Come rendere più facili gli studi di settore

Norme&fisco –

Una preziosa guida a come predisporre la propria contabilità in modo da rendere il meno oneroso possibile il reperimento dei dati per la corretta compilazione degli studi di settore. Le voci di ricavo e di costo più problematiche e le soluzioni da adottare

Nei moduli per gli studi di settore è richiesta una grande quantità di dati; molti di questi provengono dalla contabilità, anche semplificata. Un piano dei conti di costo appositamente predisposto può fornire quasi tutti i dati contabili necessari senza, o con poche, ulteriori elaborazioni e ricerche.
In linea di massima è più facile aggregare i dati che disaggregarli. Quindi, se necessario, è meglio dividere il più possibile; se serve un’aggregazione di dati divisi, basta sommare i vari totali; se, invece, dobbiamo dividere dati aggregati, bisogna rivedere, con maggior complessità, le operazioni una per una per attribuirle alle singole categorie richieste.
Un adattamento della contabilità, e in particolare del piano dei conti economico, alle richieste di dati previste dai moduli per gli studi di settore dei bar permette di facilitare la compilazione del modulo degli studi di settore.

Facilitarsi la vita
In questo articolo vi indichiamo come fare e in quali caselle inserire i dati, prendendo in considerazione solo le caselle che richiedono problematiche particolari di suddivisione e non quelle corrispondenti a elementi di bilancio già presenti e suddivisi nella generalità dei piani dei conti. Se i dati possono rientrare in più caselle, vanno indicati una sola volta nella casella più specifica. Fanno eccezione i campi interni che sono specificamente indicati come un “di cui” di altre caselle.

L’area dei ricavi
Di seguito le indicazioni relative a ricavi ed altre componenti positive del conto economico:
F01. Corrispettivi di cessioni di beni e delle prestazioni di servizi alla cui produzione o al cui scambio è diretta l’attività dell’impresa e delle cessioni di materie prime e sussidiarie, di semilavorati e di altri beni. Sono esclusi la vendita di beni strumentali (contabilizzati tra le plus o minusvalenze, da inserire in F05) e gli aggi conseguiti per la vendita di generi soggetti ad aggio o ricavo fisso (da indicare in F08) che devono avere una loro indicazione distinta in sede contabile.
Ai fini del quadro D è necessario conoscere la percentuale dei seguenti specifici ricavi rispetto a quelli complessivi.
I dati richiesti in percentuale possono essere forniti con un’approssimazione tale da non inficiare la sostanziale attendibilità dell’informazione richiesta e arrotondati all’unità.
Per avere la suddivisione precisa dei ricavi è necessario programmare il registratore di cassa con codici o tasti che identifichino le specifiche attività indicate. Sono più di 20 voci; bisogna tener però presente che difficilmente un esercizio svolgerà tutte le attività richieste per cui il numero di codici da utilizzare effettivamente diventa inferiore.
Alla fine dell’anno il registratore dovrebbe fornire i totali per i singoli codici per poter calcolare le percentuali; ma questo non è necessario se anche in contabilità si registrano separatamente i ricavi secondo la suddivisione richiesta.
Tale divisione dà anche delle informazioni utili a livello gestionale per valutare l’entità e la conseguente redditività delle singole tipologie di somministrazioni e vendite.
Come si vede dalla tabella di pagina 97, è molto difficile avere una suddivisione che soddisfi totalmente sia le richieste del quadro D che quelle del quadro Z. In questi casi, meglio dare la precedenza alla precisione del quadro D, che influenza il posizionamento dell’azienda all’interno dei vari gruppi rilevanti per gli studi di settore. Il quadro Z non ha invece rilevanza immediata sui risultati degli studi, ma è usato per acquisire dati per i futuri studi di settore.
F02. Altri proventi considerati ricavi: indennità conseguite a titolo di risarcimento, anche assicurativo, per la perdita o il danneggiamento dei beni di cui al punto F01 (l’ammontare di questi proventi va indicato anche nel riquadro interno), contributi in denaro, o valore normale di quelli, in natura, spettanti sotto qualsiasi denominazione in base a contratto e i contributi spettanti esclusivamente in conto esercizio a norma di legge. Questi proventi devono essere tenuti separati nel piano dei conti dagli altri ricavi veri e propri.
F08. Vendite soggette ad aggio o a ricavo fisso. Riguardano prodotti o servizi con prezzi fissati dal fornitore e non modificabili dal rivenditore:
• vendita di generi di monopolio e similari;
• vendita di valori bollati e postali, biglietti delle lotterie, Gratta e vinci;
• gestione di ricevitorie Totocalcio, Totogol, Totip ecc.;
• vendita di schede e ricariche telefoniche, abbonamenti, biglietti e tessere per i mezzi pubblici, viacard, tessere e biglietti per parcheggi;
• gestione di concessionarie Superenalotto, Enalotto, Lotto;
• riscossione bollo auto, canone Rai e multe;
• rivendita, in base a contratti estimatori, di giornali, di libri e di periodici.
Vi sono due modalità di compilazione del conto economico:
la sola indicazione degli aggi (vendo un prodotto del valore di 50 con aggio del 10%, registro a conto economico solo l’aggio di 5 sui prodotti venduti) o l’indicazione dei ricavi totali, contrapposti ai costi e alla variazione delle rimanenze. Nel primo caso si indicano i soli aggi nella casella F08, senza compilare le caselle da F09 a F11; nel secondo caso si indicano i ricavi lordi, sempre nella casella F08, mentre nelle caselle F09, F10 e F11 si indicano rispettivamente le esistenze iniziali, le rimanenze finali e i costi per prodotti soggetti ad aggio o ricavo fisso. Per la movimentazione contabile di questi prodotti e servizi vanno aperti specifici conti distinti da quelli degli acquisti di altri prodotti.

L’area dei costi
Per quanto riguarda i costi, le principali voci da tenere d’occhio sono:
F14. Costi per l’acquisto di merci, materie prime, sussidiarie e semilavorati, esclusi i generi soggetti ad aggio o ricavo fisso (indicati nel F11).
Nel quadro D è richiesta un’ulteriore suddivisione per i costi per l’acquisto di: D48 (materie prime per pasticceria gelateria), D49 (birra) D50 (vino), per i quali andranno aperti specifici conti.
F15. Costi per la produzione di servizi: sono costi specifici relativi agli acquisti direttamente correlati alla produzione dei servizi, in genere acquistati da altre imprese. Vanno indicate tutte le spese sostenute per i clienti e che concorrono a formare i ricavi (esempio: i costi per l’acquisto di servizi di ristorazione da altri) e i costi dell’energia direttamente attinente alla fase produttiva, se rilevabili, esclusi i costi di lavoro autonomo (da inserire nel successivo F19).
Nel quadro D sono richiesti in maniera distinta i costi per: D50 (i diritti versati alla Siae) e D51 (l’imposta sugli intrattenimenti).
F16. Spese per acquisto di servizi: la voce racchiude tipologie di servizi specificamente indicati e i relativi costi per:
• tenuta della contabilità, amministrazione del personale e consulenza fiscale, escluse quelle sostenute per l’assistenza in sede contenziosa che andrà quindi appostata in un distinto conto contabile;
• provvigioni corrisposte per la vendita e l’intermediazione;
• costi degli amministratori delle società di capitali e cooperative e degli amministratori non soci delle società di persone;
• trasporti dei beni connessi all’acquisto (se non già indicati tra i costi di acquisto) ed alla vendita;
• premi assicurativi inerenti l’attività in genere, esclusi quelli obbligatori per legge (nel caso degli automezzi, oltre alla Rca, anche furto e incendio). Sono esclusi anche i premi Inail. Per le assicurazioni meglio quindi aprire almeno due conti (obbligatorie e non obbligatorie);
• servizi telefonici, compresi gli accessori (solo il costo fiscalmente deducibile: 80%);
• consumi di energia (esclusa quella destinata al riscaldamento e quella indicata nella casella F15), carburanti e lubrificanti per autotrazione (costo fiscalmente deducibile);
• quota di costo per l’agenzia di lavoro interinale (è l’importo assoggettato a Iva nella fattura della società di somministrazione di lavoro).
F18. Costo totale per il godimento di beni di terzi. È richiesta la seguente suddivisione per le indicazioni nei campi interni:
a. beni immobili - canoni di locazione e leasing;
b. beni mobili strumentali - canoni di noleggio e locazione operativa, esclusi quelli in leasing;
c. beni mobili strumentali - canoni di locazione finanziaria (leasing).
F19. Costi per lavoro dipendente. Oltre a stipendi, contributi, Tfr vanno indicate:
a. le spese per trasferte;
b. prestazioni di lavoro autonomo direttamente afferenti l’attività e che hanno diretta correlazione con l’attività svolta e influenza sulla capacità di produrre ricavi (escluse quelle svolte nell’ambito di un’attività di impresa, che vanno indicate nell’ F15 - costi per la produzione di servizi), suddivise tra:
• spese per lavoratori autonomi professionali (ad esempio, un barman esterno che ha preparato un banchetto, un artista che ha suonato per un intrattenimento ecc).
• per collaboratori coordinati e continuativi e a progetto;
• per lavoratori distaccati presso l’impresa o somministrati in base a contratti di lavoro temporaneo (corrisponde all’importo non assoggettato a Iva nella fattura della società di somministrazione di lavoro);
• Nel quadro D viene richiesta un’ulteriore suddivisione dei costi per D49: prestazioni di artisti, intrattenitori, promoter.
c. costi degli amministratori soci delle società di persone.
F22. Oneri diversi di gestione. Viene richiesto di evidenziare le spese per abbonamenti a riviste e giornali e acquisto di libri e cancelleria (campo 2 interno) e le spese per omaggi a clienti e articoli promozionali (campo 3 interno).  

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