Banconote, occhio alle patacche

Truffe –

In Italia vengono ritirati circa 120 mila “pezzi” falsi ogni anno. Tra i più esposti al rischio di incassare banconote false ci sono proprio gli esercenti. Ecco a cosa fare attenzione

Vi siete ritrovati in cassa una banconota falsa? Pensate di “riciclarla”? Attenti a prendere decisioni affrettate. Rischiate da tre a dodici anni di carcere per spendita di monete false ai sensi degli articoli 453, 455 e 457 del Codice Penale. «La legge non ammette ignoranza e un esercente ha il dovere civico di imparare a conoscere bene il denaro - spiega il colonnello Alessandro Gentili, comandante dei Carabinieri Antifalsificazione Monetaria -. Chi lo fa in buona fede non corre rischi. Ma chi insiste o usa le maniere forti per rimettere in circolazione una banconota contraffatta, è soggetto alle stesse pene del falsario».
Il rischio è alto. Nel 2007 la Banca d’Italia ha riconosciuto false 119 mila banconote di diverso taglio, in lieve calo rispetto alle 135 mila ritirate nel 2006 nel corso di sequestri penali eseguiti dalle forze di polizia e di sequestri amministrativi operati da banche e uffici postali. Ma i falsi in circolazione sono molti di più.

Come difendersi dai falsi

Gli esperti consigliano di difendersi imparando a riconoscere le “patacche” dai soldi buoni. Come? Consultando i manuali della Banca d’Italia e le “animazioni” sul sito della Banca europea, oppure tenendo a portata di mano la lampada di Wood o altre “macchinette” capaci d’individuare il denaro sospetto. Non costano tanto (da 49 a 300 euro) e sono facilmente reperibili sul mercato.
La lampada di Wood è forse la più diffusa tra gli esercenti. Agisce con i raggi ultravioletti che determinano reazioni degli inchiostri. Esponendo le banconote, la bandiera europea azzurra sul davanti diventa verde, il giallo delle stelline diventa arancione e sul corpo di tutta la banconota emergono piccoli punti fluorescenti, che sulla banconota falsa non ci sono.
Altre sofisticate “macchinette” applicano il principio delle casse automatiche dei caselli autostradali e rifiutano le banconote che semplicemente “ritengono” non genuine. Attenzione però, il rifiuto non ha valore legale. Il giudizio di falsità può darlo esclusivamente la Banca d’Italia. Le macchinette aiutano il cassiere a compiere una prima verifica ed eventualmente a rifiutare la banconota sospetta. In ogni caso, sono utili.

Bar, pizzerie e tabaccai sotto tiro

Gli esercizi più a rischio di vedersi rifilare soldi falsi sono bar e pizzerie affollate, discoteche quando c’è ressa alla cassa, edicole, tabaccai. Disattenzione, confusione e caos sono complici dello spacciatore così come la sbadataggine, la stanchezza, l’età e i problemi di vista del cassiere dove c’è poca luce. Eppure i falsi si possono riconoscere con poche elementari operazioni. Si deve toccare, guardare in controluce e ascoltare il fruscio che il biglietto produce forzandolo con i polpastrelli per valutarne la consistenza.
L’esercente disattento o disposto a chiudere un occhio non fa un buon servizio a nessuno, men che meno a se stesso: «Chi è sbadato rischia di diventare un punto di riferimento del falsario e di essere preso di mira di nuovo - spiega Piero Maraffa, tenente colonnello dell’Ufficio Falso Monetario del Servizio di cooperazione internazionale di Polizia --. Nei ristoranti e negli alberghi circola meno denaro contante e i rischi diminuiscono, ma gli altri esercenti devono fare davvero molta attenzione».

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