Faremo la spesa di lusso e benessere

Mercati –

Si evolve il profilo del beverage mondiale. Più attenzione per la qualità e la salute

Prodotti premium, drink benessere, prodotti biologici. Queste le principali direzioni seguite dall'industria internazionale del beverage. A conferma una ponderosa indagine sul campo condotta da Bargiornale e coordinata dal direttore di Bar University Oscar Cavallera. Negli 800 locali del mondo che fanno tendenza appare evidente la crescita della vodka, mentre il tequila è la categoria con la crescita più rapida, in particolare la fascia premium e ultrapremium. Questo processo è noto anche come “premiumization” e investe, non solo il tequila, ma tutto il comparto degli spirit. Altro tema caldo del periodo è l'incremento della richiesta di prodotti biologici. Decollano categorie come gli smoothie, booster e le bevande funzionali come i nuovi relaxation drink, pensati per combattere lo stress.
Biologici
Il discorso vale anche per gli alcolici. Sulla scia delle birre e dei vini “green”, sta crescendo la domanda di spirit biologici. Volendo leggere fino in fondo il trend, potremmo concludere che il consumatore ha smesso di papparsi quello che passa il convento ed è sempre più critico e attento. Preferisce le bevande ben vestite e col pedigree. «I fattori che stanno influenzando il consumatore sono diversi. A fronte di una minore propensione ai consumi non necessari c'è una maggiore attenzione al benessere-psico fisico, al consumo responsabile, ai temi della sostenibilità ambientale». A sottolinearlo è Dario Righetti, responsabile nazionale consumer business di Deloitte, nel corso dell'evento Barmood a Milano. E scattata la fotografia di gruppo di quelli che ha definito “consumatori post-crisi”, Righetti entra nel dettaglio dei trend per area geografica. L'analisi di Deloitte dal titolo “Aziende e consumi, scenari e prospettive del mercato internazionale” parte dal Nord America, la piazza di riferimento.
Lo scenario internazionale

Negli Usa e in Canada, il momento d'oro dei premium che dura ormai da una decina d'anni, ha subito un rallentamento solo nel biennio 2008-2009. Un calo che secondo gli analisti è da imputare alla crisi che ha incrementato la sensibilità ai prezzi dei consumatori. In Sudamerica, in particolare in Argentina ed Equador, continua il forte sviluppo del mercato del vino. Il mercato della birra regge in Brasile e continua a crescere in Messico. Il vino, soprattutto il rosso, sta ottenendo buoni risultati in Europa. In generale però si assiste a un rallentamento dei trend di crescita soprattutto in termini di volumi. In Africa la popolazione, mediamente più giovane rispetto ai principali mercati e con un potere d'acquisto in aumento, contribuisce alla crescita del mercato degli alcolici, birra in testa. E poi ci sono altri potenziali colossi mondiali. La Cina, dove sembrano pronti a decollare i vini d'importazione vista la scarsa reputazione del vino prodotto localmente e la Russia, dove cala il consumo di vodka sempre a favore del vino. Varia anche la classifica dei big internazionali del mercato degli alcolici (vedi tabella). Al primo posto c'è AB-Inbev seguita da Heineken (era al quarto nel 2009). Infine si conferma su scala mondiale, secondo una ricerca di Business Insights, il primo posto del whisky che contribuisce a circa un quarto delle entrate dell'industria.

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