Gli hotel pensano ai distributori automatici

Vending –

Sinora poco diffuse in Italia, le macchinette possono diventare uno strumento utile per ampliare l’offerta di food&beverage fuori orario

Ore 23.30, l'ospite arriva in albergo, reduce da un lungo meeting di lavoro, e vorrebbe fare un piccolo spuntino, ma il bar ha chiuso i battenti da circa un'ora e anche la brigata del ristorante ha ormai spento forni e fornelli. La salvezza sarebbe il servizio ai piani offerto da distributori automatici in funzione 24 ore su 24, dove l'affaticato uomo d'affari potrebbe trovare finalmente ristoro. In realtà, questa formula di servizio integrato è in Italia ancora una rarità.

I risultati dell'indagine TradeLab
Una recente indagine realizzata da TradeLab su un campione di 528 alberghi (di cui 429 a tre stelle e i restanti 153 a quattro e cinque stelle) rivela che solo il 9,1% è dotato di distributori automatici free standing. E ben l'88,4% dei gestori di hotel privi di distributori automatici non pensa di installarli, almeno nel breve termine. Eppure se si guarda alle varie esperienze all'estero il vending alberghiero è molto diffuso anche se riguarda principalmente le formule più “cheap”. «La mission in questo caso è quella di integrare l'offerta per servire meglio l'ospite. Ciò è soprattutto valido all'interno di strutture che si posizionano nelle fasce “economy” e “mid-market”, corrispondenti ai nostri 2 e 3 stelle, e che preferibilmente hanno una clientela internazionale già abituata a fare acquisti con i distributori automatici - spiega Mauro Santinato, presidente di Teamwork di Rimini -. Grazie al vending il gestore può infatti garantire all'ospite un servizio 24 su 24 ore e migliorare la propria performance in termini di ricavi. È prevedibile una sempre maggiore diffusione in futuro di questo tipo di postazioni, ma sempre in una logica di complementarietà con i servizi tradizionali».

Le formula integrata dell'Hilton
Ci sono poi alcune formule che hanno adottato una strategia di avvicinamento al vending che non prevede, almeno in prima battuta, l'adozione di distributori automatici. È il caso degli Hilton Garden Inn, pluripremiato marchio della famiglia Hilton specializzato nel canale “mid-market”, presente in Italia con location a Roma, Firenze e Matera (prossime aperture a Bari, Bologna e, nel 2009, a Lecce), che contempla un'area ristoro contigua alla zona ricevimento dove l'ospite può trovare, come in un drugstore, snack dolci e salati, articoli di prima necessità per la cura della persona, prodotti “last minute” (es. batterie), bevande e piatti precotti surgelati da far rigenerare nel forno a microonde a disposizione dei clienti. Un'area aperta 24 ore su 24 dove l'ospite si serve da solo e paga quanto consumato alla vicina reception. «Ovviamente il gestore è libero di calibrare il mix d'offerta in base alla tipologia di clientela del suo albergo e ha la facoltà di integrare questo servizio con distributori automatici ai piani», spiega Alan Mantin, direttore sviluppo per Hilton di sud Europa e Africa.

Un vending anche di fascia alta
È ipotizzabile che tali formule self service possano, almeno per la realtà italiana, costituire un test per l'adozione in una seconda fase di distributori automatici in grado di soddisfare le esigenze più disparate (non solo food&beverage) con applicazioni nei campi più diversi: minibar alternativo, servizio ai piani, ristorazione per il personale notturno ecc. D'altronde, il vending sta diventando sempre di più un'opzione anche per alberghi di fascia alta o, boutique hotel: in questi casi, in termini estetici i distributori automatici sono sintonizzati sulla “corporate identity”.

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