L’occasione fa il consumo

Intervista –

Anticipare la domanda e allargare l’offerta di food con attrezzature, merchandising e servizi dedicati: la mission di Techfood. Ne parliamo con il presidente, Angelo Iori

Ne ha parlato in toni entusiastici tutta la stampa specializzata. La notizia relativa al lancio del Chocokebab è rimpallata di qua e di là, ma chi conosce Techfood di Castelnovo di Sotto (Re) sa che non è la prima né l'ultima “macchinetta”. Per noi la notizia è un'altra: siamo di fronte a un'azienda tutta italiana che ha saputo strizzare l'occhio alla crisi mettendo a segno una crescita costante a due cifre, con una quota di export pari al 30% . Una storia di successo e successi che il presidente, Angelo Iori, ha voluto commentare con Bargiornale.
Gennaio '93: è presentata al Sigep di Rimini la gamma La Crêperie.

Nel 2011 è la volta del Chocokebab. Come è cambiata la proposta Techfood?

Come diceva un mio vecchio maestro di lavoro e di vita, Giuseppe Barbieri, non s'inventano nuovi consumi, ma si migliorano quelli che ci sono. Così vecchi consumi o consumi domestici sono stati, a volte, lo spunto e la chiave di volta del nostro pensiero produttivo. Complice anche il mutato quadro normativo, mi riferisco ai decreti sulla semplificazione che hanno definitivamente liberato un settore ingessato da anni sulla vendita e la distinzione merceologica tra bar e ristoranti. Per il resto siamo certi che il futuro va giocato sul servizio. Così, già da alcuni mesi, per i modelli della gamma La Crêperie, Patatwist e Ghirotto forniamo una garanzia di tre anni, e indipendentemente dal periodo di garanzia, forniamo assistenza post vendita gratuita con un numero di telefono dedicato per tutta la vita tecnologica della macchina. Ogni mese scegliamo nuovi clienti testimonial per le nostre campagne pubblicitarie e pubblichiamo sul sito la loro esperienza. Un altro aspetto già operativo da due anni, è la consulenza sul punto vendita gratuita a chiunque voglia approfondire le proprie conoscenze prima o dopo l'acquisto delle nostre attrezzature. Non ultimo, due chef sono a disposizione presso la nostra sede non solo per consigliare al meglio sull'uso delle macchine ma per supportare il cliente nella scelta degli ingredienti per il buon funzionamento delle macchine.

Quali le proposte che vi hanno dato le maggiori soddisfazioni?

I modelli della gamma La Crêperie, nostro sicuro cavallo di battaglia, hanno ottenuto negli anni ampi consensi e oggi sono presenti nei locali di tendenza, anche in Francia. Nel '95 poi abbiamo creduto fortemente nel rinvenimento dei prodotti precucinati e fritti attraverso l'applicazione dei raggi infrarossi a convezione senza l'utilizzo dell'olio: oggi il 60%  dei fritti precucinati rinvengono con il nostro sistema e la vendita di queste macchine trova il suo più importante sbocco nel mercato scandinavo, particolarmente sensibile a stili di consumo sostenibili. La stessa tecnologia ci ha consentito di ottenere un brevetto per la cottura di kebab con un risparmio energetico del 40%. Non a caso il Ghirotto, oggi, è riconosciuto come la macchina più affidabile nel panorama europeo.

Qual è l'investimento necessario per chi voglia aprire un bar, spaziando dal dolce al salato?

Abbiamo circa 18 modelli base di macchine e oltre 100 varianti, secondo il tipo di servizio che s' intende offrire all'interno del locale, con l'aggiunta di carretti che altro non sono che banchi refrigerati in grado di caratterizzare la proposta fuori e dentro al punto vendita. Il sistema più economico parte da poche centinaia di euro per la produzione di crêpe con carrello dosatore, ma l'investimento medio si aggira intorno 3-4mila euro.

E in termini di redditività…

300% per una crêpe, 500% per un piatto di pasta secca al sugo, oltre il 700% per una porzione di patatine. Ma il vero vantaggio sta nell'avere a disposizione una serie di macchine personalizzate che rendono unico il locale, con menu board, totem e ogni altra idea per accattivare il consumatore.
 

Per i bar già avviati, invece, in che modo rispondete alla classica fame di spazio presente nei locali?

Una novita' è il “simple point” che abbinato a un bar esistente o a un'ex area dedicata al gioco delle carte può ospitare fino a 6-7 proposte alimentari diverse in soli 7 metri quadri. Il nostro punto di pareggio giornaliero a macchina in un anno è il seguente: 6 crêpe, 5 porzioni di pasta, 8 di patatine, 8-10 di churro e cioccolata, 10-15 kebab.
 

Parliamo di Techfoodonline. Come si integra con la proposta Techfood, quali i vantaggi per i gestori?

Søren Kierkegaard, filosofo danese dell'800, nella sua più celebre frase dice: “La vita va guardata all'indietro e vissuta in avanti”. Un pensiero che condivido e che ha motivato le mie decisioni. Techfoodonline, divisione di Techfood, è figlia del nostro tempo, perché siamo convinti che anche in rete la tecnologia debba essere gestita dalle imprese produttrici. Attraverso il nostro sito il gestore ha a disposizione le informazioni tecniche necessarie sulle attrezzature migliori che il mercato mette a disposizione, al miglior prezzo di vendita, grazie a una gestione efficiente del magazzino. Uno sforzo che vale un ottimo feedback su eBay.

Cosa ci dice invece di Sfizio Misto?

Sfiziomisto è la somma delle nostre proposte in chiave dolce e salata, per proporre così a pranzo un classico piatto di pasta all'italiana, nel pomeriggio una crêpe alla nutella o il più corposo kebab e far crollare psicologicamente i clienti davanti a un chocokebab con gelato all'una di notte. L'investimento di un punto vendita nella formula meno costosa è decisamente contenuto con la sicurezza di rientrare in soli due anni. A oggi con solo il 30% dell'investimento sono possibili formule di finanziamento fino a 5-6 anni, con oltre 120 proposte alimentari gestite direttamente attraverso un programma di cassa di nostra ideazione che lavora in tempo reale con i nostri magazzini.
 

E adesso quale idea le sta ronzando in testa…
Le devo confessare che la testa fa fatica a non ronzare. Si tratta del mio lavoro, della mia azienda, costruita con una meravigliosa moglie, compagna di vita e di lavoro. Ho tre figli: Beatrice, che si occupa dell'estero, Gabriele, iscritto al secondo anno presso l'Università di Parma, e Sofia, diplomanda in ragioneria. Poi, c'è il gruppo di ragazzoni 40enni (e non), da Gianni Bruno a Lucio Fontanesi, che hanno consentito a quest'azienda una crescita a due zeri. Un piccolo gruppo che fattura 10 milioni di euro e che riesce ancora a prendersi in giro: siamo quelli delle “macchinette”, che fanno fare i soldi ai clienti (e non solo allo Stato).

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