Tengono banco pranzi e aperitivi

Gestione –

Scenari di recessione per il mondo dei 135mila bar italiani, che registrano un saldo negativo tra aperture e chiusure. Ma, secondo TradeLab, non va male per tutti: in difficoltà chi punta sulle colazioni, mentre i multispecializzati guadagnano terreno

Sebbene il fuori casa mostri una tenuta migliore rispetto all’economia generale, il calo dei consumi non risparmia i bar: quando la benzina viaggia verso i due euro, le tasse aumentano e le bollette gli vanno dietro anche il caffè mattutino può diventare una voce di spesa da tagliare. E nella pausa pranzo una mela o un panino portato da casa sostituiscono l’insalatina.
In occasione del convegno “Il surgelato nei consumi fuori casa”, la società di ricerche TradeLab ha dipinto uno scenario da recessione anche per i 135mila bar italiani, che realizzano 22 dei 73 miliardi di fatturato del fuori casa in Italia (in totale i punti di consumo sono poco meno di 290mila).
All’interno del mondo dei bar, spesso fatto di operatori marginali di piccole dimensioni, TradeLab ha concentrato la sua attenzione sulla componente dei locali classici, il normale bar di strada: circa 126mila punti vendita che comprendono anche i locali situati in zone di particolare traffico (centri commerciali) e i seasonal bar presenti negli stabilimenti balneari.
Un gruppo folto ed eterogeneo al cui interno la crisi si è fatta sentire, tanto che nel 2011 è stata registrata una contrazione della rete con un saldo negativo fra aperture e chiusure.

Non è per tutti uguale
Un’unica fotografia per l’intero mercato, però, dice poca. Per questo l’analisi di TradeLab va a toccare le diverse tipologie di locali, ognuna con dinamiche proprie.
La prima è quella dei morning bar, più specializzati sul fronte delle colazioni mattutine, che hanno registrato una contrazione del giro d’affari.
I consumatori, per risparmiare, hanno in parte rinunciato a cappuccio e brioche per privilegiare i distributori automatici negli uffici. In qualche modo, però incide anche il successo delle macchine da caffè con le cialde, sempre più diffuse nelle case degli italiani. 
Diversa la situazione per i lunch bar, un segmento giudicato in crescita, che hanno rafforzato la presenza aumentando il giro d’affari.
La situazione dei locali serali è giudicata stabile: gli evening bar hanno un po’ sofferto l’inasprimento dei controlli serali e la maggiore attenzione per quanto riguarda la normativa sugli alcolici, ma hanno riguadagnato spazio con l’impetuoso sviluppo del momento dell’aperitivo che ha ripianato le perdite della notte.  
Altro gruppo è quello dei multi specializzati. Un segmento che TradeLab giudica in crescita, anche perché si è mosso con intelligenza andando incontro al cambiamento di un consumatore che nel frattempo si è fatto più esigente e in cerca di una maggiore qualità. Questo tipo di locali hanno saputo darsi un posizionamento di qualità, specializzandosi su colazioni e pranzi o su pranzi e aperitivo.
Chi invece ha continuato a offrire un servizio indifferenziato, conclude l’analisi della società di ricerca, ha sofferto parecchio. E qualcuno ha chiuso i battenti. Oggi, per stare sul mercato, anche i locali devono avere un’anima.

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