Gestire l’attività nella forma della impresa familiare

La disciplina prevista dall’ordinamento

Qualora il titolare di un'impresa individuale intenda avvalersi della collaborazione di uno o più familiari può dare alla propria attività l'impostazione giuridica di impresa familiare.

Questa è oggi molto diffusa nel nostro Paese, in particolare nel caso di attività di piccole dimensioni di natura prevalentemente artigianale o commerciale, dove si ritiene offra maggiori garanzie, in termini di affidabilità e facilità di gestione, rispetto a forme societarie in unione con persone estranee al proprio nucleo familiare.

L'impresa familiare può sussistere indipendentemente dal regime patrimoniale che i coniugi abbiano scelto, comunione legale o convenzionale, separazione dei beni, fondo patrimoniale od altre convenzioni.

Il divorzio e la pronuncia di invalidità del matrimonio religioso sono tuttavia motivo di scioglimento dell'impresa.

Lo schema dell'impresa familiare è disciplinato dall'art. 230-bis del Codice Civile.

Dal punto di vista legale, l'impresa familiare è considerata una forma particolare di impresa individuale.

L'impresa fa capo ad un solo ed unico titolare, che ne assume la gestione ordinaria, ne promuove l'attività e ne risponde verso i terzi con tutto il suo patrimonio personale presente e futuro, al punto da poter essere sottoposto - lui e lui soltanto -al fallimento in caso di insolvenza.

Secondo il codice civile, il termine "familiare" indica il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo. Assume dunque piena rilevanza, sotto questo aspetto, la famiglia estesa.

Si noti che i familiari non devono necessariamente essere conviventi, ma solo prestare in modo continuativo il loro lavoro nell'impresa, senza essere legati da un contratto di lavoro con l'imprenditore.

Quest'ultimo punto riveste una importanza fondamentale.

I familiari che entrano nell'impresa non sono né soci dell'imprenditore, né lavoratori dipendenti, ma collaboratori, e hanno diritto al mantenimento secondo la condizione patrimoniale della famiglia, a partecipare agli utili in proporzione alla qualità e quantità del lavoro prestato ed a prendere parte alle decisioni inerenti la gestione straordinaria dell'impresa stessa.


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