Pirateria tv: arriva il “Daspo digitale” per chi trasmette illegalmente

Grazie alle nuove norme introdotte con l'ultima Legge di Bilancio guardare il calcio con Iptv pirata diventa ancora più rischioso. Con l'anno nuovo crescono i controlli e l'attività di contrasto

Grazie alle nuove norme introdotte con l'ultima Legge di Bilancio guardare il calcio con Iptv pirata diventa ancora più rischioso. Con l'anno nuovo crescono i controlli e l'attività di contrasto

Per i baristi onesti la concorrenza sleale di chi trasmette programmi delle pay tv senza averne diritto è da sempre una spina nel fianco. Il famigerato “pezzotto” è diventato il loro peggior nemico. La trasmissione illegale di contenuti a pagamento sta infatti cambiando pelle, visto che l’abusivismo sta lasciando il posto a veri e propri fenomeni di pirateria informatica. Lo testimoniano, con sempre maggiore frequenza, i casi di cronaca e la crescente attività di contrasto delle forze dell’ordine che, grazie alle nuove norme varate dal Governo con l’ultima Legge di Bilancio, hanno strumenti più efficaci nella lotta alla pirateria. Il motivo è sotto gli occhi di tutti: non si tratta più di singoli “furbetti”, ma di un business su cui la criminalità organizzata ha messo significativamente le mani. Chiaro quindi il motivo per cui si stanno intensificando gli sforzi per contrastare il fenomeno.

Il 2018 si è chiuso con un’operazione condotta nel Salento dalla Guardia di Finanza. Un blitz da cui è emerso che un’azienda di servizi informatici con sede in provincia di Lecce, dava accesso, tramite una Iptv pirata, ai servizi di pay tv per soli 10 euro al mese usando dei codici illegali. Ben 15 persone sono finite nel registro degli indagati e dalle perquisizioni effettuate dalla Guardia di Finanza è emerso che il servizio avesse un numero significativo di “clienti”, anche oltre i confini della Puglia. L’inchiesta è in corso e potrebbe portare presto all’identificazione anche degli utilizzatori finali.

Ma l’operazione più importante è stata senz’altro quella di fine gennaio contro “No Freeze Iptv”, una tv online illegale che offriva contenuti pirata in abbonamento. Si tratta del primo caso di applicazione del “Daspo digitale”, una delle principali novità anti-pirateria introdotte dal Governo che ha permesso al Tribunale di Milano di emettere un provvedimento d’urgenza con cui ha ordinato ai provider internet di impedire ai propri clienti di accedere al sito pirata.

Ma le misure anti-pirateria introdotte con la Legge di Bilancio non si fermano al “Daspo digitale”. In caso di violazione dei diritti, non solo la Lega Serie A ma anche gli operatori tv sono ora legittimati ad agire nei confronti sia di chi offre i servizi pirata sia di chi ne fruisce. Inoltre la Lega Serie A sarà sempre parte in causa anche nei giudizi promossi dagli operatori tv, e dovrà quindi agire necessariamente con più determinazione, mettendo in campo una task force dedicata al contrasto della pirateria, come già avviene in Inghilterra e in Germania. La conseguenza per gli utenti pirata è che dovranno risarcire, in sede civile, sia gli operatori tv truffati sia la Lega Serie A.

Queste norme che forniscono nuovi strumenti di contrasto all’illegalità si aggiungono alle leggi preesistenti che puniscono abusivismo e pirateria con la reclusione da sei mesi a tre anni e con una multa fino a 15.493 euro (ai sensi della Legge n. 633/1941 sul diritto d’autore e dell’articolo 14.1 della Legge n. 248/2000). Vista la tracciabilità dei contenuti pirata trasmessi da queste Iptv illegali, da cui si può risalire agli indirizzi IP degli utilizzatori, è bene essere consapevoli dei rischi che corre l’utente finale, sia in sede penale che civile.

Contro questa forma di pirateria si è recentemente espresso anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega a informazione ed editoria Vito Crimi: «Uccidono un mercato virtuoso, bloccano lo sviluppo delle aziende che realizzano i prodotti che guardiamo in tv, fanno perdere migliaia di posti di lavoro» ha detto, ribadendo l’impegno del Governo nel contrasto del fenomeno. La lotta alla pirateria si gioca anche sul piano culturale e le stesse società sportive sono scese in campo contro l’illegalità. Il Milan, per esempio, è stata la prima squadra di Serie A a lanciare una campagna anti-pirateria. Protagonista il portiere Pepe Reina, riconosciuto simbolo di sportività, che ha lanciato l’allarme: «Guardare illegalmente eventi sportivi distrugge la passione di tutti quelli che amano il calcio». Il fronte anti-pirateria quindi è sempre più ampio e per i “furbetti” dell’illegalità la vita si fa più difficile.

Lascia un commento

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome