Fuori casa: primo semestre difficile, l’unica a tenere è la gelateria

Osservatorio –

Il panel Crest di Npd prevede un 2013 in calo per il comparto quick service, che però conferma di soffrire meno della ristorazione. I dati a fine giugno evidenziano un calo del 2,4% delle visite rispetto all’anno precedente. Per il fatturato un -1,9%

Scontrino medio inchiodato, spese e visite in calo: il primo semestre del 2013 conferma che il bar non è più esente dalla crisi. Dopo una lunga resistenza, anche il cliente dei pubblici esercizi ha dovuto, già dall’anno scorso, inchinarsi alla dura realtà di un reddito disponibile in calo. E dopo aver fatto il possibile per mantenere inalterato il numero delle visite, riducendo la spesa e passando dal ristorante al bar, ha dovuto diradare le uscite. Nell’anno terminante a giugno 2013 (che abbraccia il periodo luglio 2012-giugno 2013), secondo il panel Crest di Npd la spesa dei consumatori italiani nel Quick Service è diminuita dell’1,9%, il risultato peggiore degli ultimi tre anni. Il calo ha coinvolto anche le visite, diminuite del 2,4%. Dati meno pesanti rispetto a quelli della ristorazione, che si conferma il comparto del fuori casa maggiormente colpito dalla crisi, ma pur sempre pesanti nonostante la leggera ripresa registrata in maggio e giugno (ma non confermata poi nei mesi estivi).

Mercato più equilibrato?
«Nel 2013 si è avuta la conferma di un fenomeno emerso in maniera prepotente già lo scorso anno - afferma Matteo Figura, direttore della business unit Foodservice di The Npd Group -: il consumatore, oltre a continuare a tagliare sullo scontrino, ha cominciato a ridurre anche il numero di uscite. Semmai quello che sta cambiando è la ripartizione dei consumi nell’arco dell’anno. Anziché concentrare le proprie uscite nei momenti di vacanza, molti consumatori cominciano a spalmarle durante l’arco dell’anno».

Promozioni in aumento
Un altro segnale dell’estrema attenzione dei clienti al contenimento dello scontrino medio è il fenomeno delle promozioni; «Le visite “spinte” dalle promozioni sono in aumento - afferma Figura -, figlie di una ricerca sempre più attenta da parte di chi consuma verso soluzioni più accessibili».
Si inseriscono in questo contesto le ragioni delle migliori performance, rispetto al resto del comparto, del segmento che The Npd Group chiama gelaterie, un aggregato che comprende anche le yogurterie e tutti quei locali il cui numero è in crescita, che abbinano all’offerta di gelato quella dei prodotti più tipici da caffetteria, a partire dall’espresso (allungando così il periodo di apertura annuale).
Mentre il bar tradizionale vede calare le proprie visite in maniera sensibile (-3,1% negli ultimi 12 mesi) le gelaterie registrano un lievissimo incremento nel numero di clienti.

Cresce lo snacking
«Si tratta di formule - spiega Figura - particolarmente adatte a soddisfare le nuove esigenze della clientela: sono locali di dimensioni ridotte, con un’offerta multiprodotto a forte contenuto di innovazione che consente di avere una proposta valida in ogni momento della giornata. Un deciso vantaggio rispetto al bar classico, che tradizionalmente ha dei momenti morti nelle ore centrali della mattina e del pomeriggio. E anche una risposta adeguata alla richiesta di prodotti per lo snacking, l’unica occasione di consumo che mostra qualche segno di vitalità».

Ristoranti più attivi
Un ultimo segnale importante, secondo Figura, arriva dai ristoranti: «Se negli anni passati sono stati il segmento che più ha subito la crisi, adesso mostrano qualche segnale di reazione: ne sono un esempio l’allargamento dell’offerta anche oltre i classici momenti del pranzo e della cena, ad esempio con gli aperitivi e gli spuntini. L’area dello snacking, pur rimanendo marginale, è in crescita, così come quella del take away». Innovare, insomma, resta la strada maestra per superare la crisi.

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