Al bar donne servite per ultime

Locali –

Il caffè arriva 20 secondi dopo gli uomini e quando c’è uno staff maschile i disservizi aumentano. Lo rileva uno studio Usa

Anche al bar, il galateo prevede che le clienti debbano essere servite per prime. Più che una regola di bon ton, è uno standard di servizio dato per acquisito nel mondo occidentale. Invece avviene il contrario, almeno negli Stati Uniti, dove le donne vengono servite, in media, 20 secondi dopo gli uomini.

La ricerca americana
La scoperta è di Caitilin Knowles Myers, economista del college di Middlebury, nel Vermont (www.middlebury.edu/~econ). Insieme a una squadra di ricercatori muniti di notebook, Myers ha messo sotto osservazione otto coffee shop dell'area metropolitana di Boston, cronometrando circa 300 transazioni con tanto d'indentikit socio-culturale dei clienti (sesso, età, razza e aspetto). Tra le variabili prese in esame anche l'ora dell'ordinazione, il tipo di richiesta (caffè, cappuccio ecc), la modalità di pagamento, la composizione dello staff al bancone, la presenza o meno di coda.

Parlare di discriminazione sessuale non è affatto esagerato, se si pensa che la precedenza accordata ai clienti uomini risulta più marcata quando il personale è tutto maschile o il locale è affollato (in questo caso, le clienti vengono servite ben 37 secondi dopo gli uomini). Viceversa, quando a servire è una squadra dove è presente una componente femminile, i tempi d'attesa per le signore si riducono sensibilmente.

Ordinazioni più complicate
La colpa di questo trattamento impari non sarebbe però tutta da imputare a baristi misogini. Secondo Tom Harford, noto economista che ha recensito lo studio sulla rivista scientifica Slate, qualche responsabilità l'avrebbe anche il gentil sesso. Sono, infatti, le donne a chiedere più frequentemente degli uomini ordinazioni eccentriche o complicate: non un espresso e basta, ma, ad esempio, caffè molto ristretto con latte freddo a parte o cappuccino nero in tazza tiepida.

Ben il 75% dei clienti donna effettua ordinazioni che richiedono tempi più lunghi di preparazione, contro il 55% degli uomini.
Un surplus di richieste che avrebbe come effetto quello di “stancare” lo staff, determinando tempi d'attesa più lunghi. Ad essere bistrattate e servite con noncuranza non sono però solo le donne, ma come risulta dallo studio anche altre categorie di consumatori: i neri, i più giovani e, in genere, i clienti con un aspetto o un look meno appariscente o curato. Sarebbe molto interessante indagare, a questo proposito, gli standard di servizio nei bar italiani. Magari si scoprirebbe che i nostri baristi sono più “cavalieri”.

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