Corsi d’idoneità anche per i tabaccai

Norme&Fisco –

I gestori di bar che aspirano a ottenere il patentino tabacchi dovranno conseguire l’abilitazione attraverso appositi corsi di formazione disciplinati da Monopoli di Stato e associazioni di categoria

Un corso di formazione obbligatorio per i gestori di bar che intendono ottenere il patentino tabacchi. Così ha disposto la manovra d'estate (legge 122/2010, articolo 55 comma 2-quinquies), per tutelare “gli interessi pubblici erariali e di difesa della salute pubblica connessi alla gestione di esercizi di vendita di tabacchi”. In altre parole, per verificare la “professionalità” degli aspiranti rivenditori la norma introduce una sorta di “bollino” per i nuovi gestori: chi vorrà aprire una rivendita ordinaria o ottenere il patentino sarà perciò costretto a conseguire, entro sei mesi dall'assegnazione, l'idoneità professionale “all'esercizio dell'attività di rivenditore di generi di monopolio”. Significa che bisognerà frequentare e superare appositi corsi di formazione, che saranno disciplinati sulla base di una convenzione tra Aams e le organizzazioni di categoria maggiormente rappresentative. La convenzione ancora non c'è, arriverà a breve, ma il costo dei corsi dovrebbe rientrare negli oneri richiesti per l'avvio dell'attività ed essere a carico dell'aspirante rivenditore. I Monopoli di Stato puntano quindi a una verifica preventiva delle attitudini degli operatori e della loro preparazione, tenuto conto - come sottolinea la norma - “della elevata professionalità richiesta per l'espletamento di tale attività”.
La manovra modifica dunque l'articolo 6 della legge 1293/57, riguardante l'organizzazione dei servizi di distribuzione e vendita dei generi di monopolio, e aggiunge un motivo di esclusione dalla gestione delle rivendite. In un elenco che già include, tra gli altri, chi non è cittadino comunitario, chi sia stato dichiarato fallito, chi abbia riportato condanne per contrabbando, per un delitto punibile con minimo tre anni di reclusione, per offese al Presidente della Repubblica, o anche solo per un delitto contro il patrimonio, la moralità pubblica, il buon costume, la fede pubblica, la pubblica amministrazione, l'industria e il commercio.

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