidità assicurata

«I Confidi sono cooperative tra imprese e, se si rafforzano, ci guadagna il potere contrattuale nei confronti delle banche e migliora la qualità delle garanzie prestate», spiega Ernesto Ghidinelli, 47 anni, responsabile del settore credito e incentivi di Confcommercio. «La nascita del super-ente lombardo è un’ottima notizia per i bar e per gli esercizi pubblici: è finanziariamente in grado di diversificare i rischi e offre garanzie di qualità. Sul fronte opposto, c’è il pericolo che una struttura più grande presenti complicazioni organizzative e richieda più professionalità; ma, una volta standardizzati i meccanismi, il nuovo ente non perderà snellezza e manovrabilità. In ogni caso, è bene che continui a responsabilizzare le strutture provinciali».
Negli ultimi mesi le richieste di fidi per esigenze di liquidità aziendale e consolidamento dei debiti a breve termine sono aumentate del 30%. Un indicatore che i Confidi lavorano di più, che c’è un problema di gestione del circolante e che le aziende, più che in politiche di crescita, sono coinvolte in operazioni di ripristino della liquidità.
«I tempi di pagamento per l’ingrosso si sono allungati - conferma Ghidinelli - e i Confidi rischiano di più per dare una mano a imprese che, probabilmente, si vedrebbero invece sbattere la porta in faccia dalle banche, poco disposte a esporsi. Gli istituti di credito hanno più che raddoppiato lo spread per la concessione dei prestiti, mentre i Confidi mantengono invariato il costo delle commissioni».

Il rischio dell’usura

Secondo Fidicomet, il fondo di garanzia dell’Unione del Commercio di Milano, si sta utilizzando il 30% in più dei fondi di prevenzione antiusura. Significa che per le aziende in difficoltà aumenta la probabilità di cadere in mano agli strozzini? «È chiaro - risponde Ghidinelli - che nei periodi di crisi aumentano anche i rischi per i soggetti più deboli. Se le porte di accesso al credito legale si chiudono, si possono aprire pericolose alternative. Di qui l’importanza del ruolo dei fondi di prevenzione. Per fortuna il ministero dell’Economia e delle Finanze nell’ultimo periodo ha garantito la costante alimentazione dei fondi dei Confidi. Di questo va dato atto. In passato c’era stata una certa discontinuità».

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