Il bar del futuro è interattivo

Design –

I locali cambieranno aspetto con la fusione di mondo fisico e virtuale, garantita dai nuovi software per animare tavolini, pareti e pavimenti

Il bar del futuro sarà interattivo: a spiegarlo è Daniele Modesto, fondatore di Io (www.ioagency.com), società che si occupa di sviluppare il concetto di "natural interaction" in diversi ambiti (tra i suoi clienti Fiat, UniCredit, L'Oréal Paris, 3M, Bacardi). «Dentro al locale la luce è bassa, soffusa, colorata - racconta Modesto - Non si tratta del classico sistema d'illuminazione, perché la luce esce dal banco, dai tavoli, dal pavimento. La superficie del bancone appare liquida, reagisce ai nostri movimenti anche senza toccarla. Il pavimento sembra fatto d'acqua, così come le superfici dei tavoli. Al posto delle pareti ci sono immagini che si sovrappongono alle persone, come se una carta da parati magica, in continua trasformazione, rivestisse tutto quello che trova».
Non siamo allora in un romanzo di fantascienza o nella realtà virtuale di Second life: è il concept di un sensitive bar che vedrà la luce la prossima primavera a Londra.

Spazio fisico e mondo digitale
L'idea alla base dell'interazione naturale consiste nella fusione in una sola dimensione dello spazio fisico e del mondo digitale. La tecnologia è presente in maniera importante, ma è invisibile. Non abbiamo più tastiere, ma tavoli sulla cui superficie spostare documenti elettronici (immagini, ma anche testi) come se fossero reali; non monitor, ma pareti o pavimenti che rispondono alla presenza di chi passa, ai suoi gesti e movimenti.

La magia dell'interazione naturale sta proprio in questo: ci si comporta come se tutto fosse reale, invece avviene grazie alla comunicazione digitale. «Il tema chiave - spiega Modesto - non è la tecnologia. L'obiettivo è trasformare il bar o il ristorante, in un nuovo media che da un lato reinterpreti la comunicazione pubblicitaria, dall'altro sia una piattaforma per costruire relazioni tra gli utenti, trasferendo nel mondo fisico i meccanismi delle community del Web».

Interior design
Anche il concetto di architettura e interior design cambia, perché non si lavora più con i volumi, gli spazi fisici e le luci, ma con gli strumenti digitali. Il contenuto virtuale colora lo spazio in maniera diversa, creando un'atmosfera suggestiva nel quale confluiscono sollecitazioni sonore, luminose, olfattive. Facciamo un esempio: «Pensiamo a un locale che allestisce un'ambientazione caraibica - spiega Modesto - Troveremo tavoli che sembrano acqua, la brezza e i profumi dell'oceano, una dominante luce blu, un sottofondo di musica latina. La sera dopo sarà invece il caso di un'ambientazione metropolitana, quella successiva qualcos'altro e così via».

La dimensione sociale
A tutto ciò si può associare la comunicazione di un brand, alternativa rispetto ai media classici. Appoggi il bicchiere sul tavolo e per magia si disegna sul piano il logo di ciò che stai bevendo. O, al ristorante, poni la bottiglia di vino sul tavolo e compare sulla superficie la scheda con tutte le informazioni di quell'etichetta.

C'è poi una dimensione sociale, dove si realizza un continuum tra la realtà fisica e il Web.
Attraverso il dialogo tra un semplice strumento come il telefonino e un lettore Rfid (a radio frequenza), è possibile riconoscere il cliente e gestire le sue preferenze. Questi può decidere di condividere con altri amici le sue foto, attraverso il tavolino con touch screen, di organizzare un party definendo in anticipo gli elementi sonori, luminosi e olfattivi del microclima che vuole ottenere. Ma può anche partecipare a un programma di fidelizzazione che, trasferito sul Web, permette di inviare un sms a un amico offrendogli un cocktail la sera dopo. Questi a sua volta potrà lasciare un messaggio video sulla bacheca virtuale per ringraziare.

Lascia un commento

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome