Contrattazione aziendale, anche nei bar

Cominciano a diffondersi nel settore dei pubblici esercizi gli accordi territoriali tra sindacati dei datori di lavoro e dei dipendenti che aprono la strada alla contrattazione aziendale. Sono già oltre 750mila i lavoratori dipendenti interessati alla novità

La contrattazione di secondo livello si fa largo anche nei pubblici esercizi. E i gestori accolgono la novità con grande interesse. Dopo la pubblicazione, nello scorso aprile, delle linee guida sulla contrattazione di secondo livello (condivise da Fipe, Filcams, Fisascat, Uiltucs, Cnel) i sindacati hanno già presentato numerose piattaforme di rinnovo, soprattutto nelle regioni del Nord e del Centro Italia. La scadenza ultima è fissata al 30 settembre 2012, quando si potrà fare un bilancio dei progressi ottenuti, ma intanto è visibile che linea “alla Marchionne” fa scuola anche negli esercizi pubblici.

Focus sul territorio

Gli assetti contrattuali si stanno progressivamente spostando dal centro alla periferia: il primo passo è stato l'accordo interconfederale del gennaio 2009, seguito dal Ccnl del febbraio 2010, che faceva particolare riferimento alla contrattazione di secondo livello.
Basta vedere cosa sta accadendo sul fronte della detassazione dello straordinario (vedi riquadro in alto e Bargiornale n. 6/2011, pag. 82): dalla firma in aprile dell'accordo quadro tra organizzazioni sindacali e datori di lavoro, sono oltre una decina gli accordi territoriali già raggiunti, in particolare al Nord. Premi e altri incentivi legati a incrementi di produttività arrivano infatti solo in presenza di un accordo territoriale. «Le linee guida vanno in questo senso: un passo avanti verso il decentramento. Finalmente con il secondo livello si potranno avere contratti su misura per il settore dei pubblici esercizi - afferma Edi Sommariva, direttore generale della Fipe -. Fino ad oggi i contratti di lavoro del nostro settore erano regolati dal contratto nazionale del turismo, che è comune ad alberghi, agenzie di viaggio, pubblici esercizi e mense. Ma è giusto poter arrivare a un contratto ad hoc che calzi bene ai pubblici esercizi, seguendo la strada già intrapresa dal comparto delle mense, l'unico finora ad avere firmato un contratto di secondo livello».
Il decentramento contrattuale è importante tanto più in un settore eterogeneo come quello dei pubblici esercizi, dove i piccoli bar a conduzione familiare convivono con colossi come Autogrill: ovvio che le rispettive esigenze siano tra loro molto diverse.

Occhio alla stagionalità

Le linee guida tracciate dalla Fipe, oltre a schematizzare gli indicatori utili alla determinazione del premio di risultato, mettono in evidenza le aree di azione dove agire. Tra queste c'è senz'altro la stagionalità: uno studio effettuato nel periodo 1990-2009 segnala che solo il 22,7% degli accordi integrativi territoriali ne ha riguardato l'organizzazione.

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