Evasori senza scampo se il fisco si fa furbo

Attività –

Gli ispettori dell’Agenzia delle Entrate ricostruiscono le vendite dei bar in base agli ingredienti acquistati e al magazzino. Ma ogni mezzo è buono: persino il parco macchine può essere indice dei ricavi reali

Scusi, lei come prepara il Cuba Libre? Io uso la ricetta Iba 2004: ci metto 5 cl di rum chiaro, 10 cl di Cola, 2 cl di succo di limone o in alternativa mezzo lime spremuto…: non è un dialogo tra appassionati di cocktail, ma quello che vi potreste sentir chiedere da un agente del fisco.
Per ricostruire l'entità dei “ricavi reali” conseguiti dagli stabilimenti balneari e bar annessi, gli uomini dell'Agenzia delle Entrate hanno rilanciato in grande stile le ricostruzioni analitico induttive dei consumi delle materie prime - rum e gin in testa - utilizzati nei cocktail, dal Cuba Libre al Negroni al Gintonic.
Non è una novità, del resto. Ma la scorsa estate la morsa del fisco sembra essere stata più ferrea del solito, forse per l'esasperata attenzione ai conti in rosso del Belpaese.

La verifica induttiva
«È una normale attività di ricostruzione e verifica - fanno spallucce alla direzione dell'Agenzia delle Entrate di Ravenna - il nostro obiettivo è determinare gli incassi degli esercenti attraverso la valutazione di tutto ciò che concerne le attività di un bar, non solo i cocktail ma anche i consumi di bevande, caffè, cappuccini, brioche e delle materie prime alimentari se il bar, per esempio, fa piccola ristorazione». La verifica induttiva è prevista dalla norme vigenti in materia di accertamenti tributari. Consiste nel ricostruire le vendite di un bar in base agli acquisti e al magazzino “in contraddizione con la parte” per usare la terminologia degli investigatori: cioè il gestore è invitato a dichiarare quali e quante materie prime utilizza e gli agenti del fisco elaborano i dati per i loro riscontri. Contro la fantasia dei potenziali evasori, insomma, il fisco mette in campo ogni arma a sua disposizione. Più elementi possono essere acquisiti dagli ispettori durante le attività di verifica e più probabilità di successo avrà l'accertamento, anche in sede di contenzioso.

Tutto può diventare prova
Ogni mezzo è buono. Per stanare i furbi, gli 007 tributari usano sofisticate tecnologie, scattano immagini satellitari e foto di eventi e attrezzature, compiono analisi degli aperitivi e degli happy hour sulla spiaggia, controllano le associazioni, verificano le sponsorizzazioni e persino il parco macchine di grossa cilindrata.
Naturalmente si tratta di misure ispettive pensate all'inizio dell'anno in sede di programmazione delle attività di controllo, studiate a tavolino e applicate con scientifica precisione per quanto riguarda i pubblici esercizi nelle località di villeggiatura.
Spiegano all'Agenzia delle Entrate: «Entriamo in azione dopo aver valutato il reddito, l'ubicazione e i clienti dell'esercizio e preventivamente selezionato le posizioni che presentano incongruenze con la media degli altri locali. Le cosiddette “attività di ricostruzione commerciale” avvengono solo di giorno quando il locale è aperto, negli orari canonici, di solito la mattina. Oppure prendiamo accordi con l'esercente per proseguire i controlli nell'ufficio del commercialista». «Per non disturbare il lavoro», aggiungono alla Guardia di Finanza. È un'attività d'intelligence concordata e suddivisa in modo da evitare sovrapposizioni fra l'Agenzia delle Entrate, l'Inps, la Guardia di Finanza e la Dogana.

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