La variazione della qualifica del lavoratore

Quali limiti incontra nel nostro ordinamento?

La questione è stata in passato affrontata dalla Corte di Cassazione, la quale con la sentenza n. 2278/1981 ha così statuito:

"A norma dell'art. 13 dello Statuto dei lavoratori (che ha sostituito il testo dell'art. 2103 cod. civ.), il diritto del lavoratore di essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto si estende all'acquisizione ed alla conservazione della corrispondente qualifica, sicché l'esercizio dell'"ius variandi" del datore di lavoro incontra un limite insormontabile rappresentato dalla immutabilità della qualifica acquisita dal lavoratore, intesa come il complesso dei diritti (compreso quello ad una certa progressione di carriera) che compendiano e definiscono la posizione del lavoratore all'interno dell'azienda".



(Cass. Civ. Sez. Lav., sent. n. 2278/1981)

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