Patto Scf-Siae per i diritti discografici

Musica d'ambiente –

Siglato un accordo storico per la gestione dell’attività di raccolta dei compensi dovuti da bar, discobar e discoteche per la diffusione di musica registrata nell’ambito di intrattenimenti, feste danzanti eccetera. Definite anche le tariffe per gli street bar

Scf, il Consorzio Fonografici che si occupa della raccolta dei diritti connessi alla registrazione fonografica (riconosciuti, tra gli altri, agli artisti interpreti esecutori sulle loro prestazioni artistiche e ai produttori di fonogrammi), continua nella propria opera diplomatica per la definizione di accordi con le associazioni di categoria. L'obiettivo è definire tariffe condivise che gli esercenti devono pagare sulla base dell'utilizzo che fanno della musica di ambiente nei loro locali.
Dopo l'accordo raggiunto con Fipe, di cui abbiamo già dato notizia (vedi Bargiornale marzo 2010, pagina 71), si aggiungono ora importanti novità. Innanzi tutto dal 30 giugno è finito il regime di sconti sulle tariffe concordate con Fipe per il 2010 e per sanare gli eventuali arretrati.

Regolati i party danzanti
Altre novità riguardano poi le discoteche e i locali che offrono intrattenimento serale all'aperto, avvalendosi naturalmente della musica. Sergio Paolella, direttore commerciale di Scf, ci spiega: «Abbiamo ritenuto di affrontare anche l'ampio capitolo dei locali che non hanno l'autorizzazione per l'intrattenimento danzante, ma che comunque impiegano dj, e quindi la musica, come elemento principale di attrazione». Sono quegli esercizi che non hanno licenza di discoteca ma offrono un servizio simile e attingono al medesimo bacino di clientela, creando quindi una sorta di discriminazione: le discoteche infatti sono soggette a un rapporto con Siae in base al numero degli ingressi, questi locali serali, o tutte le strutture anche temporanee che d'estate organizzano feste all'aperto, erano finora sfuggite all'obbligo del pagamento dei diritti. «Ora - spiega Paolella - abbiamo definito un accordo con Siae, a cui demandiamo la raccolta della quota di diritti musicali spettanti a Scf nelle discoteche e nei locali serali. In cambio Siae ci ha dato il mandato per raccogliere negli esercizi i diritti fonografici spettanti alle aziende del settore che non fanno capo a Scf ma alla Afi, l'Associazione fonografici italiani».

Un esattore, due criteri
Quest'ultima, organismo che fa parte di Confindustria, aveva demandato a Siae la raccolta dei propri diritti, creando il rischio che il gestore di un pubblico esercizio si vedesse arrivare esattori diversi per la riscossione, uno da parte di Scf e uno da parte di Afi-Siae. Ora, con questa semplificazione, il referente sarà solo Siae. Nel 2010, tuttavia, Scf continuerà a riscuotere direttamente i compensi relativi ai diritti connessi spettanti a tutti i produttori discografici, inclusi quelli associati ad Afi, per la musica d'ambiente diffusa nei pubblici esercizi. Buona parte dell'impegno di Scf è stato rivolto a definire le tariffe insieme con le parti interessate, per non creare eccessivi contrasti con gli esercenti. «Abbiamo pensato agli aspetti pratici - spiega Paolella - evitando di ragionare su parametri impossibili da praticare. Per le discoteche, per esempio, abbiamo ragionato sul numero di serate organizzate nell'anno e sulla capienza, mentre per i locali serali abbiamo individuato come discriminante la dimensione in metri quadri».
Tariffe speciali sono poi state definite per i cosiddetti “street bar”, che a fronte di una superficie interna limitata svolgono invece la loro attività soprattutto in spazi esterni. Basterà per convincere tutti i gestori a effettuare i pagamenti? «Le discussioni ci saranno comunque - dice Paolella - ma le scelte maturate con le associazioni di categoria levano, a mio parere, molte frecce all'arco di chi non vuole pagare. Dal nostro canto ora iniziamo una campagna d'informazione che sarà soprattutto orientata ai locali serali, per spiegare agli esercenti il motivo delle nostre richieste. E poi pensiamo di sviluppare appieno i rapporti con Siae, che possono allargarsi in futuro anche ad altre tipologie di locali»

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