Bagni, metteteci pure lo humour purché ci sia qualità

Interni –

La toilette è sempre la più vera vetrina di un locale. Ma deve essere anche uno spazio fruibile, rispettoso delle normative. Che può costare caro al gestore sprovveduto. Occhio.

Che la maggior parte dei bagni dei locali pubblici non siano come quello rotto e ricoperto di lerciume all'interno del quale, durante la scena cult del film Trainspotting, un Ewan McGregor completamente drogato cerca di infilare la testa, è un dato di fatto. Anzi, negli ultimi tempi gli architetti e i progettisti stanno dando sempre più importanza anche alla sistemazione del bagno, sia esso da fare ex novo o solo da ristrutturare. Qui l'ospite infatti deve potersi intrattenere piacevolmente: così sono sempre più studiati anche i piccoli particolari, dal sapone liquido agli oli essenziali. Racconta Luca Amendola, architetto dello Studio SGS di Milano che in passato ha seguito il progetto di costruzione dei bagni di alcuni locali meneghini all'avanguardia come il Noon o il Living: «Sembra banale, ma una delle principali funzionalità alle quali deve rispondere la toilette pubblica è il tempo di attesa del suo fruitore. L'ambiente può essere bello quanto vuoi, ma se, ad esempio, è stretto o scomodo per chi aspetta che venga il suo turno, il fattore estetico cade nel dimenticatoio e resta solo un'idea negativa che poi si riflette sul giudizio complessivo». Oggi, insomma, il convincimento è che la toilette debba essere realizzata con tutti i crismi. Perciò non sorprende che, anche a livello teorico e progettuale, oggi uno dei master più ambiti tra quelli organizzati dal Consorzio Poli.Design del Politecnico di Milano sia quello in Bathroom Design: corso di formazione per progettare spazi privati in luoghi pubblici.
Nella terza edizione appena terminata - la quarta è programmata per l'anno accademico 2009 - sia i docenti sia gli alunni con i loro progetti hanno messo in luce quanto sia indispensabile studiarne gli spazi non solo in termini funzionali, ma anche espressivi, da vetrina appunto. Ancora l'architetto Amendola spiega: «Per creare un bagno pubblico che non dia problemi a un locale bisogna basare il proprio progetto su un tipo di estetica molto simile a quella alla quale si pensa quando si studia l'idea di una normale bagno di casa.
Tanto più che anche a livello di materiali, sempre più spesso per un bagno pubblico si usano lavandini e sanitari creati per gli spazi privati. A livello costruttivo i parametri infatti sono gli stessi e le aziende che li producono a livello industriale quasi mai pensano a una diversificazione profonda nei prodotti».

Rispettare l'intimità
Anche Francesco Lucchese, designer e docente alla Facoltà del Design del Politecnico di Milano è convinto che nella public toilet si vive un'esperienza breve, di passaggio, ma nella quale i sensi sono coinvolti in misura accelerata e differente. I bagni pubblici, che sono un ambito chiamato a essere vissuto da molte persone in un rapporto tra funzione e spazio soggettivo molto delicato, non possono comunque non dare un'intimità minima e indispensabile. Che, naturalmente, deve essere progettata e integrata armoniosamente con il resto dello spazio. Distribuzione dello spazio, materiali delle superfici che definiscono i volumi, utilizzo del colore, attrezzature adeguate e funzionali diventano gli argomenti di progetto, gli ingredienti da miscelare per ottenere la giusta dose di spettacolarizzazione.
E naturalmente il progetto di un bagno deve rispettare anche delle esigenze pratiche che non si possono dimenticare soprattutto perché sono definite per legge dal regolamento di Igiene e dal regolamento edilizio comunale. In ogni locale, allora, bisogna prevedere la presenza di almeno due toilette - per gli uomini e per le donne - mentre il bagno dedicato alle persone disabili può coincidere con uno degli altri due, specie in quei locali dove lo spazio non sarebbe sufficiente a creare una terza toilette ad hoc. Ne nasce allora come logica conseguenza una riflessione profonda su alcuni dei problemi pratici che si affrontano quando in un locale c'è la necessità di fare o rifare il bagno. La prima è proprio l'esigenza legata allo spazio: considerato che oggi in Italia la superficie media di un bar è di 70 mq, è facile capire come, l'ambiente a cui “sacrificare” la funzione di bagno per il pubblico è spesso davvero piccolo. Piccolo e con grandi problemi legati anche alla legislazione che regolamenta la costruzione di una toilette e secondo la quale ci sono zone come l'antibagno o il servizio agibile anche alle persone disabili che necessitano di grandezze ben definite e non riducibili. Tre diversi decreti legislativi, il 384/78, il 236/89 e soprattutto il più recente 503/96 spiegano in modo preciso e pratico come devono essere predisposti gli spazi fruibili nelle toilette anche in considerazione del fatto che vi deve essere la possibilità di utilizzo per i disabili. Quindi, dando un po' di numeri, corridoi e passaggi dovranno essere larghi almeno un metro e mezzo. L'apertura della porta del bagno dovrà sempre verso l'esterno e la sua maniglia posta a un'altezza di 90 centimetri, in modo che possa essere usata da tutti. Il bagno dedicato ai disabili dovrà avere il wc posto nella parte opposta all'accesso, con la tazza posta a una distanza minima di 140 centimetri dalle pareti, in modo da permettere una eventuale completa rotazione della carrozzina dello stesso disabile. Allo stesso modo il lavandino deve essere messo sulla parete opposta a quella del wc, con il piano ad almeno 80 centimetri dal pavimento. Non devono inoltre mancare uno specchio, posto sopra il lavabo in una zona compresa tra i 90 e i 170 centimetri di altezza, i corrimani, rivestiti e verniciati in materiale plastico, e il campanello elettrico a cordone per dare l'allarme in caso di malore. Il bagno pubblico insomma deve essere uno spazio di compromesso tra le esigenze di funzionalità (presenza di lavandino e asciugamani) e di passaggio o attesa (presenza di riviste, specchi o altro). Il rapporto tra gli ambienti deve essere certamente adeguato alle esigenze del locale, ma nello stesso tempo adeguato alle esigenze di tutti coloro che vi devono e possono accedere.

Calcolare a tavolino i tempi di ristrutturazione
Resta poi, ultima ma solo per ordine logico, la più importante delle questioni: quella legata ai fattori economici che la creazione/ristrutturazione di un bagno fa nascere. E se nel caso della progettazione ex novo di un bagno e di tutto un locale pubblico i problemi economici sono legati al costo globale del progetto creativo, è al momento di una necessaria ristrutturazione di un bagno esistente che si deve bene e strettamente monitorare la gestione dei costi. Quando, ad esempio, devo risistemare il bagno del mio ristorante che già è aperto al pubblico e del quale ho rilevato l'attività, come faccio a far quadrare la chiusura con il minor danno economico possibile? Per la ristrutturazione di un bagno già esistente, lavoro che si suddivide in tre momenti ben distinti, si possono calcolare tempi abbastanza precisi. Si inizia con la demolizione della struttura preesistente e, dove necessario, con la creazioni dei muri nuovi. Quindi si passa alla fase di installazione degli impianti. Infine si arriva alla sistemazione delle finiture. Stiamo parlando naturalmente della posa di sanitari, lavandini, porte e piastrelle che completano anche l'estetica del bagno. Considerato che in media ognuna di queste operazioni può essere svolta in un periodo compreso tra i due giorni e la settimana (secondo la dimensione dei bagni), si può calcolare che i lavori possono durare tra i 15 e i 25 giorni.E parlando di lavori si pensa anche ai materiali. Se non mancano esempi di sanitari dedicati solo ai luoghi pubblici come gli orinatoi che le aziende hanno provato a personalizzare in modi quantomeno curiosi - basta ricordare quelli al cui interno è stampata una mosca che ha l'intento di favorire la “mira” e far risparmiare denaro per le pulizie o quelli olandesi a forma di bocca di donna che hanno invece creato polemiche più sull'aspetto morale - oggi i progettisti usano soprattutto materiali prodotti per il bagno di casa. Diverse aziende - come Ceramica Flaminia o Simas - hanno cataloghi che propongono ceramiche e rivestimenti in corian che uniscono bellezza e praticità tali da renderle tranquillamente utilizzabili anche in un locale pubblico.

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