La carta, un contratto con obblighi e insidie

Norme La lista –

Non solo elenco di piatti, la lista è un vero e proprio documento contrattuale con il cliente. Le cose da sapere.

La consegna del menu rappresenta l’inizio delle trattative tra il ristoratore e il cliente. Si tratta giuridicamente di un’offerta al pubblico, divulgata tramite la consegna della lista a uncliente indeterminato; il ristoratore comunica, infatti,attraverso il menu una proposta contrattuale unilaterale diretta alla collettività,sapendo che nel momento in cui viene esternata produce una serie di obbligazioni a suo carico. È scontato, altresì, che tutti i dati riportati all’interno della lista costituiscano la proposta del ristoratore che non può essere modificata unilateralmente o successivamente senza l’accordo di entrambi. Per ipotesi: il cliente dichiara e pattuisce di ordinare degli spaghetti con pomodorini freschi, in realtà sono serviti con della comune salsa di pomodoro;sul menu è riportato il prezzo di 10, sul conto invece risulta per quel piatto il prezzo di 12. In questi casi, il ristoratore non ha rispettato quanto riportato sulla lista: il cliente potrà tranquillamente rifiutare gli spaghetti con la salsa di pomodoro, degustarli e pagarli di meno rispetto a quanto riportato e rifiutarsi di pagare la somma di 12 poiché difforme a quella proposta e riportata all’interno del menu. La carta, un contratto con obblighi e insidie
 ? 1 Il ristoratore è obbligato a consegnare il menu al cliente? Palesemente non è sancito da alcuna legge. Bisogna rifarsi a un vecchio regio decreto del 6 maggio 1944, n. 635, art. 180, che impone al ristoratore di esporre al pubblico i prezzi dei piatti in luogo ben visibile in modo tale che il cliente possa essere cosciente dei prezzi. Sembrerebbe, pertanto, che non sia obbligatorio consegnare il menu al cliente. Nella pratica si fa.
? 2 Cosa bisogna riportare all’interno del menu? Abbiamo detto che il menu è una proposta del ristoratore diretta nei confronti del cliente, che qualora fosse intenzionato ad accettarla, utile per perfezionare il contratto di ristorante, dovrebbe aver conoscenza dell’oggetto contrattuale tramite la denominazione del piatto e soprattutto conoscerne il prezzo. Il nome del piatto per identificarlo e il prezzo non possono mancare all’interno di un menu, ma, per evitare incomprensioni, è meglio indicare: gli ingredienti utilizzati, il metodo di cottura, l’eventuale traduzione in altre lingue, per permettere anche agli stranieri di comprendere le caratteristiche del piatto, e tutto ciò che possa evitare inutili qui pro quo e malumori.
? 3 Se un menu è redatto in maniera non chiara e ingannevole, quali sarebbero le conseguenze legali per il ristoratore? Il menu è la promessa, che il ristoratore formula al cliente, di impegnarsi a realizzare quel piatto in conformità a quanto riportato sulla lista. Un menu redatto non chiaramente e non lealmente, con l’intento di ingannare il cliente potrebbe provocare enormi danni economici e più di ogni altra cosa rovinare l’immagine dell’azienda ristorativa. Ipotizziamo il caso in cui il ristoratore promette, per esempio, un piatto a base di pesce fresco, ma in realtà si tratta di pesce surgelato o si impegna a servire una cotoletta di vitello, ma viene servita una di maiale, in questi casi assistiamo a due rilevanti fatti giuridici. Da un lato si è verificata un’inadempienza contrattuale del ristoratore che non ha rispettato quanto descritto e pattuito tramite il menu, pertanto il cliente può rifiutarsi di pagare, chiedere la risoluzione del contratto e reclamare eventuali risarcimenti dei danni. Dall’altro lato, invece, si è perpetrato il reato di frode in commercio (art. 515 c.p.) poiché è stata consegnata una cosa diversa per qualità rispetto a quella dichiarata e pattuita.
? 4 È legittimo riportare gli asterischi in fondo alla pagina? Certo che è legittimo: è una consuetudine per informare il cliente sulle particolarità di un prodotto, per esempio surgelato invece di fresco. Secondo alcune sentenze della Cassazione l’uso di questo modo di informare il cliente è legittimo, a condizione però che non sia scritto a caratteri piccolissimi e non sia posto all’estremità delle pagine o in senso verticale in modo da sfuggire all’attenzione della clientela.
? 5 È possibile riportare delle inserzioni pubblicitarie di altre aziende all’interno del menu? Sì è possibile. Il problema è se questa forma di pubblicità è sottoposta ad imposizione fiscale. Non esiste una disciplina univoca a livello nazionale. L’unico appiglio normativo è il d.lgs. n. 507 del 15 nov. 1993 che stabilisce la non imposizione fiscale di quei riquadri, bigliettini o volantini inferiori a 300 cm quadrati (un formato di 30x10); pertanto, considerate le dimensioni di un menu, le inserzioni pubblicitarie non sono soggette a tasse. Anche se conviene, pur sempre, informarsi presso gli uffici comunali.

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